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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «01996»

TERMINE: SUFISMO
DEFINIZIONE:

Termine derivato dall'arabo suf, lana grezza. Tendenza mistica musulmana, originata dal rigido ascetismo di alcuni settori dell'Islam primitivo, e dalla predicazione di taluni zelanti che esortavano ad abbandonare le cose del mondo per isolarsi il località desertiche. La dottrina si rifà alla figura di Maometto profeta e pietoso predicatore (in età giovanile9 alla Mecca, mentre la shari’a (v. Islamismo), fondamento dell’Islam, sviluppa l’insegnamento di Maometto nel periodo di permanenza a Medina, dove fu capo politico e militare, nonché severo legislatore. I primi Sufi dell’VIII secolo furono asceti e quietisti piuttosto che mistici, ma successivamente (IX Secolo) l’ascetismo venne considerato solo come il primo tratto di un lungo viaggio, allenamento preliminare ad una più ampia vita spirituale. Il S. ebbe una prima impronta dottrinaria da Hasan al-Basri (?-728). Altri maestri, detti appunto Sufi, che proclamarono la possibilità dell'intuizione di Dio in contrapposizione all'intellettualismo ed al formalismo, furono al-Mhasibi (?-857) ed al-Hallag (ucciso nel 921 come eretico). Illustri mistici furono pure Abu hamid al-Ghazali (?-1111), as-Suhrawardi Maqtul (condannato a morte nel 1191 per eresia) ed Ibn al-Arabi (m. 1240). In parte influenzato dal neoplatonismo e dal monachismo cristiano, il S. delineò una complessa dottrina ascetica, il cui primo passo consiste nel pentimento, cioè nella conversione. In seguito il penitente, sotto la guida di un maestro spirituale, compie un periodo di prova di tre anni, che gli permette di diventare padrone del proprio cuore. Si realizzano così i vari stadi della via mistica, ai quali corrispondono gli stati del mistico stesso culminanti nel lampo dell'intuizione divina. Il S., specie all’inizio, fu fortemente osteggiato da tutte le correnti teologiche musulmane, a causa della sua esaltazione della virtù deIl’amore, ritenuta più importante persino della prerogativa cardine della legge islamica: l’obbedienza. Il punto d'arrivo del sufi è quindi un'esperienza emozionale, il rapimento nell'amore divino. Tale esperienza mistica può realizzarsi esclusivamente in comunità organizzate. Per questa fondamentale ragione il S. è articolato in confraternite ed ordini di poveri (faqir) oppure di mendicanti (darwis), tuttora presenti soprattutto nelle regioni dell'Africa settentrionale. Queste si diffenziano tra loro per gli abiti, per il giorno settimanale dedicato ad Allah, e per il tipo di esercizi religiosi. La via di elevazione spirituale del S. è detta "Sentiero", già esposto nel più antico e completo trattato, il Kitab al Luma, che lo descrive composto da Sette Gradi, ognuno risultante dai precedenti e che descrivono la disciplina ascetica ed etica , ovvero il Metodo, lungo il quale si sviluppano i Dieci Stati, che ne sono la conseguenza e la finalità. I Sette Gradi sono: il Pentimento, l’Astinenza, la Rinuncia, la Povertà, la Pazienza, la Fiducia in Dio e la Sottomissione. Mentre i Gradi possono essere acquisiti e padroneggiati con la volontà, gli Stati sono disposizioni e sentimenti sui quali l’uomo non ha poteri, poiché provengono da Dio per catturare il cuore di ognuno, senza che ci sia possibilità di accettarli o respingerli. I Dieci Stati sono: la Meditazione, la Vicinanza a Dio, l’Amore, il Timore, la Speranza, il Desiderio ardente, l’Intimità, la Tranquillità, la Contemplazione e la Certezza.

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