DEFINIZIONE:
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Termine ebraico avente il significato di studio od insegnamento.
Rappresenta il titolo di due vaste opere ebraiche: T. palestinese e T.
babilonese, in cui i dottori della Legge ('amorraim) di Palestina e di Babilonia
riunirono la dottrina tradizionale ebraica nel corso del III-V secolo a.C. I
testi del T. comprendono la Misnah (v.) e la Gemarah, serie di osservazioni,
discussioni, sentenze, aneddoti e parabole suggeriti agli 'amorraim dallo studio
della Misnah stessa. Il T. palestinese (IV secolo), molto conciso, oscuro ed
incompleto, è ricco di leggende e di considerazioni d'ordine morale. T. per
antonomasia, per la sua diffusione ed autorità, è considerato il T. babilonese
(V secolo), ben otto volte più esteso di quello palestinese. Vi prevale
l'elemento giuridico e ritualistico. Gli argomenti del T. consistono in
halakhah, spiegazioni ed esposizioni di testi giuridici (norme legali, costumi
rituali, regole pratiche di vita pubblica), ed haggadah, dogmatica,
predicazione, questioni sociali, tradizioni storiche, leggendarie e
folcloristiche. Il T. è quindi importante non solo per la focalizzazione di
tradizioni giuridiche , ma anche come fonte di notizie sulla vita, la storia ed
il pensiero dell'età precristiana cristiana primitiva. Mal compreso per
difficoltà linguistiche, suscitò prevenzioni e diffidenze da parte cristiana. Fu
ripetutamente oggetto di divieti, sequestri, e roghi. Se ne conoscono pochi
manoscritti antichi, mentre la prima edizione a stampa dei due T. risale al
1520-1523.
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