DEFINIZIONE:
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John, riformatore religioso inglese (1320-1384). Di nobili origini, si
dedicò dapprima allo studio della filosofia scolastica, prendendo intransigente
posizione per il nominalismo. Messosi al servizio della Corona, allora in gravi
attriti con il papato per questioni di competenza giurisdizionale, avviò i suoi
attacchi al diritto di sovranità e proprietà della Chiesa. Deluso
dall’atteggiamento del sovrano, si avvicinò agli esponenti dell’anticlericalismo
popolare. Le sue posizioni, espresse in vari trattati (De dominio divino, 1375;
De civili dominio, 1376; De veritate Scripturae, 1378, De Ecclesia (1378); De
potestate papae, 1379, De eucharistia, 1379), vennero condannate una prima volta
nel 1377, e definitivamente respinte , insieme a quelle di Hus (v.), nel
concilio di Costanza (1415). L’importanza di W. è soprattutto storica, in quanto
è una delle figure che maturano il complesso fenomeno della Riforma protestante.
Il suo atteggiamento si caratterizza essenzialmente come lotta all’autorità
ecclesiastica ed agli abusi e forzature del suo dominio temporale. Fondandosi
sulle Scritture (fatte tradurre in inglese nel 1380) ed attraverso la
predicazione dei poveri preti (Lollardi) da lui istituiti, W. diffonde il
principio dell’interiorità ed individualità della religione, e della conseguente
necessità di eliminare la mediazione autoritativa della Chiesa. Respingendo la
teoria del dominio eminente del clero sui beni civili, W. riconduce sia il
dominium, cioè il potere in genere, che la possessio materiale, unicamente a
Dio, e conseguentemente all’uomo a lui congiunto solo se in stato di grazia. In
base alla teoria della predestinazione, W. ridefinisce quindi la Chiesa come
universitas predestinatorum, cioè come una comunità costituita per il divino
decreto di salvezza; comunità cui è sottratto però ogni carattere di entità
visibile, sociale e storica. In parte derivate dalle teorie di Marsilio da
Padova e di Occam, le idee di W. (in sintesi la negazione della potestà
ecclesiastica e l’affermazione della sovranità giurisdizionale dello Stato),
esercitarono un influsso determinante su Hus, e si ritrovarono, seppure in modo
indiretto, anche nello stesso Lutero.
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