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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «01598»

TERMINE: PIETATELLA
DEFINIZIONE:

Termine popolare napoletano, con il quale viene identificato il Tempio della Pietà, di proprietà dei Principi di Sangro. Nel 1588 Giovan Francesco Paolo di Sangro (1524-1604), primo Principe di San Severo (1587), detto "Fulmine della milizia di Carlo V", ampliò il palazzo e fece costruire la prima Cappella gentilizia, detta appunto la P. Questa fu poi fatta ampliare nel 1608 da Don Alessandro di Sangro, Patriarca di Alessandria, Arcivescovo di Benevento e Nunzio Apostolico presso il Re di Spagna Filippo II. Infine nel 1767 Raimondo di Sangro, Principe di San Severo e Duca di Torremaggiore, avvalendosi di vari artisti, soprattutto validissimi scultori, vi si impegnò in una serie di grandi interventi di ristrutturazione, di ampliamento e di completamento che portarono il Tempio ad un livello artistico di elevato contenuto esoterico, con una sequenza di opere intercollegate a comporre un incredibile cammino iniziatico dai contenuti prevalentemente alchemici, sulle ali dell’Arte Regia prediletta dal grande mecenate napoletano. Il Tempio presenta dodici colonne, ed in corrispondenza dell’altare maggiore, da due con archivolto, distinte da due enormi compassi. Fino ad un secolo orsono la pavimentazione era labirintica (v. Labirinto), realizzata in marmo sintetico di composizione chimico alchemica ideata dal principe stesso, poi assurdamente rimossa. Vi sono dieci monumenti sepolcrali: · 1) Il Decoro, di Antonio Corradini: è raffigurato un giovane seminudo (neofita) che regge una testa leonina (l’Atanor), la calcinazione, prima fase dell’opera al nero; · 2) La Liberalità, di Francesco Queirolo: una giovane donna che regge con la mano sinistra una cornucopia (l’abbondanza, l’energia primordiale, i tesori derivati dalla materia prima), mentre con la destra sostiene due medaglioni (solve et coagula, il processo di manifestazione universale della Grande Opera, il Rebis, il passaggio dell’Opera al nero all’Opera al bianco) ed un compasso (il cerchio, il cielo. l’Uno, la stabilità); · 3) Lo Zelo della Religione, ancora del Queirolo: una imponente figura di vecchio Saggio, di Patriarca, che nella sinistra (il mentale, l’ignoto, l’occulto) tiene una lampada (la Verità), e nella destra un flagello che, come il piede destro che schiaccia un libro da cui fa capolino un serpente, mentre un altro tomo identico viene bruciato da un putto inginocchiato (dispersione della menzogna, degli inganni, escogitati dall’uomo per consolidare effimeri poteri temporali), evocanti le conoscenze templari soppresse nel sangue dalla Chiesa per rafforzare le basi del cristianesimo e la natura stessa del Cristo. È la seconda fase della sublimazione alchemica, il passaggio della materia da fissa a volatile; · 4) La Soavità del Giogo maritale, di Paolo Persico (1729-1780): una giovane donna con in capo un elmo (forza) cinto di lauro (gloria, vittoria), con la mano destra offre due cuori infiammati (elementi Acqua e Terra), con la sinistra trattiene un giogo (materia pura, libera da scorie) dalle estremità piumate (bellezza e spiritualità), ed ai suoi piedi un putto che tiene un pellicano, simbolo dell’Amore incondizionato, nutrimento dell’anima, il distillatore alchemico); · 5) La Pudicizia, di Antonio Corradini: donna formosa ricoperta interamente da un lungo velo (segreto, mistero, moltiplicazione e trasmutazione, trasmissione di stato interiore ancora relativo al bianco), il corpo attraversato da festoni di fiori (la rosa effigia l’azione nel tempo del Fuoco, il festone rappresenta il moto della materia sotto l’azione del Fuoco elementare), è la fase della putrefazione, lo stadio intermedio del passaggio dall’Opera al bianco all’Opera al rosso; · 6) Il Disinganno delle Cose mondane, di Francesco Queirolo: un uomo nell’atto di liberarsi di una rete che lo avvolge imprigionandolo, mentre una figura apparentemente infantile (i tre fanciulli del Flauto magico, che nei momenti critici intervengono per indicare a Tamino la strada da percorrere e le cosew da farsi, con interventi affatto infantili), con il capo adorno di corona (la regalità alchemica e la perfezione dei metalli) e di fiamma (la coscienza eterna, l’alchimia), con uno scettro indica il globo ed un libro (il dominio alchemico sulla terra e su tutte le sue culture), è la fase della distillazione, dell’Opera al rosso; · 7) La Sincerità, di Francesco Queirolo: una donna trattiene nella sinistra un cuore (amore, sangue), mentre nella destra ha un caduceo (Zolfo e Mercurio raggiungono la simbiosi, come le due nature), la donna è i Caos da cui nasce l’Ordo, ovvero è la fase della coagulazione, il passaggio dall’Opera al rosso all’Opera all’oro; · 8) il Dominio di Sé stessi, di Francesco Celebrano: un aitante guerriero romano (l’Alchimista) tiene nella mano sinistra una catena (controllo e rispetto della Tradizione), la cui seconda estremità sta nelle fauci di un leone (l’Atanor) accovacciato in atteggiamento sottomesso, è il dominio sulla materia, ed è anche l’ultima fase alchemica, la tintura, l’Opera all’oro; · 9) L’Educazione, di Francesco Queirolo: una matrona romana è seduta alla base di una colonna con un compasso nella sinistra (lato mentale, ignoto, occulto), si rivolge ad un fanciullo con un libro sotto il braccio (la ricerca interiore per arrivare all’Illuminazione, e trovare la pietra Filosofale): · 10) L’Amore Divino, di Antonio Corradini: un fanciullo che con la destra alza al di sopra del volto un cuore fiammeggiante, l’uomo che ritorna puro come un fanciullo, il braccio teso in alto ad indicare l’aspirazione al sacro, al sublime, verso il compimento, la piena Illuminazione; · 11) Il Cristo velato, di Giuseppe San Martino: è l’opera più famosa e più bella, ora infelicemente ubicata al centro della navata, mentre in origine si trovava nella cripta sotterranea dove il Principe intendeva rimanesse. Essa simboleggia la vera natura del Cristo, celata tra i documenti segreti ed i tesori nella buia cripta del Tempio di Gerusalemme, scoperti nel corso degli scavi effettuati dai primi Cavalieri del Tempio: un segreto capace di sconvolgere l’umanità cristiana e soprattutto di demolire il potere temporale della Chiesa, rivelazioni trasmesse dai Templari prima del loro sterminio solo a pochi grandi iniziati, in grado di gestire al meglio tale tremendo segreto. In totale le figure velate sono tre, un fatto molto significativo. Sulla tomba del grande napoletano, vuota come quella del Cagliostro, un’iscrizione recita: "Quelli i quali hanno fatto qualche studio storico sanno bene che gli uomini empi e cattivi, in ogni secolo, per opprimere ed abbattere i savi, non hanno trovato mezzo migliore che farli apparire al volgo per miscredenti ed irreligiosi".

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