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SCHEDA ARTICOLO N. «00140»

CLASSIFICAZIONE: 1
TIPOLOGIA: ESOTERISMO
AUTORE: DIZIONARIO ESOTERICO
TITOLO: SPIRITISMO
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TESTO ARTICOLO

SPIRITISMO.

Il fenomeno socioculturale dello spiritismo è recente, anche se pratiche che mirano a comunicare con lo spirito dei disincarnati e con gli spiriti superiori sono note a tutte le culture. Il buddismo tantrico (1), il lamaismo tibetano (2), le diverse civiltà assire, babilonesi, grecoromane e giudaico-cristiane (3) sono state tutte associate alla conoscenza delle strutture dell'al di là e della condizione dell'uomo dopo la morte, una tecnica propizia al ristabilimento delle comunicazioni tra le entità che si distribuiscono sulla scala degli esseri (4). Per la sua dottrina lo spiritismo si ricollega in generale all'esoterismo, anche se la natura delle sue pratiche e delle sue idee-guida, come la reincarnazione e l'evoluzione, ne fanno a detta di R. Guénon, un "errore". (5) Per il fondatore dello spiritismo, Allan Kardec, il cui vero nome era Hippolyte Leon Denizart Rivail (1804-1869), "lo spiritismo è una scienza, una filosofia completa" (6), ma è anche un'etica e un metodo di insegnamento.
Ora, questo volto dello spiritismo è mascherato dalle circostanze in cui ha fatto la sua comparsa. Si è soliti dire che il fenomeno spiritista nacque in America nel 1847, a Hydesville, dove le sorelle Fox sostenevano di aver conversato con un fantasma. Il codice usato consisteva in colpi dati con le dita. Ben presto l'infatuazione per i fatti strani passa in Europa. L'alleanza composta delle pseudo-dottrine, dei trucchi e dei fatti reali culmina in un'ideologia avente ramificazioni occultistiche, teosofiche (7), perfino scientifiche. Simultaneamente saltano fuori "medium" di ogni sorta. I più noti sono Eusapia Palladino (1854-1918), che stupì il celebre medico criminologo Cesare Lombroso, madame de Girardin che iniziò alle sue pratiche Victor Hugo durante il soggiorno di quest'ultimo a Jersey. Il fantasma di Katia King sedusse l'accademico William Crookes (1832-1919); Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock Holmes, si dichiara, nel 1916, spiritista convinto.
In questa effervescenza in cui si mescolano spettacolo, gusto del meraviglioso e una sete di rinnovamento della fede come reazione all'ideologia del materialismo positivista e del dogmatismo ecclesiastico, il movimento spiritistico va organizzandosi. Nel 1857 "Le livre des esprits" (8) di Allan Kardec fissa "i principi della dottrina sull'immortalità dell'anima, la natura degli spiriti e dei loro rapporti con gli uomini, le leggi morali, la vita presente, la vita futura, l'avvenire dell'umanità, secondo l'insegnamento dato dagli spiriti superiori tramite vari "medium"". Durante la vita umana coesistono tre principi, che dopo la morte si separano. L'anima, che è divina, nata dall'atto creatore stesso, tenta alla morte di svincolarsi dalla presa del corpo, della materia, ma resta prigioniera per un certo tempo di un terzo principio, il perispirito (9). Si tratta di un involucro fluidico che in certe condizioni può materializzarsi, lasciare delle tracce, spostare degli oggetti. Esso assicura il legame tra l'anima (spirito) e la materia durante la vita terrestre. E' il veicolo, il corpo, con cui compaiono i morti o i fantasmi. Il "medium" che fa da intermediario tra gli spiriti e gli uomini è caratterizzato dalla sua facoltà di dirigere il perispirito, di prestare l'energia allo spirito che vuole manifestarsi. Dalla struttura specifica della facoltà medianica, che è alla base di tutta la gamma delle comunicazioni (delle materializzazioni ectoplasmiche, delle evocazioni, delle incorporazioni, dei trasporti di oggetti, delle scritture automatiche) si ricava un'intera tipologia dei "medium" (10). Vi sono "medium" capaci di sdoppiarsi, altri che sanno proiettare o diffondere il perispirito ("medium ad aura").
Tuttavia né gli uni né gli altri son sempre coscienti dei loro ruoli nei fenomeni spiritici. Durante lo sdoppiamento del "medium", il legame vitale mantiene ancora l'energia nel corpo, mentre l'anima e il perispirito lo abbandonano. In questa categoria si trovano i "medium" a incorporazione, che, sotto l'influenza di un ipnotizzatore, permettono a uno spirito di incarnarsi in quello che non è più che l'involucro addormentato del suo essere terrestre. Lo spirito ne prende possesso e si comporta come un essere umano completo. I "medium" a esplorazione diretta, come Mireille, il celebre "medium" del colonnello de Rochas, accedono ai piani vietati agli umani, liberando gli elementi sottili della loro anima (11). I "medium" a ectoplasma "trasferiscono dell'energia speciale sottratta al piano vitale" e acquistano così "la proprietà di rendere più densa la materia sottile del perispirito degli abitanti dello spazio" (12). Escono allora dalla bocca del "medium" un filamento o un tessuto leggero; da tale materia informe può emergere una mano, un viso. Poi tutto si riassorbe e scompare. Nel 1873 Florence Cook produsse l'ectoplasma tangibile e completo di Katie King; Eusapia Palladino manifestò una terza mano fluidica. I "medium ad aura" sono noti per il sollevamento di oggetti, di tavoli, di sedie; sono i "medium" a effetti fisici. Essi esteriorizzano l'energia del perispirito in una sorta di sfera di irraggiamento, il che permette agli spiriti di attingervi l'energia necessaria, di animare differenti oggetti (13). Questi ultimi obbediscono all'ordine mentale degli spiriti. La regola generale consiste quindi nel combinare le forze proprie dello spirito disincarnato con il fluido dei viventi: così si giustifica il ruolo delle catene delle mani nelle sedute spiritiche. Esse forniscono la corrente fluidica necessaria allo svolgimento delle operazioni.
Dopo A. Kardec, la dottrina non ha subito importanti evoluzioni. Due grandi congressi nel 1889 a Parigi e nel 1922 a Londra attirano un folto pubblico. Il fenomeno si sviluppa in due direzioni di cui A. Kardec aveva auspicato l'unificazione: l'occultismo e la scienza (14). Da una parte Leon Denis (successore di Kardec), poi lo spiritismo teosofico, con A. Besant e Leadbater. In Indocina il Caodaismo, dal nome dello spirito Cao Dai manifestatosi a Ngo-Van Chieu nel corso dei 'tavolini rotanti', diventa una vera e propria religione spiritica, che ha raggruppato nel 1954 qualcosa come 270000 fedeli (15). Dall'altra lo scetticismo scientifico, preoccupato di far a meno del concetto di spirito, si sforza di stabilire le condizioni sperimentali del fenomeno spiritico obiettivo, mettendo tra parentesi la teoria. E' la corrente metapsichica, che cerca di riportare i fenomeni spiritici e i loro effetti fisici a proprietà dello psichismo umano.
All'origine di questo approccio si trovano M. Flammarion, W. Crookes, Sir Oliver Lodge, C. Lombroso, N. Zollner, Schrenck-Notzig, Pierre e Marie Curie, Jules Claretie, Richet, Sardou, De Rochas, E. de Rotschild, Gustave le Bon e perfino Henri Bergson (16). La metapsichica e la parapsicologia (17), che succederà alla prima, sono oggi ben distinte dallo spiritismo sul piano metodologico e teorico.
Y. Castellan si spinge ad affermare: "Le ipotesi metapsichiche... non sono all'origine di trattamenti (come lo sono per esempio le ipotesi freudiane), dunque non sono né feconde né verificabili nei loro effetti... Pertanto esse non hanno un valore rigoroso e sono in competizione con la più comoda ipotesi spiritica" (18).
Lo stesso spiritismo, però, assume un aspetto ambiguo tanto nei confronti della scienza, allorché vuole dimostrare l'obiettività dei suoi fenomeni, quanto nei confronti della tradizione esoterica, di cui pretende confermare la dottrina appellandosi a una fonte sicura.
Nel primo caso l'equivoco nasce dell'eterogeneità dei due linguaggi e dall'inadeguatezza dei concetti della scienza. L'obiettività del fatto spiritico nasce in un contesto che gli dà il suo senso. Senza l'insegnamento spiritico i fatti sono ignorati, rifiutati, dimenticati, sono "fatti maledetti" (19), oppure sono sviati dalle loro vocazioni originarie, ad opera di procedure statistiche e di protocolli sperimentali. La spiegazione dei fenomeni spiritici vien continuamente rimandata dalla stessa scienza al futuro.
Dal punto di vista esoterico, la natura della trasmissione dell'insegnamento implica la sua discontinuità, la sua incoerenza. Da una parte non è possibile ricostruire il tutto con dei semplici pezzi, anche se sono pezzi scelti. Dall'altra, già lo stesso spiritismo avverte che la qualità delle risposte dipende in parte dalla qualità morale del "medium" e di chi assiste, secondo la legge delle affinità.
Per elevata che sia la moralità del "medium", il suo potere si estenderà solo ai fenomeni psichici, non a quelli spirituali. E' l'obiezione classica degli esoteristi, per i quali lo spirito disincarnato con cui si entra in contatto non è lo spirito puro, ma un residuo psichico: le scorze del corpo psichico, il cadavere astrale, il 'preta' indiano, lo 'ob' degli antichi Ebrei. Esiste dunque un limite intrinseco alla pratica dello spiritismo. Non è possibile comparare lo spiritismo né a una dottrina, né a una pratica iniziatica.
Spesso del resto l'invocazione dei morti è condannata dai diversi ordini religiosi, che vi vedono una minaccia di alienazione, in tutti i sensi del termine, oltre che un'intrusione illecita in un mondo diverso dal nostro, talvolta per motivazioni poco chiare. Lo spirito rischia di perdere di vista l'obiettivo della sua ricerca, facendo della comunicazione con chi è scomparso una finalità a sé. Uno spirito poco libero dalle vicissitudini terrene può a sua volta cercare di mantenere un legame con il mondo dei viventi per soddisfare i propri desideri, sviando così coloro che lo hanno evocato.
Resta tuttavia vero che gli insegnamenti spiritici interferiscono su molti punti dottrinali con la tradizione esoterica (20). I Maestri appaiono come dei "medium" coscienti dello spirito che li anima: Gesù del Cristo, Maometto di Gabriele, Mosè di Metatron. La realtà dei fatti spirituali non è ignorata dagli insegnamenti tradizionali, ma non è in grado di costituire la loro base dottrinale. In tutti i casi lo spiritismo, pur non essendo una propedeutica all'iniziazione, è tuttavia suscettibile di sensibilizzare una coscienza ancora addormentata, o di confortare una domanda di fede. Da qui il suo statuto e le sue ambiguità.

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