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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «01620»

TERMINE: PLUTARCO
DEFINIZIONE:

Scrittore greco (45-125 d.C.) che, dopo aver viaggiato per lunghi anni, si ritirò nella sua città dedicandosi allo studio, da cui fu distolto solo da qualche carica onorifica, come quella di arconte o sacerdote del tempio di Delfi. La sua opera viene suddivisa in due categorie: da un lato il suo capolavoro Bion parallhloi (Le vite parallele); dall’altro ‘Hdica (Opere morali). Le vite parallele sono state così chiamate perché comprendo 50 biografie di personaggi greci e romani, di cui 46 disposti a coppie sulla base di analogie di vita o di carattere (Teseo e Romolo, Temistocle e Camillo, Pericle e Fabio Massimo, Pirro e Caio Mario, Alessandro Magno e Cesare, Demostene e Cicerone). In realtà le biografie sono narrate singolarmente, e sono seguite da un’appendice contenente il confronto tra i due personaggi. Sincero ammiratore del passato, ed orgoglioso dell’antica grandezza del suo paese, ormai superata da quella del crescente impero romano, P. volle dimostrare che la Grecia aveva da contrapporre ai nuovi eroi dei personaggi altrettanto illustri, senza mai fare del nazionalismo, ma solo esaltando la virtù. Sorretto da un grande senso narrativo, riesce ad ottenere mirabili effetti attraverso colpi di scena, per cui è stato criticato per la mancanza di una vera interpretazione storica essendo il suo racconto più prossimo al romanzo che alla realtà. P. si rivela artista più felice dove applica una schietta semplicità, mentre il suo linguaggio si fa più involuto ed oscuro dove cede alla tentazione di enunciare sentenze filosofiche o moraleggianti. Egli era per natura portato a tale interesse, come confermato dalle sue molte opere morali, che tuttavia rivelano com’egli più che profondità e sviluppo originale di pensiero, possedesse semplicemente una certa cultura filosofica. Le sue opere morali comprendono dialoghi di tipo platonico e saggi. Spaziano dall’analisi degli stoici a quella degli oracoli, dalla fortuna dei romani alla tranquillità dell’anima, dai consigli politici alle tradizioni greche. Studioso di tutte le correnti di pensiero, P. si professava platonico, pur essendo sensibile alla metafisica aristotelica e, anche se combatté per coerenza stoici ed epicurei, non esitò ad accettarne le tesi su questioni morali. Più che il pensiero in P. trionfa il sentimento, per cui la sua fortuna fu immensa in ogni tempo, specialmente in epoche dominate dal romanticismo e dall’aspirazione alla libertà ed alla grandezza.

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