DEFINIZIONE:
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Nel concetto filosofico il numero U. è sinonimo di unità, in opposizione a
molti. Nella storia della filosofia assume particolare significato, poiché vi si
concepisce la coincidenza dell’U. ipostatico e teologico con Dio. Sono i
neoplatonici ad introdurre questa interpretazione, identificando l’U. con l’idea
platonica del bene. A differenza delle innumerevoli cose conosciute
dall’intelletto umano, l’U. è assolutamente semplice, e trascende come tale
tutti i generi e le specie particolari, ponendosi come principio supremo di
unificazione ontologica. La scolastica cristiana medioevale eredita questa
nozione di unità e semplicità, e concepisce l’U. (insieme al Vero ed al Bene)
come attributo trascendentale dell’essere, ossia come quell’attributo comune a
tutti gli esseri, che trascende tutti i generi particolari. La concezione
mistica e panteistica dell’U., propria del neoplatonismo, viene ripresa in epoca
rinascimentale da Giordano Bruno (v.). L’U.-tutto è il principio del mondo,
coincidente con il mondo stesso. Questa sorta di monismo naturalistico è
presente anche in epoche molto posteriori, come nella filosofia della natura di
Schelling. Hegel distingue l’U. come concetto astratto, opposto ai molti,
dall’unità, che è un concetto concreto. Y (Massoneria) Simbolicamente l’Alchimia
e l’Ermetismo rappresentano l’U. con un cerchio, raffigurato con un serpente che
si mangia la coda. Secondo il Moramarco, il numero U. è simbolo palese del
G.A.D.U. (v.), e rappresenta la meta, il termine ultimo della conoscenza
simbolica. La via iniziatica procede dall’U. indistinto (la pietra grezza)
all’U. articolato (la pietra cubica), transitando per il ternario ed il
quinario, che sono la radice (tre) e l’escrescenza (cinque) articolari
dell’Unità. La botanica Agnes Arber (v. Il molteplice e l’U.) riferisce che il
mistico persiano Jili dette espressione all’idea di Unità con una vivida
meteora, allorché disse che una cinta di mura, osservata da vicino, si rivela
costituita da una molteplicità di componenti diversi, come pietre, mattoni e
calce. Ma se la si guarda da lontano mostra soltanto il suo carattere essenziale
di cinta di mura, cosicché la sua molteplicità si fonde in unità. L’U. è quindi
il simbolo ideale massonico, celato però agli occhi fisici. La Libera Muratoria
non ha valorizzato con più riscontri rituali questo numero, forse perché
l’aspirazione a vedere l’universo come entità unitaria trova espressione
ovunque, sia in Oriente che in Occidente. Ma mentre i pensatori orientali
tendono ad evidenziare l’U., quelli occidentali sono più tesi verso il
molteplice. Così l’Istituzione muratoria ha parzialmente rimosso il dato formale
dell’Unità, recuperandolo attraverso l’esplorazione delle potenzialità unitarie
latenti nei numeri Tre, Cinque e Sette (v.).
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