DEFINIZIONE:
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Introdotta tra i frati poverelli dallo stesso fondatore
dell’Ordine di Assisi, fu approvata verbalmente da papa Innocenzo III nel 1210,
e confermata formalmente da papa Onorio III nel 1223. Si ispira alla semplicità
evangelica, ed è basata sui tre voti della povertà, della castità e
dell’obbedienza. Alla morte di San Francesco (1226), i suoi seguaci erano già
differenziati in tre Ordini diversi: il primo riservato agli uomini (detti frati
minori francescani, v.), fondato nel 1209 nella chiesa della Porziuncola (Santa
Maria degli Angeli); il secondo per le donne, fondato da Santa Chiara nel 1224;
il terzo fondato dal Santo stesso nel 1221, riservato ai laici che non
pronunciavano i voti, pur obbedendo alle regole di penitenza. La R. recita
testualmente: "La regola di vita dei frati minori è questa, cioè osservare il
Santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in ubbidienza, senza beni
propri, ed in castità. Frate Francesco promette ubbidienza e riverenza al
Signore Papa Onorio (III) ed ai suoi successori canonicamente eletti, ed alla
Chiesa Romana. E gli altri frati siano tenuti ad ubbidire a frate Francesco ed
ai suoi successori". Nella sua opera La Chiesa ed il mondo, Ediz. Faro, 1984, il
Salvatorelli riferisce che: "Al famoso Capitolo delle stuoie del 1221 si
riunirono intorno a frate Francesco, alla Porziuncola, migliaia di frati, tanto
sviluppo aveva preso l’Ordine in soli dieci anni. Tutti devoti al Santo, ma non
tutti d’accordo con lui come Generale dell’Ordine. Vi era già un buon numero di
frati dotti, che avrebbero voluto che Francesco non governasse l’Ordine da solo,
ma sentisse il consiglio dei più colti. A confortare le loro richieste citavano
l’esempio di Ordini più antichi, ed i precetti di San Benedetto, di
Sant’Agostino e di San Bernardo. Frate Francesco rispose con santa veemenza:
"Non mi venite a parlare di regole di Sant’Agostino, di San Benedetto, di San
Bernardo e di nessun altro; per me l’unica R. è la forma di vita che Dio, nella
sua misericordia, mi ha mostrato e donato. Dio mi disse che voleva che io fossi
come un pazzo di nuovo genere per il mondo, e non volle per noi altra scienza
che questa pazzia. Dio confonda la vostra scienza e la vostra sapienza"".
Quell’invettiva, profferita con tono da profeta ispirato, aveva ridotto tutti al
silenzio.
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