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SCHEDA ARTICOLO N. «00126»

CLASSIFICAZIONE: 1
TIPOLOGIA: ESOTERISMO
AUTORE: DIZIONARIO ESOTERICO
TITOLO: MALE
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TESTO ARTICOLO

MALE.

La questione del male rappresenta sempre un notevole ostacolo per i filosofi come per le religioni. O il male è tenebra, illusione, ignoranza, non essere, ma allora si pone il problema di cosa giustifichi una riflessione su di esso, oppure il male è una realtà obiettiva, che trova la sua genesi nelle cosmogonie e nelle teofanie; sorge allora il problema della coerenza e del potere di un Principio creatore, limitato e frenato nella sua opera dalla sua figura antitetica. Affermare la sua superiorità sul male e sulle personificazioni sataniche di quest'ultimo non basta a giustificare l'esistenza di un principio del male che non sia già un effetto di Dio.
Esiste una concezione esoterica del male, anche se espressa solitamente in modo frammentario, in funzione dei livelli di manifestazione della contraddizione tra bene e male. Occorre fare una prima osservazione: il pensiero del male fa appello a un'epistemologia, così come a un'immaginazione, del contraddittorio. L'uso del termine 'demone' riflette l'ambivalenza di un concetto associato agli spiriti tentatori, ribelli e minacciosi, e all'idea più antica di uno spirito protettore, simile all'angelo custode, una sorta di voce della coscienza. Lucifero esiste in due aspetti: inizialmente è l'angelo portatore di luce (1), poi diventa l'angelo caduto, Satana, perché ha avuto l'orgoglio di voler trovare in se stesso la ragione sufficiente della sua esistenza. La rivolta degli angeli, spezzata dalla semplice domanda dell'arcangelo (il suo nome Mi-Ka-El, significa infatti 'chi è come Dio?'), ricorda stranamente la promessa sorniona del serpente biblico: "Il giorno in cui ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come gli dei, che conoscono il bene e il male" (2). Esiste un serpente del male come esiste un serpente del bene, e insieme essi formano il Caduceo: simbolo del potere fondato sulla conoscenza del bene e del male, e obiettivo di tutte le iniziazioni.
Il serpente striscia, ma, risvegliato, può raddrizzarsi, come Kundalini, destinata a risalire lungo la colonna vertebrale per risvegliare i Chakra, fino all'apertura del loto dai mille petali. Il serpente, segno di maledizione, è anche l'uroboro, principio vitalizzante dell'universo, serpente zodiacale, e, una volta padroneggiato, Mercurio filosofale (3). Serpente, sesso o scorpione (4), l'archetipo delle tre Esse è ancora drago, guardiano della soglia, idra dalle sette teste, capace tuttavia di mutarsi in colomba, agnello, aquila, segno allora della nostra perfezione.
Se il serpente, essendo il male, "è il più ingannatore degli animali", il suo inganno, in quanto tale, comporta già una dissimulazione del testo. Esiste un punto di vista esoterico, un'ermeneutica non blasfema del carattere sacro dell'inganno. L'Anticristo, destinato secondo la gnosi cristiana a risalire dal fondo dell'abisso, è anch'esso un personaggio della fine dei tempi, che semina guerre e sciagure. Esso agisce in quanto Satana, che deriva la sua esistenza da Dio. "Il drago, l'antico serpente che è il diavolo e Satana" nell'"Apocalisse" (5), vinto da San Michele e da San Giorgio, è anche la materia degli alchimisti, l'Opera al Nero, preambolo della trasmutazione.
Ovunque nella creazione, e paradossalmente nell'evoluzione, il male ha diritto di cittadinanza, ha la sua parola da dire (6). A fronteggiare l'autocompiacimento dei giusti Dio invia i suoi servi satanici. L'iniziazione è raggiunta solo quando il male è vissuto, conosciuto, padroneggiato: fino ad allora l'edificazione è di ordine morale e trova il suo limite nel bene che vien praticato. L'accesso alla conoscenza del male instaura una trascendenza che è quella stessa di Dio. Ai due livelli, antropologico e cosmologico, la dialettica del bene e del male sostiene il processo della manifestazione degli esseri.
La "coincidentia oppositorum" degli ermetisti è lo scopo dichiarato della trasmutazione alchemica spirituale e minerale. Essa è il confronto, sul piano della conoscenza di sé, dell'eroe con il guardiano della soglia, bestia ctonia del nostro inferno interiore. Indra, Atar, Ercole tagliano la testa del drago o dell'idra. San Giovanni della Croce ci insegna che la bestia dell'"Apocalisse" ha "sette teste rizzate contro i sette gradi dell'amore" (7). Nello zodiaco dei primi testi relativi allo yoga compaiono solo dieci segni, perché Vergine e Scorpione sono uniti e la Bilancia manca. L'introduzione tardiva della Bilancia che separa i due segni precedenti simboleggia l'annientamento del serpente (Scorpione) da parte della madre (Vergine), e la sostituzione al serpente tentatore di Eva della Kundalini padroneggiata, dell'amore spiritualizzato.
Il confronto con le regioni sotterranee del nostro inconscio è pertanto necessario perché si realizzino l'equilibrio spirituale e l'armonia dell'essere umano. Questo però comporta la chiara visione dei due poli antagonisti e la rinascita a un altro livello di percezione, che, realizzando l'unità dinamica dei contrari, si situa al di là del bene e del male. Come dice M. Choisy: "Il diavolo-mito (e sappiamo come il linguaggio mitico sia l'unica chiave dinamica dell'inconscio) reso necessario dalla fondamentale ambivalenza dei sentimenti umani, appare come una realtà interiore, non solo accettabile, ma essenziale alla dialettica del progresso psichico" (8).
Come l'equilibrio dell'uomo risiede nel controllo della dialettica tra i due poli antagonisti, così l'equilibrio del mondo presenta una dualità, propria a tutte le manifestazioni. La sua conoscenza deriva da una logica della contraddizione.
In realtà il male è il riflesso invertito, la perversione, di tutti i cieli, di tutti gli angeli. Alle Sefirot contrappone i Clifot, alle cinque virtù cristiche o alla stella fiammeggiante contrappone il pentagramma invertito, alle virtù teologali i sette peccati capitali. Come esiste una teurgia, esiste anche una demonologia. Il male però non si trova al di sotto della creazione, a differenza degli opposti essoterici. Il riflesso è segno della polarità dell'essere. Il male interferisce con il bene nel mondo. E' quindi un po' affrettato usare espressioni come 'il principe del mondo', o ritenere, come fa il manicheismo, che il mondo sia opera di un demiurgo cattivo, a meno che con ciò si intenda affermare che esiste un mondo in cui il male non entra (Binah per la Cabala), oppure che una corrente sovrasta l'altra e rompe l'equilibrio spirituale del mondo. Il mondo che esclude il male è quello della Santa Trinità, a cui si accede solo attraverso una porta stretta che è la Madre Cosmica di tutte le iniziazioni, origine di tutte le prove a cui si è sottoposti. Essa abita al di sopra di Geburah, Sefirot di Samaele, assimilata di volta in volta dalle varie tradizioni a Satana o ai Cherubini che fanno la guardia all'accesso al Regno.
Il male è quindi una categoria dell'essere creato e ciò equivale ad affermare che non si può fare il bene senza il male e reciprocamente. Vi è contraddizione quando si resta fissi in un'opposizione rigida tra i principi, i quali altro non sono invece che le polarità necessarie di un processo evolutivo. L'unità di questo processo si situa nel Verbo creatore, che presiede a tutte le manifestazioni dell'essere (9). Come dice Eliphas Levi, "l'immagine di Dio ha due facce: una di luce, l'altra di ombra; e la sua armonia risulta dall'analogia dei contrari. La faccia di luce è la figura dolce e sorridente di Maria, la faccia di ombra è la smorfia del demone" (10).
Così corre il mondo, e con lui, a dirigere il suo corso, le ruote della visione di Ezechiele (11), che rappresentano il congiungimento di due moti, quello lineare, la 'catena diretta', o 'catena di trasmissione' (12), e quello circolare, la 'catena di partecipazione e di comunione', di religione. Alla prima catena si riconduce il destino dell'umanità, di generazione in generazione.
Le sofferenze di Gesù hanno lo scopo di modificare il male (13). Questo moto è la risultante del gioco di due forze antagoniste, il cui effetto tuttavia è quello di mantenere in moto la ruota. Sono i due serpenti del Caduceo, i due cavalli della settima carta dei Tarocchi (il Carro), Ormuz e Arimane, Eros e Anteros, Cupido ed Ermete, dalla cui associazione nasce l'equilibrio dinamico del mondo.

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