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SCHEDA ARTICOLO N. «00106»

CLASSIFICAZIONE: 1
TIPOLOGIA: ESOTERISMO
AUTORE: DIZIONARIO ESOTERICO
TITOLO: CHIROMANZIA
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TESTO ARTICOLO

CHIROMANZIA.

Ancor prima di essere una scienza predittiva basata sullo studio della mano, delle sue forme e delle sue linee, la chiromanzia è una scienza delle linee in generale. Come scriveva l'autore rinascimentale del "Chirurgia Magna" Teofrasto Bombasto Paracelso (1493-1591) "Esistono parecchi generi di chiromanzie, non solo quella della mano dell'uomo, che permette di scoprire le sue inclinazioni e il suo destino, di prevedere ciò che gli succederà nel bene e nel male... ma esistono altre forme di chiromanzia, quella delle erbe, delle foglie, dei boschi, delle pietre, degli spiriti, o infine la chiromanzia dei paesaggi, delle loro strade e dei loro fiumi..." (1)
Le linee sono i vettori seguiti in natura dalle correnti cosmiche e planetarie. La chiromanzia, con la sua metafisica e il suo simbolismo, affonda le sue radici nella tradizione esoterica della stessa Scienza Sacra.
Essa presuppone, con la sua metafisica, l'unità e la corrispondenza delle parti e del tutto: la mano è il microcosmo dell'uomo, egli stesso chiave analogica del mondo. La somiglianza dell'uomo col suo principio gli permette di decifrare la lingua e le opere del creatore. "Dio mette un sigillo sulle mani di tutti gli uomini, al fine che tutti vi riconoscano le sue opere." (2) Lo "Zohar" stabilisce i principi della chirognomica in base alla corrispondenza tra il firmamento celeste, sopra cui regna Dio, e la pelle, il palmo, le dita, i lineamenti del viso. "Così come il firmamento è contrassegnato dalle stelle e da altri segni visibili agli angeli, altrettanto la pelle, l'involucro esterno dell'uomo, è solcata da rughe e linee visibili ai Saggi. E tali segni della pelle sono particolarmente visibili sul volto." (3) La chirognomica e la fisiognomica, cui la prima vien sempre collegata storicamente, si basano dunque sull'unità metafisica dei mondi e delle linee simboliche. "Tutto è simbolo. Le linee del palmo e le dita sono per l'uomo quello che le stelle e gli altri corpi celesti sono per il firmamento" (4), afferma Leibniz. La vita stessa del mondo e degli uomini si riflette nello specchio delle mani ove "le linee non sono permanenti", ma "si trasformano secondo la condotta dell'uomo".
[Manca indicazione nota 5)
Gli uomini, la cui esistenza è basata su quella dello 'archetipo celeste' di cui parla M. Sendivoge, contengono dunque, "impresse sul proprio corpo, tutte le figure e le immagini celesti" (6). Decifrare le linee della mano consisterà innanzitutto, per lo "Zohar", nell'identificare la loro relazione simbolica con le cinque lettere (Zain, Resch, Hi, Pé, Sameth, Tsadiq), che contengono le cinque categorie di linee. La chiromanzia autorizza una lettura della vita psicologica e fisica dell'uomo, perché il suo simbolismo ne fa un'ermeneutica della creazione (7).
Per lo studioso esoterico del ventesimo secolo René Guénon la chirognomica si collega direttamente alla scienza dei nomi divini: "La disposizione delle linee principali traccia nella mano sinistra il numero 81, e nella destra il numero 18: la loro somma, 99, rappresenta il numero dei nomi attributivi" (8). Le lettere del nome di Allah sono rappresentate dal mignolo ("Alif"), l'anulare ("Lam"), il medio e l'indice (il secondo "Lam" doppio), il pollice ("He"). La tradizione simbolica della chiromanzia, che è alla base del suo carattere esoterico, viene trasmessa in Occidente nel Medio Evo dai grandi pensatori dell'Islam, come Averroè e Avicenna. Ma la corrispondenza tra dita o monti e pianeti (indice, Giove; medio, Saturno; anulare, Sole; mignolo, Mercurio; monte di Venere, Venere; monte della Luna, Luna, piano di Marte, Marte) è già stabilita in un corpo dottrinale la cui origine è anteriore alla civiltà islamica; purtroppo i testi sono rari, e pochi sono gli studi seri sulla storia della chiromanzia (9), il che rende difficile lo studio comparato dei diversi sistemi simbolici provenienti da aree culturali distinte. Ma certi trattati del Medio Evo, come la "Summa Chiromantica" citano le quattro linee principali, i pianeti, i monti, i segni particolari, i quadrangoli e le proporzioni di cui i chirologi non smetteranno di occuparsi: John Metham, Hartlieb nel quindicesimo secolo; Coclès, A. Achillini, Indagine, Tibertus Antiochus, Paracelso, Glocenius, R. Fludd, nel sedicesimo; Practorius, Hoeting, Ingeber, Nicolas Pompeo, F. Witliers, T. Hyll, R. Saunders, J. Belot, Taisnier, M. Cureau de la Chambre nel diciassettesimo. Il diciottesimo secolo non vede alcun nuovo testo di chiromanzia, né in Italia né in Francia né in Inghilterra. Il simbolismo chirologico, senza scomparire, cessa di costituire un oggetto di ricerca in se stesso; la pratica e l'osservazione d'ora in avanti assoceranno le loro ricerche al corpo tradizionale, dando così origine a una chiromanzia sperimentale. Mademoiselle Lenormand, D'Arpentigny, A.D. Desbarolles faranno per questa disciplina ciò che lo scrittore, poeta elvetico Johann Caspar Lavater ha fatto per la fisiognomica. Pur conservando l'essenziale dell'insegnamento tradizionale, A.D. Desbarolles collega la sua tipologia planetaria alle teorie fisiologiche ed elettriche del suo tempo. Compare una diversa concezione, quella di una 'nuova chiromanzia' (10), "che non appartiene alla magia, ma alla fisica della natura" (11). Il ritorno di interesse del secolo diciannovesimo per lo studio della mano, malgrado la resistenza positivista "per le pratiche dei gitani", è stata dunque resa possibile dall'incontro di due indirizzi, quello simbolico e quello scientifico. La scienza, dopo essersi basata sui principi metafisici del simbolismo della mano e dei segni, ha finito per dimenticarli, sostituendoli con nuove classificazioni, come quella di Arplatigay, con la sua celebre 'mano mista', quanto mai problematica, centrata su forme e proporzioni, o come quella di Paul Carus, che adotta come criterio la funzione della mano. Ormai la codificazione delle regole del metodo chiromantico (12) consisterà nella descrizione generale delle mani, nel loro confronto, nell'interpretazione dinamica delle forme.
L'oggetto di studio si è così spostato progressivamente dal simbolo chirologico proprio della tradizione a un sistema di segni divenuti astratti, dotati di un significato volutamente statico. Ma l'interferenza delle due chiromanzie, insieme alla prevalenza data dalla psicologia, per esempio quella dello psicanalista Carl Gustav Jung, ai criteri fisiologici di classificazione (13), rischia di portare a una tipologia astratta, e soprattutto di eliminare la sua funzione di sintesi dei comportamenti umani, interpretati nel loro insieme in rapporto al Sacro.
Se la chiromanzia si è trasmessa in India (14), in Egitto, in Cina, in Occidente, è perché essa è legata a una struttura esoterica della natura umana. L'empirismo delle osservazioni, la loro classificazione e le tipologie altro non sono che riorganizzazioni sperimentali di insegnamenti ritrovati e verificati nella pratica. Ma una simile procedura, oggi sistematizzata non è propria né di un'epoca né di una cultura. Esistono vari livelli di interpretazione chiromantica, e resta sempre il pericolo di praticare una lettura psichica delle mani (malattie, carattere, eventi) che finisce per collocare contraddittoriamente la totalità dei segni chiromantici in un piano eccessivamente valorizzato. Ciò falsifica il carattere fondamentalmente iniziatico di una scienza sacra, soprattutto quando si cerca di fondare il suo insegnamento sulla statistica. L'universalità nasce dall'organizzazione interna dei livelli, non dalla quantità e dalle astrazioni. L'applicazione e la pertinenza dei simboli chirologici dipendono dalla relazione della parte con il tutto, cui l'uomo partecipa, e che al tempo stesso lo singolarizza. Nella sua lettera, posta a prefazione delle "Révélations Complètes", A.D. Desbarolles ricorda ad Alessandro Dumas figlio, il grande scrittore francese, i termini esatti della chiromanzia: "La chiromanzia sarà (è) la grammatica dell'organizzazione umana" (15).
Il che ne fa al tempo stesso una scienza tradizionale e un'ermeneutica.

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