DEFINIZIONE:
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Vangelo apocrifo (v.) attribuito all’evangelista
Matteo, conosciuto anche con il titolo "Libro sulla nascita della Beata Vergine
e sull’Infanzia del Salvatore". Vediamone l’inizio dai Vangeli apocrifi, Ediz.
Einaudi, 1978: "In quei giorni c’era a Gerusalemme un uomo di nome Gioacchino,
della tribù di Giuda. Costui era un pastore di pecore sue, timorato di Dio nella
sua semplicità e bontà. Non aveva altra cura se non delle sue greggi, con il
frutto delle quali aiutava tutte le persone pie, offrendo doni doppi a coloro
che operavano nel culto di Dio e nello studio della legge, ed offrendo doni
semplici a coloro che li servivano. Pertanto, sia degli agnelli, sia delle
pecore, sia delle lane, sia di qualunque cosa egli possedesse, faceva tre parti:
una parte la dava alle vedove, agli orfani, ai pellegrini ed ai poveri; un’altra
parte alle persone addette al culto di Dio; la terza parte la riservava a sé ed
a tutta la sua famiglia. E poiché così faceva, Dio moltiplicava le sue greggi,
tanto che non c’era altro pari a lui nel popolo d’Israele. Aveva cominciato a
fare così fin dal quindicesimo anno della sua età. A vent’anni prese in moglie
Anna, figlia di Isachat, della sua tribù, cioè della stirpe di Davide; ma, pur
essendo poi rimasto con lei per venti anni, non ebbe da lei né figli né figlie".
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