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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «02142»

TERMINE: UNO
DEFINIZIONE:

Nel concetto filosofico il numero U. è sinonimo di unità, in opposizione a molti. Nella storia della filosofia assume particolare significato, poiché vi si concepisce la coincidenza dell’U. ipostatico e teologico con Dio. Sono i neoplatonici ad introdurre questa interpretazione, identificando l’U. con l’idea platonica del bene. A differenza delle innumerevoli cose conosciute dall’intelletto umano, l’U. è assolutamente semplice, e trascende come tale tutti i generi e le specie particolari, ponendosi come principio supremo di unificazione ontologica. La scolastica cristiana medioevale eredita questa nozione di unità e semplicità, e concepisce l’U. (insieme al Vero ed al Bene) come attributo trascendentale dell’essere, ossia come quell’attributo comune a tutti gli esseri, che trascende tutti i generi particolari. La concezione mistica e panteistica dell’U., propria del neoplatonismo, viene ripresa in epoca rinascimentale da Giordano Bruno (v.). L’U.-tutto è il principio del mondo, coincidente con il mondo stesso. Questa sorta di monismo naturalistico è presente anche in epoche molto posteriori, come nella filosofia della natura di Schelling. Hegel distingue l’U. come concetto astratto, opposto ai molti, dall’unità, che è un concetto concreto. Y (Massoneria) Simbolicamente l’Alchimia e l’Ermetismo rappresentano l’U. con un cerchio, raffigurato con un serpente che si mangia la coda. Secondo il Moramarco, il numero U. è simbolo palese del G.A.D.U. (v.), e rappresenta la meta, il termine ultimo della conoscenza simbolica. La via iniziatica procede dall’U. indistinto (la pietra grezza) all’U. articolato (la pietra cubica), transitando per il ternario ed il quinario, che sono la radice (tre) e l’escrescenza (cinque) articolari dell’Unità. La botanica Agnes Arber (v. Il molteplice e l’U.) riferisce che il mistico persiano Jili dette espressione all’idea di Unità con una vivida meteora, allorché disse che una cinta di mura, osservata da vicino, si rivela costituita da una molteplicità di componenti diversi, come pietre, mattoni e calce. Ma se la si guarda da lontano mostra soltanto il suo carattere essenziale di cinta di mura, cosicché la sua molteplicità si fonde in unità. L’U. è quindi il simbolo ideale massonico, celato però agli occhi fisici. La Libera Muratoria non ha valorizzato con più riscontri rituali questo numero, forse perché l’aspirazione a vedere l’universo come entità unitaria trova espressione ovunque, sia in Oriente che in Occidente. Ma mentre i pensatori orientali tendono ad evidenziare l’U., quelli occidentali sono più tesi verso il molteplice. Così l’Istituzione muratoria ha parzialmente rimosso il dato formale dell’Unità, recuperandolo attraverso l’esplorazione delle potenzialità unitarie latenti nei numeri Tre, Cinque e Sette (v.).

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