DEFINIZIONE:
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Denominazione dei discendenti dio Sem, enumerati nella tavola dei popoli
(Genesi 10). Secondo l’attuale classificazione, basata non su particolari
elementi di origine etnica e luogo di provenienza ma su criteri linguistici, non
tutti i ventisei popoli citati possono essere considerati S.. Vanno infatti
esclusi i Lidi e gli Elamiti. Sono popoli S.: Accadi (assiri e babilonesi),
Amorriti, Cananei, Aramei (fenici ebrei, ammoniti, moabiti, edomiti), Arabi ed
Etiopi. Pertanto l’area semitica risulta limitata ad O dal mar Rosso e dal
Mediterraneo, a N dall’Armenia,, a S dal mar Rosso, e ad E dall’altipiano
iranico e dal Golfo Persico; comprende quindi gli attuali Stati di Israele,
Giordania, Libano, Siria ed Iraq. Secondo recenti scoperte archeologiche, la
zona sembra aver ospitato una civiltà paleolitica e neolitica anteriore
all’immigrazione dei S., che non sarebbero quindi originari della regione.
Camiti e S. dovrebbero essere entrambi originari dell’Asia centrale, e si
sarebbero spostati nei loro attuali territori fra il XIII e l’XI secolo a.C.
Separatisi, i S. sarebbero rimasti in Arabia, ed i Camiti avrebbero raggiunto
l’Africa. Tale provenienza comune sarebbe testimoniata dalla somiglianza tra le
due famiglie linguistiche, di cui la lingua egiziana costituirebbe una prova
evidente. Nel VII secolo, con l’avvento dell’islamismo, si produsse un ultimo
grande flusso migratorio dei S. verso l’Asia anteriore, l’Africa settentrionale
e l’Europa mediterranea (Spagna e Sicilia). I vari insediamenti rivelano grandi
differenziazioni etniche, sociali, politiche e religiose. Solo le lingue
evidenziano una stretta parentela. Sono rispettate in generale le comuni leggi
dietetiche, e tra i S. occidentali e meridionali risulta diffusa la
circoncisione. Il monoteismo, elevato nella concezione profetica ebraica a
perfezione morale, è il livello più elevato cui è giunta la civiltà semitica, e
rappresenta il suo apporto più significativo alla civiltà universale. A questo
si aggiunge come apporto non meno importante la trasmissione, per opera dei
Fenici, di un mezzo di espressione grafica totalmente nuovo: l’alfabeto (v.).
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