DEFINIZIONE:
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Grande esponente della filosofia greca, vissuto tra il 427 ed il 347
a.C., considerato erede delle scuole di Socrate e Pitagora, che vanta la
successione di Aristotele, suo discepolo nell'accademia ateniese da lui fondata.
Ha lasciato un immenso patrimonio culturale, condensato nei suoi innumerevoli
Dialoghi, scritti in oltre 50 anni di intensa attività di ricerca nei vari campi
dell'etica, della morale e dello spirito umano. Ha trattato, codificandolo, il
rapporto di coppia a livello spirituale, per cui è universalmente citato l'amore
platonico, che coinvolge purezza di sentimenti e nobiltà di sensazioni, senza la
contaminazione dei sensi o, più generalmente, della materia, in ogni
manifestazione. Le sue opere riportano concetti che hanno influenzato a fondo
l'evoluzione del pensiero umano e lo sviluppo di nuovi pensieri e dottrine sulla
virtù, sulle filosofia e sulla scienza, intesa come ricerca razionale del bene,
capisaldi che hanno poi pesantemente condizionato religioni e forme politiche di
governo. P. ha instaurato soprattutto il culto della ragione, da lui codificato
come l'etica e la metafisica, all'insegna socratica del "vi è un solo bene, ed è
chiamato conoscenza", vera e propria "in tenebris lux", luce nelle tenebre,
mezzo portante al mitico Logos. L'ambito traguardo perseguito da ogni grande
pensatore a lui succeduto quale faro dell'umanità. Sostenne il concetto della
reincarnazione nei famosi dialoghi del Fedone.in cui si afferma che lo spirito
umano per elevarsi deve tornare sulla Terra, dopo aver bevuto alle acque del
Lete, che tolgono il ricordo delle esistenze passate. Senza P. forse non ci
sarebbe l'esoterismo, specie nella forma più attuale, che è ricerca interiore ed
arte reale, di cui lui è stato maestro insuperabile. La voce della coscienza, la
prevalenza del ragionamento sulla semplice opinione, l'esaltazione degli ideali,
l'immortalità dell'anima, l'oltretomba, l'origine del mondo e della realtà
naturale (Timeo), il bene come armonica mescolanza di intelligenza e di piacere
(Filebo), sono solo alcuni degli argomenti su cui P. ha concentrato la propria
attenzione, elaborando i suoi pensieri ed arrivando a conclusioni che tuttora
sorprendono per la loro sconcertante attualità, a quasi 25 secoli di distanza.
Egli è arrivato a descrivere il modello ideale di stato, governato da filosofi
in gradi di pervenire alla scienza della verità, e quindi alla visione del bene,
uno stato gestito delle tre virtù della saggezza, del coraggio e della
temperanza, cui P. fa corrispondere le tre classi dei governanti, dei guerrieri
e dei lavoratori (La Repubblica). Come tutti i geni che si sono distinti nella
storia dell'umanità, P. non ha goduto di grandi soddisfazioni né di vita facile,
avendo al contrario dovuto subire dure persecuzioni, specie in occasione dei
suoi tre viaggi in Sicilia, a Siracusa, presso Dionigi il giovane, dove tentò
disperatamente ed inutilmente di realizzare il suo ideale politico. Ormai
ottantenne, scrisse 12 libri delle "leggi", che la morte gli impedì di
completare, ove ci lasciò le sue ultime moderate tesi politiche, frammiste al
costante ed intenso rammarico per le delusioni subite nel tentativo di mettere
in pratica i suoi principi. Principi in cui credeva ciecamente, e per cui aveva
speso l'intera sua esistenza, avendo nel cuore e nella mente unicamente il
miglioramento della condizione dell'intera umanità.
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