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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «02182»

TERMINE: WESAK
DEFINIZIONE:

Particolare forma di evocazione collettiva della divinità, di origine indo-tibetana, istituita circa 2500 anni orsono in onore di Buddha. Aveva, ed ha, luogo tra le montagne del Tibet, a frequenza annuale e nella prima notte di plenilunio del mese di maggio, sotto il segno zodiacale del Toro. La cerimonia si svolge sotto la guida di Maestri spirituali indiani, e si ispira alla tradizione secondo cui il principe Gautama Siddharta che, conseguita l’Illuminazione, raggiunta la perfezione e quindi la totale libertà dal ciclo morte-rinascita, divenne il Buddha. Alla sua morte si ritrovò alle porte del Nirvana, il luogo della beatitudine eterna. Allora si volse indietro, verso il mondo ed il genere umano appena lasciati, provando immensa pietà per tutti gli esseri soggetti alla sofferenza, alle malattie, alla violenza reciproca ed a quella della Natura. Si arresta, pronunciando un solenne giuramento al cospetto della cosiddetta Gerarchia, ovvero dei Grandi Iniziati trapassati, già pronti ad accoglierlo tra loro: «Resterà lì, in attesa, ed entrerà nel Nirvana solo con l’ultimo degli esseri umani. Ritornerà ogni anno tra gli uomini nel momento del plenilunio nella costellazione del Toro per portare il suo conforto e la sua benedizione, per tendere la mano verso l’umanità sofferente». Da quel tempo migliaia di pellegrini si incamminano verso una piccola valle posta alle falde dell’Himalaya e, giunti alla meta, si siedono ed attendono, davanti ad un grande altare in pietra e ad un laghetto dalle acque limpide ed azzurre. La tradizione vuole che alla massa di pellegrini si aggiungano migliaia di altre persone, presenti però nel solo corpo astrale (v.). Nella notte di plenilunio si palesano le sembianze luminose di Buddha, che rimane visibile e benedicente per otto minuti, per poi dissolversi nell’etere cosmico (v. Torino città magica, Vol. II, pag. 55, di Giuditta Dembech, Ediz. L’Ariete, 1999). La tradizione del Wesak è stata importata in Occidente agli inizi del ‘900 per opera del Movimento Teosofico di Helena P. Blavatsky (v.), nel tentativo di persuadere il mondo che Krshna, Buddha, Maometto e Gesù non sono che manifestazioni diverse dell’unico Dio. Tale concentrazione di persone accomunate da intenti comuni e guidate da Maestri spirituali preparati, costituisce una possente sorgente energetica in grado di evocare l’Eggregoro (v.), anzi, un’Entità di livello molto elevato. Il W. venne introdotto in Italia nel 1946, a Torino, dal grande cultore dell’esoterismo Antonio Amerio, e per 35 anni fu praticato in ristretti circoli privati, a livello famigliare. Dal 1981 invece, per iniziativa dello stesso Amerio poi ripresa dalla Dembech, il W. è celebrato a Torino in forma pubblica, in ambienti particolarmente capaci (come il Palasport), ultimamente con la partecipazione di Marco Columbro: caratteristica peculiare è il largo impiego cerimoniale dell’«Aum» (v.) e la disponibilità di moltissimi fiori, specialmente di iris, che vengono distribuiti ai partecipanti al termine della cerimonia. Nel 1999 la partecipazione ha raggiunto le 5000 presenze. È accertato che il W. viene oggi celebrato in tutto il mondo occidentale.

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