Il valore del suono nell'evoluzione personale: di Guido Da Todi
Se noi affrontiamo un'analisi panoramica - invero, sempre limitata, per forza di cose - sui Veda, ci accorgeremo che essi possiedono alcune imprescindibili caratteristiche:
- sono, di sicuro, una fonte di rivelazioni immensa; tuttavia, si rivolgono più che all'intelletto umano, alla facoltà innata e indicibile dell'intuito individuale, e di gruppo;
- colui che presumesse di ricavare dai medesimi "la chiave finale" dell'illuminazione, da potere "replicare" automaticamente e verbalmente al prossimo, ed a volontà, cadrebbe in uno dei soliti aspetti illusori del comune "uomo colto"; i Veda raccolgono il Sapere Divino, sin qui conservato amorevolmente, da millenni, e vanno affrontati, in umiltà, con un impegno che coinvolge, a 360 gradi, la "natura interiore" dell'uomo, e solo questa;
- giunge il momento in cui quanto essi rivelano si tramuta in "Suono e Musica";
- i Veda - ed ogni altra rivelazione sacra - sono, in definitiva, Musica; e i versi sanscriti che ce li presentano, effondono, in effetti, non tanto delle "caselle formali" - nelle quali si collocano espressioni logiche e razionali, ma intense armonie mantriche, ognuna delle quali "deframmenta" un ulteriore aspetto dell'infinita Vita Una;
- i Veda, più che "dare" qualche cosa, la tolgono. Essi scompongono la ragione umana, ad un grado di intensità incomprensibile, sino a guidare l'individuo nel muto reame del "Motore Immoto";
- e l'individuo si trova, alla fine, privo di quelle sovrastrutture "egoiche", con le quali era pervenuto alle Sacre Rivelazioni, mentre naviga nella piena, inebriante - anche se inarticolabile - Musica delle Sfere.
A questo punto, il ricercatore inizia a comprendere i significati più interiori del Suono e della Musica.
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Il vertice della Rivelazione vedica, per quanto riguarda "l'aspetto sperimentale verso la natura divina", da parte dell'uomo; o, se vogliamo, il più rarefatto balzo che essi indicano al ricercatore, oltre, e grazie al quale - "..ogne lingua deven, tremando, muta..." - è la Baghavad Gita.
Non sono, certo, in molti ad avere, infine, raccolto le due chiavi fondamentali che "Il Canto del Supremo" propone ed offre all'umanità.
E, qui, non intendiamo percorrere i sommi significati del Poema. Avremo modo di farlo, in monografie successive; così, come ne abbiamo, già, parlato, in brani precedenti.
In capitolo nono della Gita inizia con questi versi:
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"Il Signore Supremo disse:
- Mio caro Arjuna, poiché tu non sei invidioso di Me, ti rivelerò la saggezza più segreta, con la quale sarai liberato dalle sofferenze dell'esistenza materiale"
"Questo sapere è il re fra tutte le scienze, il segreto dei segreti. È la conoscenza più pura, e, poiché ci fa realizzare direttamente la nostra vera identità, è la perfezione della religione. È eterno e si applica con gioia"
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- Chiaramente, la "Rivelazione" sottolinea di essere giunta ad un vertice sommo. Essa parla di "saggezza più segreta di ogni altra", e del "segreto dei segreti".
E continua:
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"Come il vento possente, che soffia ovunque, rimane sempre nello spazio etereo, così sappi che tutti gli esseri rimangono in Me"
" O figlio di Kunti, alla fine di un'era tutte le manifestazioni materiali rientrano in Me e, all'inizio dell'era successiva, per la Mia potenza, Io creo di nuovo".
"Gli stolti Mi denigrano quando scendo in questo mondo, nella forma umana. Non conoscono la Mia natura trascendentale, né la Mia supremazia su tutto ciò che esiste".
"Così confusi, gli sciocchi prediligono vedute demoniache e atee. In questa illusione le loro speranze di liberazione, le loro attività interessate e la loro conoscenza sono tutte sconfitte".
" O figlio di Prtha, coloro che non sono illusi, le grandi anime, sono sotto la protezione della natura divina. Sapendo che Io sono Dio, la Persona Suprema, originale ed inesauribile, essi si dedicano completamente al servizio di devozione".
" Ma sono Io il rito e il sacrificio, l'offerta agli antenati, l'erba medicinale e il canto trascendentale. Io sono il burro, il fuoco, l'offerta".
" Di questo universo Io sono il padre, la madre, il sostegno, l'antenato. Io sono l'oggetto della conoscenza, il purificatore e la sillaba OM. Io sono anche Rk, il Sama e lo Yajur (Veda)"
" Coloro che studiano i Veda e bevono il soma, cercando di raggiungere i pianeti celesti, Mi adorano indirettamente. Essi rinascono sul pianeta di Indra, dove godono di piaceri paradisiaci"
" Quando hanno goduto di questi piaceri paradisiaci, essi tornano su questa terra mortale. Così, seguendo i principi dei Veda, ottengono solo una felicità fugace".
"Ma, a coloro che Mi adorano con devozione, meditando sulla Mia forma trascendente, Io soddisfo le necessità e preservo ciò che possiedono".
"Coloro che adorano gli esseri celesti nasceranno tra gli esseri celesti; coloro che adorano gli spettri e gli altri spiriti rinasceranno tra questi esseri; coloro che adorano gli antenati raggiungeranno gli antenati, e coloro che adorano Me vivranno in Me".
"Se qualcuno Mi offre, con amore e devozione, una foglia, un fiore, un frutto e dell'acqua, accetterò la sua offerta".
"Rapidamente egli diventa puro e trova la pace eterna. Proclamalo pure con forza, o figlio di Kunti: il Mio devoto non perirà mai".
"Nè la moltitudine degli esseri celesti, nè i grandi saggi conoscono la Mia origine, poiché Io sono la fonte, sotto ogni aspetto, degli uni, come degli altri".
"Io sono la fonte di tutti i mondi, spirituali e materiali. Tutto emana da Me. I saggi che conoscono veramente questa verità Mi servono con devozione e Mi adorano con tutto il cuore".
"A coloro che sempre Mi servono e Mi adorano con amore e devozione do l'intelligenza con la quale potranno venire a Me"
"Tra i grandi saggi sono Bhrgu. Tra le vibrazioni sonore sono OM, la sillaba trascendentale............"
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Le due chiavi, quindi.
La prima, è che una sola, suprema "conoscenza" è da privilegiare, su tutte le altre: quella dell'Uno, inteso come Onnipresente Brezza Originaria, che sostiene, emana e riassorbe ogni cosa.
La seconda, è che l'Uno si manifesta come "OM, la sillaba trascendentale"...
Ogni vero Ashram hindu - dai più rarefatti e supremi (come quello di Sri Sri Yukteswarji, Guru di Yogananda) ai meno conosciuti, ed appartenenti ai più ignoti villaggi indiani, intende la ricerca di Dio - o, se volete, dell'ultima verità - come "sperimentazione" di Dio.
La Divinità indiana scorre, rigogliosa, tra le vene ascose della natura intera; vibra, possente, in ogni pensiero e azione del creato; si imprime, come marchio indicibile di gloria e di inebriante realizzazione costante, nel canto misterioso, che è sigla e fine ultimo di ogni realtà.
Ed il "ronzio dell'Ape sacra" permane, sullo sfondo della coscienza d'ogni individuo realizzato, a carezzarne l'udito soggettivo, in una eco inebriante, che ripete: "OM"; che è "OM"; che si manifesta come il suono "OM".
Proprio come il pesce, che è immerso pienamente nell'oceano, non sa - paradossalmente - che l'elemento acqueo esiste, e che ha un'importanza tanto vitale ed essenziale per lui, così l'uomo comune rappresenta quel puntino di sabbia, che, assieme a tanti altri, disegna volute dai contorni precisi, mentre si trova a vibrare su una sottile lastra di acciaio, messa in tensione e movimento, da un motore esterno: il suono di OM!
Ecco, allora, che "l'illuminata conoscenza del suono" fa parte di ogni ricerca metafisica.
Ed ecco perchè abbiamo ritenuto - dopo un necessario prologo iniziale - affrontarlo direttamente in lista.
La ricerca di Dio non è qualcosa di velleitario, di fideistico, o di teorico.
La ricerca di Dio offre una prova a sé stessa, nella sintesi finale di ogni sforzo evolutivo.
Ed è nel suono, nel Verbo che si compie l'ultima catarsi dell'uomo.
Ciò insegna Yogananda, nella Self Realization Fellowship.
Memorabile, in proposito, è la Sua lezione sul "Significato e sul potere trascendente del mantra OM", già pubblicata in queste pagine.
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