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SCHEDA ARTICOLO N. «00097»

CLASSIFICAZIONE: 1
TIPOLOGIA: ESOTERISMO
AUTORE: DIZIONARIO ESOTERICO
TITOLO: ALCHIMIA
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TESTO ARTICOLO

ALCHIMIA.

Scopo dell'alchimia è l'ottenere la Pietra Filosofale, che permette di trasmutare i metalli in oro. Scienza esoterica tanto per la specificità del suo linguaggio quanto per il suo ruolo iniziatico, essa associa in uno stesso processo una cosmologia e una spiritualità attive: la trasformazione della coscienza dell'adepto nei suoi rapporti con le forze dell'universo è unita a una pratica concreta mediante la quale l'alchimista cerca di realizzare nel regno della natura (minerale, vegetale, animale), ma perfezionandolo, il processo di putrefazione e di rigenerazione che accompagna la vita stessa. La Grande Opera ("Magnum Opus") alchemica è quindi la duplice realizzazione della purificazione e della trasmutazione della materia psichica e naturale (1). "La Grande Opera fisica e la Grande Opera mistica sono analoghe, ma nient'affatto identiche. Aver realizzato la seconda vuol dire poter realizzare sovranamente la prima; aver realizzato la prima vuol dire sapere quale cammino può condurre alla realizzazione della seconda, ma non significa necessariamente aver percorso quel cammino. E' una differenza che ha un'importanza capitale." (2) E' la differenza che consiste nel dare, nella pratica alchemica, la priorità alla rigenerazione spirituale ("ergon") in quanto chiave della trasmutazione dei metalli ("parergon").
Ancora questa differenza è ciò che permette di distinguere l'alchimia da tutte le pratiche metallurgiche, spagiriche (3), archimiche (4), anch'esse note fin dalla più remota antichità (5), ma operanti su minerali o piante senza tener conto di tutta la dimensione esoterica o sacra propria dell'alchimia.
L'alchimia è, innanzi tutto, un''arte divina' (6), il che vieta per principio di farne la preistoria della chimica. Fulcanelli, Maestro esoterico del diciannovesimo secolo, dimostra che "... la vera antenata della nostra chimica è l'antica spagirica, e non la scienza ermetica stessa" (7). Il sacro vi ha un ruolo preponderante, che può esser rivelato o trasmesso solo in un linguaggio in codice: l'alchimia parla la 'lingua degli uccelli', è la 'gaia scienza' (8), non un insieme di ricette empiricamente definite.
Più di ogni altra scienza occulta, l'alchimia solleva il problema della sua terminologia. Lo studioso Serge Hutin dice che "l'alchimista non deve scoprire qualcosa di nuovo, ma ritrovare un segreto" (9). Questo segreto è velato da una terminologia che dissimula i suoi oggetti dietro concetti provenienti da vari registri simbolici (astrologia, cabala, eccetera) di cui deve essere di volta in volta determinata la corrispondenza. Lo stesso linguaggio alchemico ricorre, oltre a tutto, a una miriade di procedimenti retorici volti a scoraggiare la comprensione letterale del senso dei testi: rebus, acrostici, anagrammi, forme idiomatiche, assonanze (10). "L'alchimia è dunque a questo titolo una cabala ermetica fornita di quella che gli antichi chiamavano la "lengua general" (universale), perché cela un duplice significato corrispondente a una duplice scienza, l'una manifesta, l'altra profonda" (11).
Ci si deve quindi astenere dal prendere il Mercurio, lo Zolfo, il Sale in senso letterale. Tutti i testi precisano che si tratta del 'Mercurio filosofale', della sostanza stessa della vita, di un agente universale. E' dunque un principio, ancor prima di essere un metallo. Ma, a seconda della fase dell'Opera filosofale, cioè a seconda del colore, delle virtù, delle proprietà della soluzione ottenuta, il Mercurio è anche chiamato: Magnesia, Ottone, Acqua Mercuriale, Medicina, Acqua Pesante, Latte della Vergine, Alkaest... "Lavora dunque con quell'Acqua e avrai quello che desideri da lei. Essa è infatti lo spirito e l'anima del Sole e della Luna, l'olio e l'acqua dissolvente, la fontana, il bagno-maria, il fuoco contro natura, il fuoco umido, il fuoco segreto, nascosto e invisibile" (12).
Lo stesso dicasi per lo Zolfo, principio attivo e forma preliminare del Mercurio. Lo Zolfo rappresenta anche la fase ulteriore dell'Opera. "E se cuocete ancora di più, diventa rosso e l'acqua di mare diventa rossa e del colore del sangue" (13), o ancora l'Azoto colora l'Ottone e lo rende bianco, ma l'Ottone riprende il dominio sull'Azoto cambiandolo in vino, cioè rendendolo rosso come il vino (14).
Quanto al Sale, che compare tardi nella letteratura alchemica, esso rappresenta il corpo in seno a una struttura ternaria che, nelle sue articolazioni antropologiche, astrologiche e alchemiche è quindi:

[nell'ordine:] Principi alchemici - Antropologia - Astrologia - Metalli.
Zolfo - Intelligenza (Spirito) - Sole - Oro
Mercurio - Cuore (Anima) - Luna - Argento
Sale - Corpo - Mercurio - Mercurio.

Così, il problema primordiale posto dalla lettura di un testo alchemico finisce per essere il problema di capire quale sia il metallo di cui si tratta, per esempio il Mercurio. Lo si deve intendere metaforicamente, attraverso le corrispondenze che esso ha, per esempio, con l'antropologia esoterica? Oppure lo si deve comprendere come un'indicazione astrologica, o ancora come un principio cosmologico, o infine come una fase dell'Opera (15)? Scienza esoterica, scienza simbolica, che, secondo René Alleau, è più vicina alla storia delle religioni che alla chimica, l'alchimia pone come pietra angolare la questione della 'materia' da cui conviene iniziare l'Opera. Il successo dell'impresa sta potenzialmente nella scoperta di questo primo segreto della natura, di questa Materia denominata di volta in volta 'corvo', 'terra', 'zolfo nero', 'zolfo di natura', 'prigione dell'oro', 'letame', 'tomba del re'. Le indicazioni dei colori, i riferimenti ai pianeti che costellano lo svolgimento della realizzazione dell'Opera, le sue diverse trasformazioni hanno un senso simbolico operativo solo se la sostanza è stata scelta correttamente.
La difficoltà deriva dal fatto che la Materia dell'Opera ha tanto il valore di un principio cosmologico quanto quello di un materiale specifico. D'altro canto, Bernardo Trevisano dichiara: "Per avere intendimento di questa Materia, si deve inanzi tutto sapere che Dio ha fatto all'inizio una materia confusa e priva di ordine, la quale era piena, per volontà di Dio, di più materie" (16). D'altra parte, nel "Mistero delle Cattedrali", si legge: "E' solo nel regno animale, in cui risiede la semenza metallica, che dobbiamo cercare il soggetto proprio della nostra arte" (17). Così, in linea di principio, ci si potrebbe servire di qualsiasi sostanza, tutto essendo nella Natura formato della stessa Materia unica (18). Ma nella pratica la Materia usata deve esser raccolta in una certa epoca dell'anno: quando il Sole è in Ariete e la Luna in Toro, o quando il Sole è in Scorpione e la Luna in Capricorno, il che le conferisce, individualizzandola, la possibilità di ricevere lo spirito universale, e di rivestirsi dello Zolfo e dei sali volatili e del Mercurio fisso dell'aria e del fuoco (19).
Altrettanto dicasi per il delicato problema del 'letame dei filosofi', di cui Eugène Canseliet dà, se non altro, la chiave teorica, seguendo in ciò il suo Maestro Fulcanelli, col distinguere la prima materia dell'Opera dalla Materia Prima: "Così l'oro filosofico tutto pieno di impurità, circondato di spesse tenebre, coperto di tristezza e di lutto, deve esser considerato cionondimeno come la vera e unica prima materia dell'Opera, così come ne è la vera e unica Materia Prima: il Mercurio, da cui questo oro invisibile miserabile e misconosciuto ha avuto origine" (20).
Malgrado il carattere enigmatico degli elementi simboleggiati nei testi, gli alchimisti insistono sulla loro semplicità, così come sulle operazioni dell'Opera (21). Si può schematicamente strutturare il loro svolgimento in tre grandi tappe, secondo la successione dei tre colori dell'Opera: nero, bianco e rosso; o ancora in sei tappe, secondo la successione dei sette pianeti, di cui il primo, Mercurio, è la chiave di tutto l'insieme: Mercurio, Saturno, Giove, Luna, Venere, Marte, Sole. Mercurio rappresenta l'agente universale, l'acqua che dissolve, l'alimento del frutto spirituale del corpo. Manifestazione la più prossima alla Materia Prima, esso collega l'organismo anima-corpo all'oceano cosmico della vita.
La prima tappa, sotto l'impero simbolico di Saturno, corrisponde all'annerimento, alla putrefazione, alla mortificazione: "Il lavoro più rude, tutta quanta la fatica, sta nella perfetta preparazione della materia" (22).
Il drago deve, innanzi tutto, morire. La prima operazione è quella della morte di uno stato chimico per soluzione o liquefazione. Il primo compito consiste dunque nel trovare la materia e il suo solvente, il vetriolo dei saggi, acrostico del programma alchemico stesso: "Visita Interiora Terrae, Rectificandoque Invenies Occultum Lapidum" (23).
Dopo la triturazione, la liquefazione della materia, l'Opera Nera (Nigredo), viene l'Albedo, o Opera Bianca.
Essa comincia con un processo di sublimazione, per mezzo del quale, sotto il segno di Giove, l'anima del corpo, la terra in cui essa si trovava, si è trasformata nella fiala in acqua e aria. L'Uovo filosofico, il globo di cristallo ermeticamente chiuso, viene rinchiuso nell'"athanor", il fornello che l'alchimista usa per una combustione lenta e controllata. Quest'uovo è al tempo stesso il simbolo dell'Uovo del Mondo, in cui tutto si prepara pazientemente, in modo immanente e segreto. Continuando a riscaldare durante la fase lunare, si porta a compimento la colorazione bianca. Tutte le potenzialità dell'anima si sono liberate, espanse. Bernardo Trevisano ci confida: "Te lo dico prendendo Dio a testimonio, questo Mercurio, una volta sublimato, appare rivestito di un biancore puro come la neve delle alte montagne, dotato di uno splendore cristallino. Quando apro il recipiente, se ne libera un profumo unico al mondo..." (24) E' la realizzazione del 'magistero minore', dell''elisir di lunga vita' dalle proprietà medicinali note per il loro potere di rigenerazione cellulare. Viene chiamato anche l''oro potabile', la 'panacea'. E' l'opera di resurrezione che ha dato origine a molteplici allegorie, virginali, incestuose perfino, laddove il figlio deve fecondare la madre che lo ha generato: denominate 'acque mercuriali', tutte significano che sono state ottenute con un moto ascensionale (liquefazione, sublimazione, purificazione). Il grande magistero, l'altro moto discendente (Venere - Marte - Sole) avrà ora inizio, e con esso l'incarnazione dello spirito.
A proposito della fase venusiana di questo secondo movimento Bernardo Trevisano dice: "All'inizio la donna monta sull'uomo, alla fine l'uomo monta sulla donna" (25). La forza volatile del Mercurio femminile domina dapprima il corpo solido rappresentato dallo Zolfo; in seguito la forza fissativa dello Zolfo ha il sopravvento sulla volatilità del Mercurio. Allora si produce una cristallizzazione.
Ma è il Rame filosofico, il metallo di Venere, quello in cui il Sole è ancora al sommo della croce: l'Oro vi è ancora instabile, non ha ancora penetrato gli strati profondi del corpo. Nella fase marziale lo spirito effettua tale discesa, ma quest'ultima coagulazione, penultima tappa della trasmutazione completa, è ancora senza splendore (26).
La fase solare vede la comparsa del colore rosso; la rubrificazione interviene dopo che la pietra, cuocendo, è passata attraverso tutti i colori dell'arcobaleno. In "Le livre des figures hieroglyphiques" (27), Nicolas Flammel (1330-1418) la descrive: "Il colore rosso-lacca di questo leone volante simile al puro scarlatto dei chicchi della melagrana matura dimostra che la rubrificazione è ora compiuta senza alcuna stortura o difformità, che essa è come quel leone, che divora ogni pura Natura Metallica e la muta nella sua vera Sostanza, nel verace e puro Oro, più fine di quello delle migliori Miniere".
La proiezione di una piccola quantità di polvere di questa pietra in una soluzione metallica basta allora a trasmutare il corpo vile in Oro. Conviene effettuare l'operazione tre volte, nonché riscaldare, al fine di ottenere per il nuovo metallo una densità uguale a quella dell'oro.
Il riassunto delle principali tappe non può essere che simbolico, come simbolica è la maggior parte delle indicazioni date dagli alchimisti. Per decifrare il loro linguaggio è necessario anche sapere a quale delle due vie, umida e secca, rimandino i segreti, sempre svelati solo a metà, e i consigli che essi acconsentono a dare. "Precisiamo ancora che la Prima Via è detta 'umida' perché, nello stato liquido, richiede, sulla lampada moderata, l'uso di utensili di vetro, mentre la Seconda Via è qualificata come 'secca' perché, sotto la forma fusibile, necessita l'uso di vasi opachi e refrattari, nel fornello più ardente" (28)
L'alchimia è fra le scienze esoteriche quella che ha maggiormente conservato il suo carattere ermetico: in primo luogo nel senso storico del termine, perché essa è sotto la protezione di Ermete Trismegisto, il personaggio leggendario greco, corrispondente all'egiziano Toth, la cui dottrina sacra è riassunta nella "Tavoletta di Smeraldo"; in secondo luogo nel senso della specificità e della difficoltà propria dell'interpretazione dei suoi concetti, a causa del carattere altamente iniziatico dell'Opera: l'unione di Cielo e Terra (29), la materializzazione soggettiva e oggettiva dello spirito e la sottilizzazione della materia.

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