DEFINIZIONE:
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É considerata una delle Luci Maggiori della Loggia, il simbolo più
importante del Lavoro massonico, e viene disposta sull'Ara con il Compasso (v.)
ed il Libro della Sacra Legge (v.). Per gli operativi era lo strumento idoneo ad
erigere un muro, un edificio, una cattedrale. Viene ancora impiegata per
controllare l'accuratezza della lavorazione delle pietre sgrossate. Utensile
fisso, quindi passivo, comprende in sé il filo a piombo e la livella.
Simboleggia il rigore morale e la perfezione, assumendo anche il significato di
equilibrio tra gli opposti, di conciliazione tra piano fisico ed intellettuale,
tra spirito e materia, tra attivo e passivo, tra iniziativa ed obbedienza. É
preziosa in quanto disciplina, precisa ed orienta senza costringere. La S.
suggerisce dirittura morale, frutto di educazione e di volontà ma spesso dote
naturale, veracità nelle opinioni e nei pensieri, equilibrio ed onestà di
propositi. É la luce interiore, ed è simbolo delle idee del diritto e del
dovere, dell'attività etica e della Materia. É infine simbolo di Rettitudine, di
Legge e di Giustizia. All'Oriente la S. adorna il trono ed il petto del Maestro
Venerabile, perché i suoi insegnamenti e le sue direttive debbono essere sempre
sagge e rette, e perché è da lui che si deve irradiare e diffondere la Luce
massonica su tutti i Fratelli della Loggia. Il Wirth fa infine notare come sia
la Croce che il Quadrato possano essere considerati come formati da due o
quattro S. a braccia uguali, riuniti alla loro sommità od alle loro estremità.
Il concetto viene ripreso dall’illustre Fr. Ivan Mosca, che lo estende
all’impiego di quattro squadre "a forca", ovvero asimmetriche, l’unica
considerabile da muratore (quella simmetrica è da falegname). Egli sostiene che
nelle Logge operative tale tipo di squadra era indossata da tre Maestri
(simbolicamente rappresentanti Re Salomone, Hiram di Tiro ed Hiram Abif) che,
all’apertura dei Lavori, deponevano le loro squadre sulla Bibbia, ove già se ne
trovava una quarta. Le quattro squadre formavano così la "swastika",
rappresentazione del Sole, e quindi dello Spirito, la scintilla divina. Disposte
invece divergenti, formavano un quadrilungo, emblema della materia, della Terra
e quindi del Corpo fisico. Disposte infine in modo convergente, formavano la
Croce Cosmica. Quindi le quattro squadre "a forca" potevano formare gli emblemi
sia dello spirito che della materia, come anche l’emblema di ciò su cui il corpo
è crocifisso affinché l’anima possa purificarsi. Y (G.O.I.) Come tutti i
Simboli, anche la S. propone un modo di essere. Mentre il significato della S.
può essere considerato sotto molteplici punti di vista, in relazione con i più
svariati eventi, tuttavia il modo di essere ad essa associato rimane
sostanzialmente il medesimo. La S. ci appare come un mezzo di osservazione e
misurazione di una realtà percepita. Essa si presenta con due bracci ad angolo
retto, che implicano due punti di vista o riferimenti del tutto indipendenti fra
di loro. In tal modo è possibile avere una misurazione imparziale, senza che uno
dei punti di vista prevalga sull'altro. Appare quindi chiaro che la S. proponga
il dovere di essere imparziali ed equilibrati nelle nostre osservazioni. Ma in
aggiunta la S. propone alla nostra attenzione soprattutto il modo di essere che
si accompagna ad ogni imparziale osservatore, prima e dopo le osservazioni e le
misurazioni.
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