DEFINIZIONE:
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Simbolo massonico che, nella ritualità anglosassone, compare nel
grado di Compagno d’Arte, in riferimento all’episodio biblico della guerra tra
gli uomini di Efraim e gli Ammoniti: "I Galaaditi intercettarono gli Efraimiti
al guado del Giordano; quando uno dei fuggiaschi di Efraim diceva: Lasciatemi
passare, gli uomini di Galaad gli chiedevano: Sei un Efraimita? Se quegli
rispondeva: No, i Galaaditi gli dicevano: Ebbene, dì Shibboleth, e quegli
diceva; Sibbolet, non sapendo pronunciare bene la parola. Allora lo afferravano
e lo uccidevano presso i guadi del Giordano" (Giudici 12, 5-6). Il termine
ebraico shibboleth compare nella Massoneria nell’opera francese L’Ordre des
Francs Maons Trahi del 1745, e dal 1760 in poi lo si ritrova in tutti i rituali
inglesi. La S. è simbolo d’abbondanza (come il melograno, v.) che presenta però
valenze specificatamente misteriche. La vicenda del grano rientra infatti
nell’ambito delle passioni vegetali, manifestando un nucleo centrale di
morte-rinascita e di cibo-coscienza, tipico dei simboli collegati al ciclo
alimentare. È significativo il precedente eleusino, nei cui rituali compariva
processionalmente il kikeon, ovvero la S.
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