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SCHEDA ARTICOLO N. «00046»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: ARNALDO PANGRAZI
TITOLO: COS'È L'ENNEAGRAMMA?
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TESTO ARTICOLO


(di Arnaldo Pangrazi)


Un numero crescente di persone da sacerdoti ad educatori, da imprenditori a psicologi, da operatori sanitari ad artisti si sta interessando ai contributi innovativi offerti dall’enneagramma e alle sue possibili applicazioni ad una varietà di contesti che vanno dalla direzione spirituale all’educazione dei giovani, dall’ambito aziendale alle reazioni interpersonali, dal lavoro in equipé alla risoluzione dei conflitti, dal rapporto di coppia alla vita familiare.
L’enneagramma come strumento di introspezione e di comprensione degli altri è ancora relativamente giovane, è in costante evoluzione e presenta diverse articolazioni e sfaccettature.
E’ chiaro che ogni strumento, come la stessa libertà umana, può essere usato per il bene o per il male per cui c’è chi se ne serve per autoaccettarsi e chi per biasimarsi, chi per diventare più compassionevole verso gli altri e chi per giudicarli ad etichettarli.
Di conseguenza, c’è chi ne subisce il fascino e chi lo guarda con diffidenza.
In risposta ad una lettera contenente riserve e perplessità sull’ enneagramma, sulla sua origine e incompatibilità con la fede cattolica, l’ autore offre utili spunti di riflessione e chiarimento su cos’è l’ enneagramma, da dove viene e che cosa può offrire.
Il termine “enneagramma” è di origine greca ed è composto da due parti:
“ennea” che significa nove, e “gramma” che significa punti.
L’enneagramma è caratterizzato dal simbolo di una circonferenza con nove punti di riferimento.Il simbolo, di origine antichissima, sembra che venisse usato da una varietà di scienze (cosmologia, astronomia, matematica...) per interpretare le leggi e i fenomeni dell’universo.
L’applicazione dello strumento al campo della psicologia per individuare le nove personalità è uno sviluppo maturato soprattutto negli ultimi trent’ anni.
La tradizione spirituale, prima ancora della psicologica, si era appropriata dell’enneagramma attraverso i maestri sufi che, nel medioevo, avevano identificato le nove “passioni” corrispondenti ai sette vizi capitali della tradizione cristiana, che impedivano alle persone di realizzare una più profonda conoscenza e relazione con Dio e con la vita.
La trasmissione di questo sistema quindi, ha radici nella spiritualità e in questo contesto è stato divulgato da tanti autori agli inizi degli anni ‘70.
Tuttavia l’enneagramma, pur risalendo ai maestri sufi appartenenti ad una ramificazione mistica dell’Islam, si colloca in un orizzonte ecumenico e rimane aperto alle diverse tradizioni della fede senza fare proprie le categorie di un particolare sistema religioso.
Infatti, l’enneagramma non è un sistema religioso, ma uno strumento aperto al trascendente come orizzonte della piena realizzazione umana.
In questo senso non assume i dogmi della teologia cristiana, come il mistero della Trinità o dell’Incarnazione di Cristo, ma neppure li rifiuta.
La divulgazione dell’enneagramma al vasto pubblico è avvenuta inizialmente ad opera dei Gesuiti, che gli hanno dato-per così dire- un “battesimo cristiano” facendo tesoro delle sue intuizioni nel corso di ritiri spirituali e incontri di formazione destinati a vescovi, sacerdoti, religiosi e laici per contribuire all’autoconoscenza, promuovere relazioni interpersonali e comunitarie più aperte e rispettose, favorire il lavoro in equipé.
In un mondo come quello odierno in cui si cerca di rispettare il pluralismo, promuovere l’ecumenismo e coltivare il dialogo interculturale l’enneagramma, che non sbandiera appartenenze esclusive, mira a migliorare l’uomo e la società e a costruire ponti tra persone appartenenti a diverse culture, professioni e fedi religiose.
Anche S. Pietro, rivolgendosi alla prima comunità cristiana, sottolineava:”Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia a qualunque popolo appartenga (Atti, 10:34-35).
In altre parole, tutto ciò che è buono, costruttivo e aiuta le persone a migliorarsi, da qualunque cultura o tradizione provenga, deve essere onorato e affermato.
Più recentemente il presidente della conferenza episcopale delle Filippine, Card.Sin di Manila, ha dedicato una lettera pastorale all’enneagramma (17 febb.’97) per chiarirne lo scopo e ridimensionare qualche allarmismo.
L’enneagramma non è una dottrina di salvezza, né avanza pretese teologiche, ma è uno strumento finalizzato alla crescita umana e spirituale.
Chi fa uso di questo strumento non abbandona Dio, la Bibbia o la Chiesa per conseguire con l’enneagramma la propria salvezza;piuttosto si avvale della mediazione delle nove tipologie per comprendere meglio se stesso, essere più tollerante e comprensivo nei confronti del prossimo, avvicinarsi di più a Dio prendendo maggiore consapevolezza delle proprie tendenze e degli ostacoli che interferiscono nel rapporto.
Ovviamente, l’enneagramma non presume di ridurre l’uomo a una teoria o a una tipologia, ma offre utili chiavi di lettura per capire o riconciliarsi con la propria personalità, dalle sue debolezze alle sue potenzialità. Resta chiara che ogni persona risulta plasmata da una varietà di fattori storici, ambientali, familiari, culturali ed esistenziali che fanno sì che ognuno sia un mistero più ricco e complesso della propria tipologia.
Il valore di uno strumento si misura dal bene che fa.L’enneagramma offre un progetto di scoperta di sé e di trasformazione che ognuno può inserire nel contesto della propria esperienza religiosa.
Come progetto, l’enneagramma condivide molti principi dell’antropologia cristiana quali l’affermazione dei doni ricevuti, l’esigenza di riscattare la natura decaduta, il bisogno di un ritorno all’autenticità e alla vera libertà, la pratica della compassione, la chiamata alla conversione attraverso la pratica delle virtù, l’appello alla trascendenza e alla realizzazione spirituale.
Le differenze tra i due sistemi riguardano soprattutto le coordinate religiose.
L’enneagramma opera in un orizzonte ecumenico aperto a diverse spiritualità per cui é aperto, ma non fa proprie le verità rivelate dalla tradizione cristiana, soprattutto le mediazioni operate da Cristo, dalla grazia, dalla Chiesa, dai sacramenti.
L’enneagramma contempla il processo di crescita in un orizzonte umano e spirituale.Da una parte, l’uomo per raggiungere la pienezza deve conoscersi e riscoprire la propria essenza e autenticità;dall’altra, é chiamato a proiettarsi verso il trascendente e l’incontro con Dio.
Nel processo dell’autoconoscenza l’enneagramma non si ferma solo alla fase diagnostica puntualizzando tendenze tipiche o ricorrenti delle nove tipologie, ma prospetta itinerari concreti di crescita e di conversione.
Sia nella visione cristiana che enneagrammatica la trasformazione della persona comporta il sacrificio della propria egocentricità e si identifica con la legge della rinuncia proposta da Gesù:”Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà; chi invece l’avrà perduta la salverà” (Lc.17, 33).
In conclusione, l’enneagramma più che uno stimolante sistema di introspezione, è un impegno di vita per cui la conoscenza della propria personalità non è un punto di arrivo, ma di partenza.
Avere una mappa non serve, se non si è disposti a compiere il viaggio.


Arnaldo Pangrazzi
Arnaldo Pangrazzi è autore del libro “Sentieri verso la libertà:l’ enneagramma come teoria della personalità” (Paoline ‘97) ed ha animato corsi base ed avanzati di enneagramma in Italia, Spagna e Sud-America.

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