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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «01628»

TERMINE: PORTA
DEFINIZIONE:

Apertura praticata in una parete per consentire l’accesso agli spazi che la parete stessa delimita. Alla designazione originaria del citato elemento funzionale, si sommano fin dall’antichità fattori simbolici e rituali; l’arco trionfale nelle sue diverse forme ed il portale nelle sue varie declinazioni religiose e civili, sottolineano l’importanza della P. come elemento architettonico. Nelle culture mediterranee la P.urbica, di ingresso alla città attraverso la cinta muraria, si arricchì di valori architettonici e plastici, molto spesso legati alle soluzioni strutturali e costruttive (P. dei Leoni a Micene, v., e P. dell’antico Egitto), basate sul sistema piedritto-architrave; P. assiro-babilonese, basate sull’arco in laterizio. Alla forma con vano rettangolare si collega la P. greca, mentre tipica delle culture italiche è la porta ad arco, e della cultura islamica la P. a ferro di cavallo. Nell’architettura romana la P. trova una specificazione differenziata: in senso funzionale (P. urbiche dell’età augustea, veri e propri edifici con torri, ambienti per il corpo di guardia), in senso celebrativo (archi onorifici o trionfali), e come elemento architettonicamente dominante nella compagine parietale (P. del Pantheon). L’architettura cristiana assume la P. dal mondo romano, e la trasforma secondo peculiari esigenze simboliche e liturgico-rituali in una parte del complesso architettonico che introduce all’edificio del culto. Il Romanico ed il Gotico elaborano una complessa simbologia dei portali, che si incuneano nelle pareti e contengono rappresentazioni dell’Antico e del Nuovo Testamento, con funzione spiccatamente narrativa e di edificazione spirituale. Il Rinascimento riprende la P. classica, esercitandosi in una serie di varianti sintattiche, fino a giungere ai portali rustici del Manierismo ed alle complicazioni barocche sul tema. Nell’età contemporanea, cadute le esigenze di rappresentatività e di gerarchia fra le diverse parti degli edifici, la P. ha riassunto un ruolo eminentemente funzionale, ed il suo trattamento architettonico tende all’essenzialità. Y (Esoterismo): Fin dai tempi più antichi, i Solstizi sono chiamati P. Il Sostizio d’inverno (Yula) è legato all’essere umano, teso a soddisfare i suoi bisogni materiali; si è nella fase "nera", dove l’inconscio è ancora chiuso e l’infinito, il trascendente, è ancora molto lontano. È questa la P. aperta verso l’alto, verso il divino, a cui l’uomo ha la possibilità di accedere, risvegliando lentamente il sacro che è in lui. Ne nasce la saggezza, tradotta nella spinta a preparare il terreno per le semine vitali. In quello d’estate (giorno di San Giovanni) invece escono gli dei; sono coloro che hanno compiuto l’intero cammino tra i due solstizi, ed ora rinascono a nuova vita. È la porta rivolta verso il basso, attraverso cui fluiscono le grazie del cielo, avvio del tempo dei raccolti elargiti dalla Madre Terra. Sul piano religioso, è opportuno ricordare che nel cristianesimo il Vangelo di Giovanni ripetutamente identifica la figura di Cristo con la P.: "Io sono la P. delle pecore" (10, 7); "Io sono la P. (ianua coeli), Chi entrerà attraverso di me sarà salvo" (10, 9). Y (Massoneria): Simbolicamente rappresenta il passaggio tra un mondo (o dimensione) ed un altro/a, da quello delle tenebre a quello della Luce, da quello della dannazione a quello della Salvezza. La P. del Tempio, che all’interno è affiancata dalle due Colonne (v.), definisce il confine tra l’oscuro mondo profano (Sala dei Passi perduti) e quello iniziatico, illuminato e sacro allorché ritualmente consacrato dai Fratelli.

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