DEFINIZIONE:
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Dimostrazione della razionalità complessiva del mondo creato, che
tende ad escludere il male o la possibilità che questo sia in contrasto con la
giustizia divina. Questa "giustificazione di Dio" venne tentata per la prima
volta da Leibniz, cui è dovuta anche l’invenzione del termine. Nell’Essay de
Theodicée sur la bonté de Dieu, la liberté de l’homme et l’origine du mal
(1710), Leibniz intende appunto controbattere le obiezioni avanzate da Bayle
alla giustizia divina, dimostrando che l’esistenza del male nel mondo non è in
contrasto con la provvidenziale bontà di Dio. La considerazione del rapporto tra
Dio ed i possibili mondi, porta anzi il filosofo ad affermare che quello
effettivamente creato è "migliore possibile dei mondi". Il male è un fatto
esistente, ma non va fatto risalire alla imperfezione del creato, bensì alla
libertà dell’uomo. Inoltre quest’ultima si concilia con la predestinazione
divina, in quanto libertà non è sinonimo di indifferenza, bensì semplice assenza
di costrizione. Più tardi, per l’influenza del Cousin, il termine T. divenne
sinonimo di indagine filosofica su Dio, confondendosi così con la stessa
teologia naturale razionale.
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