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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «01798»

TERMINE: RITO SIMBOLICO ITALIANO
DEFINIZIONE:

Il R.S.I. viene considerato di tipo eterogeneo, e trae origine dalle vicende della Massoneria Italiana del XIX secolo. Con la Restaurazione, il Grande Oriente napoleonico si sgretolò, e la Libera Muratoria sopra visse stentatamente nella clandestinità. Nel 1859 fu fondata a Torino la Loggia Ausonia che, fin dall’inizio, praticò esclusivamente i tre gradi universali dell’Ordine, per poco dopo costituirsi in Grande Oriente Italiano. La nuova obbedienza fu a prevalente composizione cavouriana, tant’è che in qualche modo si contrappose al Supremo Consiglio del Rito Scozzese di Palermo, affollato di garibaldini. Nel 1864 il Grande Oriente Italiano si trasformò in un Gran Consiglio Simbolico, proprio perché ammetteva solo i primi tre gradi, costituendo la matrice del R.S.I., i cui statuti vennero definitivamente approvati a Milano nel 1876. Grande animatore dell’Assemblea di Milano fu Gaetano Pini (1842-1888), medico e filantropo, famoso per il suo spirito solidaristico e per l’apostolato sanitario svolto a favore dei ceti sociali meno abbienti. Pini, con la Loggia milanese La Ragione, rappresentò l’anima di una Massoneria tesa a trascurare la ritualità ed a diluire progressivamente i principi essenziali della tradizione, favorendo una generica filantropia. Alla morte di Pini il R.S.I. si ritrovò pressoché privo di coesione spirituale, e sempre più coinvolto in questioni profane. A cavallo dei due secoli si verificava una lieve ripresa della vitalità, senza influsso alcuno sulla carente attenzione sia alla ritualità sia alla tradizione autentica della Massoneria. All’avvento del fascismo, alla guida del R.S.I. si trovava il polemista napoletano Giuseppe Meoni (1879-1934), attivo anche nel G.O.I., ove ricopriva la carica di Gran Maestro Aggiunto. Tenace avversario della nascente dittatura e del clericalismo, si impose all’attenzione della Muratoria italiana in virtù dell’intensa carica etica della sua testimonianza massonica, sigillata dalla persecuzione e dal confino. Nel secondo dopoguerra il R.S.I. conservò fino al 1970 i caratteri assunti all’epoca di Pini. Fu allora che il neo eletto Ser.mo Gran Maestro degli Architetti, l’avvocato romano Roberto Ascarelli (1904-1970), tentò di imprimere una svolta al R.S.I., diffondendo l’idea che la Massoneria dovesse essere l’officina formatrice di una classe dirigente degna di assumere tali funzioni, lanciando la ricostituzione di un sistema iniziatico ed etico rivolto alla formazione di costruttori. Il segno dell’agonizzante identificazione tra Istituzione e borghesia non si era quindi ancora dissolto. Ascarelli, ebreo, perseguitato antifascista e socialdemocratico, morì pochi mesi dopo l’ascesa al vertice del R.S.I., alla cui guida venne chiamato l’avvocato palermitano Massimo Maggiore, uomo d’antica tradizione massonica familiare e di provata dedizione all’Ordine, dove raggiunse la dignità di Gran Maestro Aggiunto. Durante il suo mandato (1970-1974) diede impulso alla ricerca esoterica in seno al R.S.I. Sulla sua linea si sono in seguito posti, marcandola ulteriormente, i suoi successori, l’ingegnere fiorentino Stefano Lombardi (1974-11982) e l’avvocato romano Virgilio Gaito (1982-1994), promotore dei due Convegni Pitagora 2000, che dal marzo 1994 è diventato Gran Maestro del G.O.I. Il R.S.I. si distingue dagli altri corpi Rituali in quanto informa la propria operatività sui seguenti principi: a) l’attribuzione del Grado di Maestro presume il raggiungimento della perfezione massonica; b) la sovranità massonica risiede esclusivamente nel popolo dei Maestri Liberi Muratori; c) gli uffici rituali sono tutti elettivi e temporanei. L’elemento distintivo sta nell’inconsueta enfasi con cui il R.S.I. afferma il primato dell’Ordine, dissociandosi da ogni tentazione verticistica riguardo la conduzione dello stesso. Ogni Rito ovviamente deve riconoscere il primato dell’Ordine e non interferire nelle sue dinamiche, ma il R.S.I. si spinge oltre: nega valore di perfezionamento ai sistemi degli alti gradi e coerentemente non permette ai propri membri l’adesione ad alcun altro Corpo rituale. Esso associa quanti intendono approfondire la semantica della Maestria a livelli comparativi, tradizionali e sottili: "I Collegi dei Maestri architetti ... si dedicano all’elaborazione dei contenuti del grado di Maestro, attraverso la ricerca sulla tradizione iniziatica italica, risalente alla Scuola Pitagorica, diffusa già nel VI secolo a.C. nella Magna Grecia". Anche in questa rivendicazione delle ascendenze pitagoriche, si ravvisa la vocazionale "nazionale" dei Massoni del R.S.I. I Maestri Architetti aprono i Collegi con un loro rituale. Ai tradizionali strumenti di Lavoro aggiungono il mezzo cerchio graduato ed il compasso proporzionale, ad indicare l’ulteriore raffinazione dell’opera del Maestro Massone. Hanno come gioiello la Stella a cinque punte, ovvero il Pentalpha pitagorico, e meditano sulla Tetraktys (v.), che nell’antica "Schola Italica" simboleggiava l’armonia universale e l’ascesa dal molteplice all’Uno.

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