DEFINIZIONE:
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Secondo le Upanisad che hanno minuziosamente classificato ogni stadio
d’avanzamento spirituale, un S. (essere perfetto) è progredito dallo stato di
Jivanmukta (liberato mentre vive) a quello di paramukta (supremamente libero,
avente pieno potere sulla morte fisica): quest’ultimo s’è sottratto
completamente alla schiavitù della maya ed al suo ciclo di reincarnazioni. Se il
paramukta ritornasse in un corpo fisico, sarebbe un Avatara (v.). I S. sono il
riconoscimento di una sottile connessione naturale ed innata di varie
dimensioni: il ponte tra disparità vibrazionale di energie; il coesistere di
onda spirituale e di granulo materiale. E, se si parla di connessione, si parla
di molteplicità e non di individualità. I S. appartengono all’umanità, non al
singolo uomo. Ma, essi rappresentano ancora altro. Rappresentano il figliare
spontaneo di una (e da una) conoscenza maturata dal ciclo delle reincarnazioni.
Potrei dire che l’impatto generale di possibilità, di libertà, di contenuti che
un adolescente osserva in un uomo adulto possono venire assimilati all’idea dei
S., quali debbono apparire ad un sano discepolo, nei confronti di un Guru. I S.
iniziano a fare la loro comparsa nei primordi dell’evoluzione umana, in quelle
facoltà di veggenza e di unificazione allo Spirito del pianeta che possiedono le
razze al loro primo apparire alla luce. Rappresentano la telepatia inconscia che
manifestano molti individui della specie umana (spesso semplici peccatori come
tanti altri) ed è anche lo sconclusionato successo della maggior parte di
guaritori e veggenti. Sono anche l’allineamento alla fascia elastica della
materia, quando quella dei corpi più massicci degli uomini viene diluita,
allentata, sgranata sia dalla stessa evoluzione, sia da metodologie esoteriche
(Kriya). L’atomo planetario, nel suo complesso, tende ad una aromatizzazione
costante durante i suoi cicli storici, e si allinea sempre più alla natura che
non è semplicemente energia, ma fusione tra energia e materia (monismo). Dire
che ad un certo punto dell’evoluzione individuale essi appaiono, è commettere il
più gran peccato di faciloneria, di leggerezza e di falsa informazione che possa
esistere. Si affonda leggermente, persistentemente, inderogabilmente in essi
(quando il momento è giunto) lungo anni ed anni di macerazione e di evoluzione.
Oppure, essi, certamente, appaiono all’improvviso, ma per riprendere la
connessione (di solito in giovane età) con quanto era già posseduto nelle vite
passate. É regola generale che i S. debbano, comunque, venire accettati, dopo
averne compresa l’ineluttabile sopravvento, e coltivati, come quando si coltiva
una nuova facoltà concreta e reale (cultura od intelligenza), per un utilizzo
equiparabile ad ogni facoltà comune al genere umano.
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