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SCHEDA ARTICOLO N. «00120»

CLASSIFICAZIONE: 1
TIPOLOGIA: ESOTERISMO
AUTORE: DIZIONARIO ESOTERICO
TITOLO: GOLEM
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TESTO ARTICOLO

GOLEM.

Golem significa massa informe. Anche se conosce un'esistenza culturale tardiva, in particolare con Rabbi Loeb di Praga (1512-1609) ed è oggetto di adattamenti letterari nel diciannovesimo secolo (Jacob Grimm, Achim von Arnim e E. Th. Hoffmann) e nel ventesimo (G. Meyrinch) e di adattamenti cinematografici (Wegener, "Il Golem", 1920) (1), la nozione di Golem ha le sue radici nella più antica tradizione cabalistica ebraica.
Il Golem rappresenta lo stato dell'uomo prima che Dio insufflasse in lui lo spirito. E' la creazione magica di Abramo dopo i tre anni di meditazione sul "Sefer Yezirah". Infine è la replica su scala umana dell'uomo spirituale, del potere creatore di Dio. Attraverso l'unione di questi tre aspetti, il Golem può costituire la chiave per decifrare tutte le sue varianti, che, secondo le culture e i secoli (dal Vodu a Pinocchio, passando per l'"homunculus" di Paracelso, l'automa del secolo diciassettesimo e il robot del ventesimo) indicano implicitamente la presenza del mito.
Ritrovare il senso del Golem significa ritrovare le chiavi della sapienza (2). Il suo disconoscimento fa pesare sull'uomo la minaccia dell'annientamento, quando egli non è illuminato dal Verbo della Scienza Sacra, e ciò può avvenire nell'epoca della robotica così come nel sedicesimo secolo, con le imprudenze degli apprendisti stregoni distrutti dalla loro stessa opera (3).
Innanzi tutto, cosa dice la leggenda del Golem? Anche se ne esistono parecchie versioni (4), si tratta di una creatura di argilla modellata da un adepto, un cabalista, e da lui animata per mezzo dell'iscrizione "Emeth" (5) impressa sulla fronte. La preparazione dell'argilla deve seguire un rituale (quello della cabala pratica) che fa agire le lettere dell'alfabeto ebraico raggruppate in quadrati magici e pronunciate secondo le duecentoventuno forme dell'alfabeto segreto. Il nome ineffabile è raddoppiato: allora vien proferito il "Chem Hamephorasch". Caratteristica del Golem è la sua rapida crescita e la sua forza brutale. Lo si può distruggere solo togliendo da "Emeth" la prima lettera, un Aleph (6), e procedendo all'inverso di quanto fatto in precedenza: recita dell'alfabeto segreto dal fondo, percorso circolare in senso contrario a quello seguito durante la prima recitazione.
Adamo, che ha il nome della terra rossa, è un Golem fino al momento in cui Dio gli ha insufflato il "Neschamah". Dotato di "Nefesh" e di "Ru'ah", non è ancora l'Adam Kadmon, ma una 'massa informe', come testimonia il Salmista: "I tuoi occhi hanno visto il mio Golem" (7). Il Golem è dunque il primo stato di Adamo, a cui Dio ha mostrato, quando l'uomo era senza vita e senza parola, tutte le generazioni future, fino alla fine dei tempi. E' notevole che il testo prosegua con un riferimento allo stesso Libro in cui tutto è scritto: "E sul tuo Libro erano tutti scritti i giorni che mi erano destinati, prima ancora che esistesse alcuno di essi". E' appunto attraverso la meditazione su un simile libro, il "Sefer Yezirah", che Abramo ha creato a sua volta (un uomo) secondo Juda ben Balisar: "Quando nostro padre Abramo venne, guardò, considerò e vide, sondò e comprese, rovesciò, scavò, combinò, e costruì (cioè creò), e vi riuscì" (8). La comprensione del "Sefer Yezirah" permette dunque l'imitazione del processo creativo. Da qui deriva la portata magica del Libro della Cabala in generale, la creazione del Golem in particolare. A questo proposito A.D. Grad afferma: "La Cabala non può esser trattata che nella sua unità". Il Golem esprime dunque in modo analogico il potere creativo di colui che, a somiglianza di Dio, conosce l'uso delle lettere sacre.
Ma, quasi per velare la portata magica della scienza di cui è tuttavia una chiave, il Golem implica altre caratteristiche, che lo rendono minaccioso, tenebroso (Zelem). In quanto tale rimanda all'uomo stesso, ancora attardato nella sua manifesta imperfezione (9). Il pericolo è per colui che non ha la perfetta padronanza della scienza, che non è un uomo di fuoco (Isch). La creazione del Golem, infatti, è impossibile per chi non è il vero Adamo primordiale: egli è a sua volta un Golem da illuminare, attraverso la conoscenza e la meditazione. Così G. Scholem fa giustamente osservare il duplice carattere, tellurico e magico, del Golem (10). La magia è il potere della vita spirituale che penetra e magnetizza la materia. E' insomma la rinascita di cui parla Paolo, che fa della creatura nuova non un essere psichico ("Nefesh, Ru'ah"), ma un essere pneumatico ("Neschamah"). La santificazione del nome di Dio è nel "Pater" il primo metodo rivelato per tale rigenerazione. La Materia Prima dell'alchimista simboleggia, come l'argilla del Golem o quella di Adamo, la prima tappa di un processo di trasmutazione.
"Per stanare il Golem dall'uomo, per risvegliarlo, si deve ricorrere alla conoscenza" (11), afferma A.D. Grad. La relazione tra il Golem e la Sapienza è un dato cabalistico ricavato dal loro valore gematrico uguale a 73. Ora, la Sapienza è Hochmah; è essa che può sottrarlo ai "vincoli della realtà corporale, e fare dell'automa un vivente. Perché è detto: La non-conoscenza è la morte" (12). Ma la vita è al vertice sommo dell'asse Malkhut-Hesod-Tiferet-(Da'th)-Kether (Corona della vita). Per raggiungere tale vertice, "sembra che basti liberare il "Neshamah" dalla ganga golemico-emotiva" (13).
Tuttavia la coincidenza tra Dio e il divino nell'uomo non può farsi direttamente, ma solo in un punto tangenziale in cui Dio si riflette. Questo punto si trova a una stessa distanza dall'Intelligenza (Binah) e dalla Sapienza ("Hochmah"): è la Sefira Da'th, che, pur non essendo una Sefira essenziale, esprime la scienza concepita come uno stato di coscienza. O.M. Avanhov ne fa l'equivalente simbolico dello "Specchio magico che... fa vedere la profondità della Sapienza esterna" (14). Lo stiramento (15) dell'uomo preadamitico da un capo all'altro del mondo, la risonanza delle sue profondità telluriche, ne fanno dunque il depositario degli archivi del mondo (16), del libro della creazione. Ma è proprietà dell'uomo golemico che tale vacuità chiami il suo pieno, e il Libro il suo lettore ispirato (17).
Adamo intrattiene con la verità, il cui nome è impresso sulla fronte del Golem, una connivenza simbolica. Adamo si scrive: Aleph 1), Aleth 4), Mem 40); Emeth si Scrive: Aleph 1), Mem 40), Thaw 400). La differenza degli zeri significa, dice A.D. Grad, "un cambiamento di piano, senza modificazione del senso ontologico del numero" (18). L'uomo è dunque 'specchio' della verità, quando ascende al livello cosmico per il quale è assolutamente idoneo (1-4-40). Così passare da 1-4-40 a 1-4-400 equivale a progredire lungo l'asse centrale dell'albero cabalistico, attraverso Da'th (19). Il Golem destinato a diventare l'uomo di fuoco, Isch che si scrive, Aleph 1) - Yod 10) - Schim 300), vi perviene in quanto mette il principio divino in primo piano (Aleph 1) e divide la luce dalle tenebre. E' così che diviene 'un vivente', cioè un figlio dell'uomo.
Il Golem può oggi fornire una chiave per decifrare la nostra cultura. La materializzazione della coscienza, effetto della rinuncia dello spirito di fronte al mito prometeico delle seduzioni tecnologiche, fa vacillare l'equilibrio tanto delle società quanto delle vite interiori. Prometeo, come il Golem, è incatenato dal sapere degli apprendisti stregoni. Per ricreare il mondo, e recitare in senso inverso l'alfabeto sacro, sarebbe necessaria una risalita del tutto spirituale, capace di colmare il vaso di Pandora. Senza ciò, l'automatismo delle azioni, regolato dal destino dei processi messi in movimento, sfugge alla vera padronanza, fondata su una conoscenza iniziatica dell'uomo. Come Pinocchio, noi perdiamo troppo spesso la nostra umanità pneumatica ("Neschamah") conferita dalla fata (il divino), per ritrovare la rigidità articolata di una marionetta preadamitica (prima creazione di Geppetto). E' solo a prezzo della sofferenza e dell'esilio che la spiritualizzazione della materia finisce per dotarci della coscienza illuminata dai valori, e per ridare definitivamente al Padre la figura archetipica del Figlio che l'ha meritato.
Il Golem, come la materia, contiene le strutture ancora inerti dello spirito creatore. Esso simboleggia il nostro inconscio collettivo, che, rivivificato e chiarito dallo spirito, è l'anima del mondo, lo specchio e il libro della Saggezza.

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