DEFINIZIONE:
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Termine che, nella mitologia classica, indica una località
ultraterrena, generalmente rappresentata come una pianura squallida e buia cinta
da invalicabili mura e porte di ferro con soglie di bronzo (Iliade, di Omero,8,
17-20), dove stanno i Titani sconfitti da Zeus. Nel T. venivano collocati anche
alcuni grandi colpevoli del mito, quali le Danaidi, Sisifo, ecc. Su di esso
poggerebbero le radici della terra, del mare e del cielo. Secondo il Graves (I
Miti Greci, Ediz. Longanesi, 1983), "Quando le ombre scendono al T., il cui
ingresso principale si trova in un bosco di pioppi bianchi, presso il fiume
Oceano, ciascuna di esse è munita di una moneta, che i parenti le hanno posta
sotto la lingua. Possono così pagare Caronte, il tristo nocchiero che guida la
barca al di là dello Stige. Questo lugubre fiume delimita il T. ad occidente, ed
ha come tributari l’Acheronte, il Flegetonte, il Cocito, l’Averno ed il Lete. Le
ombre che non hanno moneta devono attendere in eterno sulla riva, a meno che non
riescano a fuggire ad Ermete, la loro guida e custode, introducendosi nel T. da
un ingresso secondario, come Tenaro, in Laconia, od Aorno, nella Tesprozia. Un
cane con tre teste, chiamato Cerbero, monta la guardia sulla sponda opposta
dello Stige, pronto a divorare i viventi che osassero introdursi laggiù, oppure
le ombre che tentassero di fuggire". Y (Massoneria): Il T. è una sostanza
alchemica dalla quale si ricava la forza per operare nella Maestria. È
simboleggiato da un quadrilungo (v.), ovvero da un quadrato allungato. Esso
ricorda il Tempio dove si radunano i Fratelli per lavorare, ed è anche il
simbolo della Pietra Grezza (v.) che ogni Massone deve sgrossare attraverso il
suo affinamento spirituale, levigandone la superficie fino a farla diventare
Pietra Cubica (v.).
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