DEFINIZIONE:
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Filosofia che nega l’esistenza di un criterio certo di verità.
Fondatore della scuola scettica fu Pirrone (365-275 a.C.), da cui il nome di
pirronismo talvolta usato come sinonimo di S. Assimilato ed in seguito anche
predicato da Sant’Agostino (v.), lo S. antico predica la sospensione del
giudizio contro l’atteggiamento dogmatico degli stoici (v.). Non esiste alcun
criterio di verità dal momento che ad ogni ragione è sempre possibile
contrapporne una contraria di uguale valore. Il carattere radicale di questa
forma di S. viene attenuato dalla filosofia moderna, in cui il dubbio scettico
assume spesso la funzione puramente metodica di garantire la conoscenza degli
errori dei sensi (v. Cartesio). Una vera e propria ripresa dello S. antico si ha
solo con Montaigne (1533-1592) e Charron (1541-1603), in clima
controriformistico. La nostra conoscenza della verità è sempre parziale, e
quest’ultima può essere garantita solo dalla Rivelazione divina. Il pirronismo
si presta meglio del dogmatismo ad esprimere questo carattere limitativo e
provvisorio della conoscenza umana. Il maggior rappresentante dello S. moderno è
comunque Hume (1711-1776) che, pur respingendo lo S. totale degli antichi,
afferma che i nostri giudizi non assumono valore assoluto, ma si fondano su
un’abitudine psicologica. Lo S. humiano viene contrapposto polemicamente al
razionalismo kantiano da Schulze nell’Aenesidemus (1792), mentre l’idealismo
postkantiano lo combatte decisamente. Nel pensiero contemporaneo lo S. tende ad
essere superato dai diversi indirizzi fenomenisti, pragmatisti e relativisti,
sopravvivendo soprattutto come reazione polemica a certi indirizzi idealistici.
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