DEFINIZIONE:
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Numerose sono in Europa le raffigurazioni della V considerate
sacre. Quella venerata nel santuario di Oropa (Biella) è forse la più famosa: è
alta un metro e 32 centimetri, con una coroncina di gusto gotico sul capo, ed è
in legno di cirmolo colorato in nero nelle parti scolpite. Il volto è brunito,
secondo una tipologia non rara e che si riscontra in molte parti d'Europa fra il
XII e il XIII secolo. Il volto brunito della statua potrebbe evidenziare la
volontà di tradurre figurativamente il versetto del Cantico dei Cantici "Bruna
son io e pur leggiadra, non state a guardare se io son bruna, perché mi ha
abbronzato il sole" oppure parrebbe avvalorata l’ipotesi dell'uso, soprattutto
in area Medio Orientale, di antiche statue egiziane raffiguranti soprattutto la
dea Iside, poi reimpiegate per l’adattamento al culto cristiano. Un'ultima
ipotesi vede nella brunitura del volto l'influenza esercitata dall'iconografia
di divinità galliche e romane, spesso brunite, venerate in cripte sotterranee
come taumaturgiche per la fecondità ed il parto. La V. di Oropa (fig 1) è
rappresentata in piedi, con il Bambino seduto sul braccio sinistro ripiegato. La
più recente critica ritiene che la statua possa essere stilisticamente riferita
ad un ignoto artista valdostano, e databile al finire del XIII secolo. Alcune
ipotesi scientifiche sulle ragioni del colore scuro delle V. sono: · annerimenti
per cause chimiche e temporali; · l'impiego di un particolare tipo di legno
scuro; · l'unione della tradizione bizantina con il reimpiego cristiano di
gruppi egizi in ebano; · la già citata influenza esercitata dalla iconografia di
divinità galliche e romane talvolta brune. Tra le più note V. ricordiamo: La
Madonna nera del Sacro Monte di Varese, in uno sperduto convento di Romite
Ambrosiane Qui il padre cappuccino G. B. Aguggiari, volendo agevolare il flusso
dei numerosi pellegrini, ottenne dal giudice delle strade l'autorizzazione a
costruire una nuova via che salisse comodamente al monte. Per offrire al
pellegrino spunti di preghiera durante il cammino, la strada venne trasformata
in via sacra, dove meditare sui misteri del Rosario. San Carlo Borromeo,
arcivescovo di Milano, sostenne il monumentale progetto assieme al fratello, il
ben noto cardinale Federico, e in piena controriforma ne fece un baluardo contro
il protestantesimo. La Madonna nera (fig. 2) di Tresivio (Sondrio), cui sono
state dedicate molte tabelle e quadri votivi, che testimoniano la grande
devozione dei fedeli di tutta la Valle per le numerose grazie ricevute. Nostra
Signora di Czestochowa (fig. 3), venerata nel monastero polacco costruito dal re
di Opole Ladislao sul Jasna Gora, incoronata nel 1717 dopo la vittoria
sull’esercito svedese; Santa Maria nel Santuario di Sovereto, a pochi
chilometri dal famoso Castel del Monte (Terlizzi). In esso oltre all’immagine
della V., fra le più belle in assoluto, sono visibili l'altare maggiore,
restaurato di recente, tre lastre tombali appartenenti a due cavalieri Templari
ed un chierico, e il simbolico albero dalla triplice radice. Il luogo, avamposto
Teutonico e Templare, era ed è un omphalos, dove la natura convoglia le sue
forze telluriche; Santa Maria, nell’omonima chiesa eretta in san Nicola, una
delle isole Tremiti, inserita nell’imponente fortificazione dell’Abbazia, dove
si respira ancora l’atmosfera medievale, fra simboli e segreti legati
all’adorazione di una Madonna dal colorito bruno; Nella cripta di Notre Dame
de la Mer (IX secolo) è custodita una Madonna nera, denominata Sara dai gitani,
che ogni anno si riuniscono qui da tutto il mondo a maggio per onorare e
celebrare la loro patrona; Nel complesso di Montserrat, la montagna segata
alta 1.236 metri che ha ispirato anche Wagner per il Parsifal si trova il
monastero, posto a 720 metri di altezza, fondato nel 1205 su un precedente
edificio sacro del secolo IX da Oliva, abate del monastero benedettino di
Ripoli. All’interno della Basilica di Santa Maria, edificata nel 1592, è
custodita la statua romanica della Mére de Dèu de Montserrat, la Madonna nera
patrona della Catalogna, detta la Moreneta; Degno di attenzione è il Museo
Frederic Marès, grande scultore e collezionista di arte religiosa: qui è
possibile ammirare alcune V. molto interessanti. Y (Esoterismo): La V. è
sicuramente collegata al culto di Iside (v.) con in braccio il figlio Horus (v),
diffuso fino al VI secolo sia in Oriente che in Europa, cui si riferiscono quasi
tutti i rituali iniziatici. Ne furono influenzati soprattutto i Cavalieri
dell’Ordine Templare, sensibili al fascino d’ogni dottrina esoterica, come
Sufismo ed Islam, che lo parafrasarono a fondo. Il relativo simbolo iconografico
venne introdotto nelle loro Cappelle, Chiese ed Abbazie, diffuse ovunque e
tuttora esistenti in varie località, anche africane (Alto Egitto, Etiopia,
ecc.). All’inizio venne sfruttato piuttosto diffusamente il riciclo di antiche
immagini egizie, adattate ed esibite per la venerazione, specie in antichi
templi pagani convertiti al culto cristiano. Intendeva evidenziare
simbolicamente il loro amore per la verità assoluta ed adogmatica, scevra d’ogni
servilismo e da ogni imposizione insultante le loro profonde conoscenze. Il
colore nero, che ricorda il culto del Baphomet adottato dagli Assassini (v.),
evidenzia la rilevanza dell’occulto sulle conoscenze superficiali note ai
profani. Rappresentava le perle, da negarsi sa ai cani che ai porci, ovvero al
volgo ignorante poiché non iniziato.
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