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SCHEDA ARTICOLO N. «00121»

CLASSIFICAZIONE: 1
TIPOLOGIA: ESOTERISMO
AUTORE: DIZIONARIO ESOTERICO
TITOLO: GRAAL
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TESTO ARTICOLO

GRAAL.

Il Graal rappresenta innanzi tutto una coppa, quella in cui Gesù avrebbe versato il vino durante l'Ultima Cena, ma anche la coppa in cui sarebbe colato il suo sangue dalle ferite aperte sul suo corpo crocifisso dalla lancia del centurione Longino. Giuseppe di Arimatea, dopo aver ricevuto dalle mani di Ponzio Pilato quella coppa, l'avrebbe portata secondo tradizioni diverse, in Terra Santa, a Roma, in Gran Bretagna e in un luogo comunque dove essa avrebbe compiuto dei miracoli (1).
Ma si tratta dell'adattamento cristiano di un simbolo che, in versioni sensibilmente affini, esiste anche in altre tradizioni. La forma specifica del recipiente ricorda il calderone celtico di Dagda, il Dio dei Druidi. La sua funzione, quella di conferire agli eroi dei romanzi della Tavola Rotonda (2) l'illuminazione e la salute spirituale, ricorda le proprietà dei tre calderoni celtici: l'abbondanza simbolica, la risurrezione, il sacrificio. La Messa simboleggia la passione sacrificale e la comunione, identificando per la vita eterna il pane e il vino del sacramento eucaristico con il corpo e il sangue di Cristo. Il calice che riceve il vino riceve simbolicamente e simultaneamente il sangue di Cristo: è il Graal.
Il Graal è anche un vaso intagliato nello smeraldo caduto dalla fronte di Lucifero quando fu precipitato nell'inferno dopo la sua ribellione. René Guénon accosta lo smeraldo all'Urna, quella "perla frontale che nell'iconografia indù tiene spesso il posto del terzo Occhio di Shiva, rappresentando quello che si potrebbe chiamare 'il senso dell'eternità'" (3).
Il Graal venne dato da Dio ad Adamo, e, dopo la caduta di questi, Seth fu autorizzato a rientrare nel Paradiso per riprendervi il santo oggetto.
Per la gnosi siriana ed egiziana Seth è il prototipo (4) dell''allogeno' e del Perfetto. I suoi discendenti sono gli 'pneumatici'. E la relazione Seth-Parsifal è, secondo H. Masson, "affermata dalla loro comune missione di custodia del Santo Graal" (5). Analogamente Galaad, figlio di Lancillotto, la cui filiazione da Salomone è in Gautier-Map, è il solo che raggiunge lo scopo. Egli è predestinato, un seggio vuoto lo attende sempre intorno alla Tavola Rotonda, e Dio lo assiste regolarmente durante le sue prove.
L'interesse di queste personificazioni (differenti nelle varie tradizioni) del custode del Graal è di mettere in evidenza la permanenza del simbolo nella storia. Anche se la sua irruzione è di breve durata (cinquant'anni circa in Occidente), esso rimane un archetipo. Il Graal è dunque simultaneamente un simbolo della ricerca iniziatica e una struttura occulta della storia.
Qui precisamente si giustifica la lettura di R. Guénon che associa il Graal ai simboli del cuore e del centro, e che stabilisce a più riprese (6) la relazione tra l'esoterismo del Graal e gli ordini iniziatici che possono riferirvisi, come i Templari, con il simbolismo del Re del Mondo e del Centro della Terra, l'Agartha. La spiritualità planetaria è così posta sotto la guida di Brahatma, di Mahatma o di Mahanga, ciclicamente Re del Mondo.
La storia del Graal, la sua comparsa come la sua assunzione o il suo trasferimento al 'Regno del sacerdote Giovanni', non sono che l'espressione dei rapporti tra il Centro Supremo del Mondo e i Centri di spiritualità. "Si tratta sempre di quello stesso ritiro dall'esteriore all'inferiore, in funzione dello stato del mondo in una data epoca, o, per esprimersi più esattamente, di quella porzione del mondo che è in rapporto con la forma tradizionale considerata..." (7).
Questo polo centrale è un polo occulto. La ricerca del Graal conduce sempre l'eroe in contrade in cui avvenimenti imprevedibili e in apparenza secondari lo riportano sempre al crocevia dei percorsi, alla questione del luogo (castello del re pescatore) e del senso (fare la domanda) del Graal. Il centro spirituale, come il luogo teorico dei Romani, inassegnabile eppure presente, corrisponde al concetto sciita dell'Imam nascosto.
P. Gallois, confrontando il Graal e il castello del re pescatore alla perla e alla conchiglia dell'ostrica "nascosta dalle onde del mare", ne deduce il carattere unico, raro e nascosto del campo simbolico del Graal, nonché il suo carattere femminile. "Infine nella Ricerca, il Graal sarebbe diventato il più insigne mediatore tra Dio e l'umanità. E' il solo modo, riservato a un'infima minoranza vivificata, di conoscenza quasi diretta del mistero divino... Questa funzione mediatrice privilegiata è per gli sciiti esclusiva dell'Imam (nascosto da undici secoli), ed è facile indovinare che anche 'il campo simbolico' dell'Imam si sovrappone quasi esattamente a quello della Perla (unicità, integralità, splendore, ricchezza, facoltà divinatorie e taumaturgiche...), fino al carattere femminile, spesso attestato da una maternità spirituale, ma talvolta anche dalla straordinaria bellezza fisica dell'Imam" (8).
Così il Graal magnetizza il mondo mediante le sue varianti simboliche. P. Gallois diceva: "Non mi accingerei a cercare il Graal nel mondo, perché... esso è dappertutto, vi è sempre stato, e vi sarà sempre, dall'Iran (la coppa di Djemshid) alla Cina (il vaso Ting o la zucca del mago), passando per l'India (la coppa di Maha-Lakshmi, la dea della Fortuna), dopo i calderoni di risurrezione o di conoscenza e le coppe di sovranità della leggenda celtica, o i calderoni dell'abbondanza dell'Edda, fino alle 'scatole' miracolose che contengono, per gli Kwakiutl, una balena, e per i Tsimshian, il sole" (9).
Il senso del Graal non si riduce tuttavia alle sue tradizionali rappresentazioni. La considerazione dei simboli che gli sono generalmente associati (la lancia sanguinante, le rose, il triangolo con la punta verso il basso, il calice di fiori, la rugiada, il nettare...) ne fanno un emblema del sacrificio, del dono del divino, simile all'Agnello e al Verbo. Il Graal, inoltre, non è solo un vaso ("grasale"); è anche un libro ("gradale", "graduale"), una pietra ("lapsit excillis"), un vaso o un cuore, come testimonia la trascrizione geroglifica del cuore mediante un vaso, e la sostituzione nelle carte da gioco del cuore alla coppa, nei Tarocchi (vedi).
Attraverso la persona di Gesù Cristo è quindi la scienza del Verbo, quella dei due principi, a esser riassunta nel Graal. Nella sua forma sacrificale e nascosta, è il mistero dell'Agnello. Ma il mistero dell'Agnello non ci appare ancora rivelato né compiuto. Esso rimanda alle visioni profetiche dell'"Apocalisse": "Allora ho visto, tra il trono dei quattro Viventi e i Vecchi, un Agnello come sgozzato, con sette corna e sette occhi, che sono le sette chiese di Dio in missione su tutta la terra" (10).
Il Graal è il punto di incontro di tutte le iniziazioni, di tutte le tradizioni (11). D'altra parte il Graal è sempre associato a imprese di restaurazione spirituale e politica, per esempio ai Cavalieri, ai Templari, ai Catari. Ed è precisamente su questo punto che termina la visione di Giovanni: "Tu sei degno di prendere "il libro" e aprirne i "sigilli", perché sei stato "sgozzato" e sei stato riscattato da Dio, a prezzo del "tuo sangue" degli uomini di tutte le razze e lingue, di tutti i popoli e nazioni; tu hai fatto di loro per il nostro Dio un "Regno di sacerdoti", che regnano sulla terra" (12). Questo "Regno di sacerdoti" è quello degli iniziati, e non quello della chiesa essoterica. Il simbolismo esoterico del Graal prefigura la venuta del Regno.
Al tempo stesso, però, la rivelazione totale del senso del Graal coincide con la venuta nella persona di Melchisedeck, il vecchio la cui visione inaugura esotericamente l'"Apocalisse"; Melchisedeck è all'incrocio di tutte le iniziazioni. E' il Grande Sacerdote di tutte le tradizioni. E' il re del mondo, il 'Re di Giustizia e di Pace' che deve instaurare il Regno di Dio sulla terra. P. Pomsoye conclude così il suo studio "L'Islam e il Graal" (13): "Questo mistero è quello di "Melki-Tsedeq, prototipo eterno del Sacerdozio, e fondamento dell'ordine tradizionale universale e imperituro. Il Graal è nascosto in lui con la parola". Egli non cesserà mai di esser cercato, perché apre la storia umana alla teofania.
La rivelazione del Graal è dunque la 'figura' politica della scienza del Verbo manifestato dall'incarnazione anche di Melchisedeck. E' il sigillo del nostro presente, la chiave ermeneutica del nostro futuro (14).

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