DEFINIZIONE:
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Denominazione ufficiale attribuita al ventunesimo (secondo la
numerazione tradizionale) concilio ecumenico. La sua convocazione venne
annunciata da papa Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959, dopo soli tre mesi dalla
sua elevazione al trono di Pietro. Dopo una lunga fase preparatoria, la
costituzione apostolica Humanae salutis del Natale 1961 ne diede formale avvio,
celebrato l’11 ottobre 1962 nella basilica di San Pietro, alla presenza di circa
2500 padri conciliari convenuti da tutto il mondo. La prima sessione si concluse
l’8 dicembre 1962. Dopo la morte di papa Giovanni XXIII (3 giugno 1963), il suo
successore (Paolo VI) decise di proseguire i lavori del concilio. La seconda
sessione durò dal 29.9 al 4.12 1963, cui ne seguì una terza dal 14.9 al 21.12
1964, ed una quarta ed ultima dal 13.9 all’8.12. 1965. Al termine del concilio
furono redatte quattro costituzioni, in cui erano schematizzati i risultati
acquisiti nel corso dei lavori: 1) Sacrosanctum concilium, sulla liturgia; 2)
Lumen gentium, sulla Chiesa; 3) Dei Verbum, sulla Rivelazione; 4) Gaudium et
spes, sul mondo contemporaneo. Inoltre vennero approvati nove diversi decreti:
sui mezzi di comunicazione sociale, l’ecumenismo, le Chiese orientali
cattoliche, l’ufficio pastorale dei vescovi, il rinnovamento della vita
religiosa, la formazione sacerdotale, l’apostolato dei laici, l’attività
missionaria e la vita dei presbiteri. Infine vennero pubblicate tre
dichiarazioni, sull’educazione cristiana, sulla libertà religiosa e sulle
relazioni con le religioni non cristiane. Tra i contributi più significativi del
concilio, se ne possono citare alcuni a titolo esemplificativo. La liturgia
viene considerata come fulcro dell’intera struttura ecclesiale, terreno in cui
germinano la fede e la pratica cristiane. La condivisione e l’accostamento alla
Bibbia ed alla preghiera comune, reso più accessibile grazie all’impiego delle
lingue correnti, in sostituzione del latino. Nella concezione di Chiesa,
presentata come sacramento dell’unione con Dio e dell’unità del genere umano,
spazi peculiari sono riconosciuti ai laici, dichiarati partecipi del sacerdozio
di Cristo. Un ruolo imprescindibile è attribuito ai vescovi, padri nelle proprie
diocesi e collaboratori, nell’unico collegio apostolico di cui il papa è capo,
principio visibile e fondamento dell’unità dei vescovi e dei fedeli.
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