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SCHEDA ARTICOLO N. «00136»

CLASSIFICAZIONE: 1
TIPOLOGIA: ESOTERISMO
AUTORE: DIZIONARIO ESOTERICO
TITOLO: REGNO
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TESTO ARTICOLO

REGNO.

Il Regno di Dio ha un significato triplice: rappresenta una struttura teofanica, uno stato di coscienza e un obiettivo per l'azione dei Maestri e l'evoluzione dell'umanità.
In quanto Regno dei Cieli, è il mondo gerarchico dei livelli di manifestazione di Dio. Va inteso allora in senso lato, come nel caso delle Sefirot, la cui organizzazione interna nella Cabala fa da struttura fondante del mondo; ora, dato che le Sefirot traducono la potenza creatrice di Dio manifestata in Kether, il Regno di Dio comprende la totalità della Creazione. Si tratta allora del potere di Dio sul Tutto, del suo regno, che non si è ancora realizzato nella coscienza umana. L'annuncio di questo regno costituisce uno dei temi della profezia eristica, il suo carattere parusiaco ed escatologico. Questa regalità permanente si comprende, dal punto di vista escatologico: seduto alla destra di Dio, il Cristo, legato a Hochma, regna assai prima della sua creazione sul mondo. Il regno altro non è che la Trinità originaria, mondo dell'emanazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. L'escatologia è la struttura dell'essenza della cosmogonia, il primo ternario cabalistico. Vi è sempre stato un regno di Dio, perché questi sostiene l'altro mondo. E Gesù Cristo ritorna là ove egli è il Figlio (1). E' a questo mondo che hanno accesso i santi. E' un luogo in cui si "entra" (2), anche se è più facile a un cammello entrare nella cruna di un ago che a un ricco entrare nel Regno di Dio. Questo Regno è anche un 'convito', a cui si prende parte (3). L'escatologia fonda simultaneamente l'antropologia dell'uomo pneumatico.
Ma il Regno profetizzato si intende come una chiusura del tempo (4), e il Regno di Dio è la parusia, preceduta da un giudizio e dalla "discesa della nuova Gerusalemme" (5).
Il Regno di Dio è anche un ideale spirituale, che polarizza i pensieri e le azioni del discepolo. A immagine del Regno, della Città, del Tempio, di Gerusalemme, l'adepto si sforza di trasmutare la materia del suo corpo, per farne i "materiali", "l'oro simile al puro cristallo della città" e le pietre preziose delle sue dodici porte (6). La stessa immagine si trova già nella "Katha Upanisad" (7), dove il Tempio, cioè il Signore, il Dio Onnipotente dell'"Apocalisse", è diventato il Sé, l'Atman, che regna entro il cuore. Nell'Apocalisse l'Agnello risiede nel Tempio di Dio; qui è il "cigno" che "regna nella luce", o ancora Agni, "il fuoco sacrificale sulla terra", identificato col Brahma.
Nei due testi, si parla di porte: dodici per la Nuova Gerusalemme, nove o undici secondo le "Upanisad". Analizzando il simbolismo delle dodici porte di Gerusalemme, O.M. Avanhov ne mostra l'analogia con i dodici orifizi del corpo umano (8), che sono le "aperture praticate dal Sé" (9) sul corpo, che lo mettono in relazione con il mondo. La costruzione di questa città o la sua presenza virtuale sono l'indice di un lavoro spirituale su di sé che deve portare alla creazione del corpo di resurrezione, il corpo di gloria secondo san Paolo e la cabala cristiana, il corpo di diamante secondo lo Yoga tantrico.
E' sempre a questa rinascita al Sé che mira Gesù quando dichiara che "il Regno di Dio non viene in modo da attivare gli sguardi", "perché, ecco, il Regno di Dio è dentro di voi" (10). Similmente "se uno non nasce di nuovo non può vedere il Regno di Dio", e "nessuno può entrare nel Regno di Dio se non rinasce dall'acqua e dallo Spirito" (11). La seconda nascita è la meta di un processo iniziatico a cui Gesù stesso accenna parlando del lievito o del granello di senape... "A cosa paragoneremo il Regno di Dio? E' come un granello di senape: quando lo si semina in terra, è il più piccolo di tutti i semi della terra, ma seminato che sia cresce e diventa più grande di tutte le altre piante" (12).
Il granello di senape, che condensa il Regno di Dio con un'analogia riguardante dimensioni e potenza, come l'Atman "grande come un pollice" della "Svetasvatara Upanisad" (13), mostra ancora una volta la convergenza dei regni delle iniziazioni.
Così anche l'ingiunzione contenuta nel "Pater" è in relazione con la scienza sacra: "In terra come in cielo". L'auspicio è sotteso dalla virtualità delle strutture alla base dell'esistenza del mondo: la somiglianza dei rapporti tra alto e basso, la loro unità ontologica. Malkut, la Terra, rifletterà la corona situata in alto (Kether) quando la Terra sarà ricollegata all'Albero della Vita nelle coscienze. La ricerca del Regno di Dio sui piani individuale e collettivo si fonda sulla struttura stessa del microcosmo, che condensa il macrocosmo, come l'uomo nuovo (cristiano) è la chiave vivente del mondo, come Malkut riassume le virtù di tutte le altre Sefirot.

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