DEFINIZIONE:
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Termine derivato dalla radice indoeuropea tem,
che significa dividere, delimitare. Definisce un luogo sacro destinato al culto.
Anticamente, in epoca arcaica, il culto ignorava la costruzione di templi, come
evidenziato dal fatto che gli stessi termini che in età storica designano
l’edificio sacro (templum, phanum, sacellum, aedes) in origine indicavano lo
spazio naturale, il luogo segnato da caratteristiche che vi testimoniavano la
presenza, la manifestazione delle divinità. Quindi il culto si esplicava a
diretto contatto della natura venerata o dell’oggetto considerato sacro. È il
caso del cipresso di Esculapio a Cos, del bosco di diana a Nemi, della fonte di
Saint-Sauveur nella foresta di Compiègne, del dolmen Creuz-Moquem di carnac, del
falò della festa celtica di Beltane, del capro del dio egizio Amon, ecc. In
seguito il luogo ritenuto sacro venne delimitato nella sua perimetrazione, e
segnato da cippi terminali o da recinzioni. Il T. naturale era denominato dai
Greci temenoz, ovvero delimitazione del luogo adibito a culto, sul quale poteva
anche sorgere un edificio (naoz) dove si conservavano i beni del T., ma spesso
anche quelli dell'erario pubblico. Per i Romani il templum significava uno
spazio della volta celeste o della superficie terrestre, che veniva determinato
attraverso gli auspici. L'esigenza di luoghi stabili e ben definiti da adibire
al culto fu avvertita soprattutto dopo le invasioni indoeuropee in Grecia e
nella penisola italica. Pur continuando a sopravvivere in luoghi di culto
naturali con altare all'aperto, nacque allora in Babilonia, in Egitto e presso
gli Ebrei il T. inteso come vera e propria casa od abitazione di Dio. In India
il T. chiuso nacque con l'avvento del buddhismo e dell'induismo. Con il
cristianesimo il termine T. fu usato genericamente quale sinonimo di basilica o
di cattedrale. Y (Massoneria) Il T. massonico è a forma di quadrolungo, ovvero
di rettangolo, con un’unica porta d’accesso che viene simbolicamente considerata
orientata ad occidente. Ai lati di questa porta si trovano due colonne di
elevato valore simbolico. La sala ha una volta azzurra cosparsa di stelle, ed è
simbolicamente sostenuta da dodici colonne: sei a settentrione e sei a
mezzogiorno, ognuno contraddistinta da un segno zodiacale: esse ricordano le
singole verità individuali, rappresentando pertanto un richiamo alla Tolleranza.
Intorno alle pareti del T. corre un cordone (v.) rosso, in cui vi sono sette
nodi d’Amore (profanamente noti come nodi Savoia), il mediano dei quali è
situato al centro della parete orientale, e le cui estremità terminano con
fiocchi avvinti alle due Colonne "J" e "B". Il T. identifica il punto
geografico, geometrico o geodetico, in cui lavorano i Liberi Muratori. É una
raffigurazione del Cosmo, le cui dimensioni non sono definibili, sia in
Massoneria che in tutte le religioni. Infatti per il Massone le sue dimensioni
vanno da Oriente ed Occidente, dal Settentrione al Mezzogiorno, e dallo Zenit al
Nadir. É quindi definito come "un punto situato nel Cosmo, noto ai soli figli
della Vedova". I Lavori che vi si svolgono presuppongono un particolare stato di
coscienza da parte di tutti i Fratelli partecipanti. Questo stato di coscienza
si identifica con lo stato interiore, a cui fa riferimento il rituale massonico
con l’abbandono dei metalli al di fuori della Loggia; una condizione imposta al
profano prima della sua iniziazione, e sempre richiesta ai Fratelli prima di
accedere al T. al seguito del Maestro delle Cerimonie. Tale stato mentale è
assolutamente essenziale per distinguere la Loggia da qualsiasi altra possibile
forma di assemblea di uomini, riuniti per perseguire un comune ideale. Tipico ed
esclusivo delle sole società iniziatiche, esso implica il totale ed assoluto
distacco dal mondo profano, con i suoi tipici vizi e con le passioni che ne
derivano. Quindi nel T. si è posti in una situazione interiore particolare,
essendo soggetti alle energie interagenti nel Cosmo, nell’ambito della Legge del
G.A.D.U. (v.). La comprensione e la padronanza di tale peculiare stato d’animo
diventeranno vieppiù accessibili nel corso dell’analisi dei riferimenti e dei
simboli presenti nel T., giunti fino a noi attraverso la stretta via della
Tradizione Iniziatica, di cui l’Istituzione Muratoria rappresenta il filone
occidentale più valido ed attivo. Il T. in sé è quindi un simbolo, sicuramente
il più complesso tra tutti i moltissimi simboli muratori. Esso racchiude tutta
una serie di significati operativi e sperimentali riferiti all’essere umano, e
compresi nell’imperativo "Conosci Te stesso", che la tradizione vuole leggibile
all’esterno della porta d’ingresso, un monito eloquente dal significato simile
al "dietro ai sensi vedi che la ragion non vale" dantesco. Secondo Freud il
sogno decifrato spesso ci si rivela inconfessabile. Ma nell’inconscio non vi è
solo l’infinito, ma anche il sublime. Per il Sebastiani, il T. massonico è la
massima rappresentazione del simbolo magico del mondo esoterico, il dominio
della via iniziatica, l’edificazione di uno smisurato ordine di vita superiore,
oltre l’Universo, oltre l’infinito; il mondo dell’Ego e della coscienza umana,
dell’Essere e del non Essere, quello che deve trovare il senso occulto velato
dal senso, il vero senso spirituale della vita umana. Ogni particolare
dell’arredo, ogni attrezzo ed ogni utensile ha in questo T. un suo significato
simbolico; anche il ritmo dei colpi di Maglietto (v.) del Maestro Venerabile e
dei due Sorveglianti, parla un suo proprio linguaggio spirituale. Gradualmente
il Massone, un neonato sempre rinnovato, vi prosegue il suo cammino nell’Arte
Reale, per raggiungere la Luce. Resta inconfutabile il fatto che nessuna Loggia,
come nessun Ordine, ha la competenza e la possibilità di determinare il
significato di un simbolo, particolarmente quello del G.A.D.U. e quello delle
tre Grandi Luci (Squadra, Compasso e Libro Sacro o della Legge, v.). É solo
individualmente che ogni massone ha il diritto, la competenza e la possibilità
concreta di interpretare i simboli, determinandone il significato. Questa non è
che la conseguenza della pratica della Tolleranza massonica, il che significa
che ogni Fratello deve poter agire nella piena libertà della sua coscienza.
Nella loro collocazione nel Silenzio del Settentrione, gli Apprendisti sono
predisposti a percepire ed attivare il proprio "Sole di mezzanotte", ovvero a
conseguire la simbolica conquista interiore, anche solo sfiorandola, il che
consentirà loro il passaggio all’altra Colonna. Illuminate le proprie Tenebre e
conquistata la vera Libertà dai condizionamenti esteriori, il Fratello diventa
Compagno d’Arte, collocandosi nella Colonna di Meridione. Ora, nella piena Luce
del Sole allo Zenit, si riflette con l’operatività speculare negli altri
Fratelli, negli altri uomini, di cui riconosce l’essenziale Uguaglianza. Le
quattro posizioni solari agli equinozi, quando si equivalgono la durata del
giorno e della notte, coincidono con le ore 6, 12, 18 e 24. É un fatto che
riveste particolare importanza nell’indagine del significato profondo delle ore
di apertura e di chiusura degli architettonici Lavori di Loggia. Inoltre al
rappresentazione microcosmica del T. porta ad individuare equinozi e solstizi,
seguendo il moto apparente del Sole, non più diurno ma annuo. Quindi ogni
Fratello può seguire il corso annuale del Sole, con l’attraversamento dei 12
segni zodiacali (v. Zodiaco ed Astrologia), nell’alternarsi delle stagioni. Le
12 Colonne ricordano anche le 12 fatiche di Ercole (v.), corrispondenti ai 12
segni di cui l’Iniziato può e deve percorrere il senso reale e velato attraverso
la sperimentazione su sé stesso, per divenire a sua volta un "Sole", e lavorare
veramente per il bene ed il progresso dell’Umanità. Le significanze dei quattro
Elementi (Terra, Acqua, Aria e Fuoco, v.), i cui simboli sono evidenziati
ripetutamente, sono riferite ai quattro tipi primordiali della manifestazione
cosmica, nonché al ritmo ermetico delle manifestazioni naturali ed al ciclo
biologico della vita umana. Le loro attribuzioni energetiche costituiscono il
Quaternario, cioè la realtà manifesta, quindi sia l’Universo che l’uomo, che
contengono tutte le potenzialità e le Leggi. Ciascun elemento conferisce la
propria natura qualitativa a tre diversi segni zodiacali. Perciò l’energia di
ognuno di essi si esprime attraverso una diversa modalità funzionale. A seconda
della modalità espressa, detto in linguaggio astrologico, tali segni sono
denominati come Cardinali, Fissi e Mutevoli, o mobili. I segni Cardinali
esprimono l’essenzialità, ovvero la stretta conformità al principio informatore;
i segni Fissi la stabilità, cioè la modalità realizzatrice o concretizzante,
quindi un aspetto di mantenimento e di conservazione; i segni Mutevoli indicano
la variabilità, la modalità trasformatrice che prepara il passignificante. una
specifica modalità funzionale: quella essenziale (Cardinali), quella
realizzatrice (Fissi) e quella realizzatrice (Mutevoli). Se ne possono trarre
diverse analogie, espressioni del principio ermetico di dualità, di polarità
positiva e negativa, opposte e complementari: Sole-Luna, Luce-tenebre,
Bianco-Nero, Equinozio-Solstizio e Fuoco/Aria-Acqua/Terra. Sono contrapposizioni
tutte risolvibili nel punto di equilibrio, al centro del T., in cui ogni
Fratello si colloca. Nel T. sono infine evidenti i seguenti simboli: il
pavimento a scacchi; i gradini; i cinque scranni dei Dignitari di loggia, con
gli attrezzi operativi loro attribuiti (Squadra, Livella e Verticale) ed i tre
Pilastri (Minerva, Venere ed Ercole); le tre Luci minori; il Testimone acceso; i
tre candelabri dei tre primi Dignitari di Loggia; l’Ara od Altare; le tre Grandi
Luci; la Menorah; il Quadro di Loggia; la Spada Fiammeggiante; gli attrezzi
operativi (Regolo o Misura da 24 pollici, Cazzuola, Leva, Mazzuolo e Scalpello);
la Pietra Grezza e quella Cubica; il Bastone del Maestro delle Cerimonie; la
Spada e la Chiave del Copritore interno; la Stella Fiammeggiante o Pentalfa; il
Delta luminoso; il Sole e la Luna; la scritta siglata all’Oriente A\ G\ D\ G\ A\
D\ U\ ; il Trinomio, di solito inciso sulla facciata dell’Ara (Libertà,
Uguaglianza, Fraternità). Indagini particolareggiate su ogni simbolo elencato
possono essere effettuate attraverso la consultazione di ciascuna singola voce.
A livello speculativo va infine considerato che il T. è il luogo fisico in cui
si svolgono i Lavori massonici. É consacrato dalla presenza rituale, dalla
volontà concorde e dal Lavoro corale che lo trasformano in Loggia, cioè
nell’unità Idea-Forza della Libera Muratoria universale, identificandosi così
con l’intera comunione dell’istituzione massonica. La Loggia è l’uomo, e l’uomo
è la Loggia. Può diventare Officina, cioè Laboratorio, Athanor alchemico,
palestra di opinioni liberamente espresse, quindi fucina di idee e di Uomini,
vincolati dalla memoria degli ideali e della Tradizione, proiettati nel presente
e costruttori del futuro, al di là del mutevole e del contingente. La parola T.
implica sacralità. Un T. può essere situato al di fuori di noi o anche trovare
posto nella nostra interiorità, ma il presupposto della sacralità rimane
invariato. Si deve però comprendere che il T., dal punto di vista esoterico, non
rappresenta un punto di arrivo stabile che una volta raggiunto permane in noi.
Esso deve essere continuamente da noi riproposto alla vita. In questo senso
rappresenta un progetto. Come per l'Officina, non esistono confini netti fra T.
interiore e quello esteriore. Siamo noi che facciamo la differenza, guardando
dentro e guardando fuori. Si tratta sempre e comunque del T. della vita.
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