DEFINIZIONE:
|
Sono definite S. sacre il complesso di testimonianze dottrinali,
cultuali e liturgiche di una certa fede, che rispondono al bisogno, comune a
tutte le religioni, di fissare il contenuto di formule, racconti e gesti
rituali. La S. è ritenuta strumento privilegiato di obiettivazione di credenze e
culti avendo potenzialmente in sé la capacità di esprimere ogni cosa, come prova
l’antichissimo uso magico-superstizioso dell’alfabeto, basato appunto sul valore
sacrale della S. in quanto virtualmente già contiene ogni espressione dello
sviluppo del sapere. A seconda delle caratteristiche del contenuto, le S. si
distinguono in magiche (testi babilonesi, Atharvaveda dell’antica India, il
Libro dei Morti egizio, le laminette orfiche); rituali con descrizioni
analitiche di riti e formule (testi egizi piramidali, inni dei Veda,
dell’Avesta, del Corano, salmi dell’antico testamento, l’Akitu o rituale del
capodanno babilonese): mitologiche, a volte facilmente confondibili con fonti
letterarie che contengono racconti mitologici-cosmogonici (Kojiki con miti
cosmogonici e leggende della protoatosia giapponese, Poema di Gilgames
mesopotanico), oracolari (I-ching cinese, libri sibillini romani); profetiche
(libri dei Profeti dell’Antico Testamento). Un gruppo a sé, per le loro
caratteristiche peculiari, compongono le S. di popoli minacciati
dall’estinzione, che insieme al patrimonio religioso cercano di tramandare
un’immagine più ricca del proprio pensiero e della propria storia (Popul Vuh e
Chilam Balam dei Maya). A volte le S. contengono precipuamente le leggi
religiose, come accade per le leggi di Mani in India; talvolta assumono
innanzitutto la natura di libri dottrinali (il Tao-tè-ching che contiene le
enunciazioni fondamentali del taoismo, le Upanisad che costituiscono la
sistemazione organica di un corpo dottrinale-normativo e pratico risalente ad
un’elaborazione teorico-religiosa più antica). Le succitate divisioni non vanno
comunque intese rigidamente, e non sempre sono nettamente rilevabili nella
pratica. In particolare vi sono S. incentrate sulla figura di un maestro
rivelatore che si articolano in diverse parti, storica, dottrinale, rituale,
legislativa, normativa, morale, profetica (Pentateuco per la religione di Mosé,
Vangeli e Corano). Spesso le S. si presentano come sistema complesso, canone
generale di teorie e pratiche religiose (Tipitake buddhistico, contenente una
parte disciplinare ed organizzativa, una dottrina ricavata dalla predicazione di
Buddha, ed una parte filosofico-speculativa con legami ad argomenti più generici
di carattere profano. Anche i libri canonici del Confucianesimo (Wu-ching) hanno
contenuti diversi: normativo, rituale ed oracolare. In senso più tecnico, con S.
si designano i testi dotati di carattere canonico, posti a fondamento di una
determinata religione, in genere perché ritenuti di origine divina. Le maggiori
religioni sono fondate su libri direttamente ispirati dalla divinità(Bibbia e
Corano). Questi libri, pur essendo il risultato di un lungo processo storico di
elaborazione e di sistemazione, ad un certo punto del loro sviluppo si fissano
in una redazione che da quel momento diventa intoccabile, e costituisce
propriamente le S., come testo base di origine soprannaturale del patrimonio
dottrinale e pratico-rituale della religione.
|