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SCHEDA ARTICOLO N. «00241»

CLASSIFICAZIONE: 1
TIPOLOGIA: ESOTERISMO
AUTORE: HELENA PETROVNA BLAVATSKY
TITOLO: LA VOCE DEL SILENZIO
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TESTO ARTICOLO

Nota al testo:

Nel 1889 Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) pubblicò "La Voce del
Silenzio, contenente brani estratti e tradotti da un testo sacro orientale:
Il libro dei precetti d'oro, testo occulto dalla mistica d'oriente che essa
aveva imparato a memoria durante il suo addestramento in Oriente. La
Blavatsky ha sempre dichiarato che l'opera non è stata scritta da lei bensì
dai Maestri. Ella si definiva il loro portavoce e, pertanto, parlava,
scriveva ed agiva, sotto la loro direzione.

LA VOCE DEL SILENZIO

Queste istruzioni sono per coloro che ignorano i pericoli degli Iddhi
inferiori 1).
Chi vuole udire e comprendere la voce di Nàda 2), il tacito Suono, deve
prima conoscere la natura di Dhàranà 3).

1) La voce pàli Iddhi equivale alla sanscrita Siddhi,
ossia facoltà psichiche, poteri anormali dell'uomo. Vi sono due generi di
Siddhi: un gruppo che contiene le energie psichiche e mentali inferiori e
grossolane, ed un altro che esige il più alto sviluppo dei poteri
spirituali. Dice Krishna nella Shrimad Bhagavat: «Chi è occupato nel
compimento del Yoga, chi ha sottomesso i suoi sensi e concentrato la sua
mente in me [Krishna], tal Yogi tutti i Siddhi son pronti a servire».

2) La Voce senza Suono, ossia la «Voce del Silenzio».
Forse letteralmente questa espressione potrebbe leggersi: «Voce nel
suono spirituale», poiché Nàda è l'equivalente sanscrito del termine senzar.

3) Dhàranà è la concentrazione intensa e perfetta del la
mente sopra qualche oggetto interiore, accompagnata dalla assoluta
astrazione da tutto ciò che appartiene all'universo esterno, al mondo dei
sensi.

Deve il discepolo, divenuto indifferente agli oggetti della percezione,
cercare il Rajah dei sensi, il produttore del pensiero, quello che sveglia
l'illusione.
La Mente è la grande Distruttrice del Reale. Distrugga il Discepolo la
Distruttrice.

Poiché, quando la sua propria forma gli apparirà irreale, come nella veglia
tutte le forme vedute nel sogno; quando avrà cessato di udire i molti, egli
potrà discernere l'Uno - il suono interno che uccide l'esterno.

Allora soltanto, non prima, abbandonerà egli la regione di Asat, il falso,
per entrare nel reame di Sat, il vero.

Prima che l'Anima possa vedere, deve raggiungere l'Armonia interna, e gli
occhi della carne devono essere resi ciechi ad ogni illusione.

Prima che l'Anima possa udire, l'immagine (l'uomo) deve diventare sorda ai
rumori come ai mormorii, al selvaggio barrito degli elefanti come
all'argentino ronzare della lucciola d'oro.

Prima che l'Anima possa comprendere e ricordare, deve essere unita a Colui
che parla in Silenzio, così, come alla mente del vasaio è unita la forma
secondo la quale sarà modellata l'argilla.

Poiché allora l'Anima udrà e ricorderà. E allora all'interno orecchio
parlerà La Voce del Silenzio, e dirà:

Se la tua Anima sorride immersa nella Luce Solare della tua Vita; se la tua
Anima canta entro la sua crisalide di carne e di materia; se la tua Anima
piange entro il suo castello d'illusioni; se la tua Anima lotta per spezzare
l'argenteo filo che la unisce al Maestro 4), sappi, o Discepolo, la tua
Anima è di questa terra.

Quando la tua Anima che si dischiude 5) da ascolto al tumulto del Mondo;
quando la tua Anima risponde alla voce ruggente della Grande Illusione 6),
quando sbigottita nel vedere le cocenti lacrime di dolore, assordata dalle
grida d'angoscia, la tua Anima si ritrae come la pavida tartaruga nel guscio
dell'Egoismo, sappilo, o Discepolo, tempio indegno è la tua Anima del suo
Dio Silente.

Quando, cresciute le sue forze, la tua Anima si arrischia fuori del suo
sicuro asilo, e, staccatasi dall'involucro protettore, tende l'argenteo suo
filo e si spinge in alto; quando, scorgendo la sua immagine sulle onde dello
Spazio, essa mormora: «Questa sono Io», confessa, o Discepolo, che la tua
anima è presa nelle reti dell'illusione 7).

Questa terra, o Discepolo, è la stanza del Dolore, dove lungo il Sentiero
delle dure prove sono sparse insidie per avvolgere il tuo Ego nell'illusione
detta la «Grande Eresia» 8).

4) «Grande Maestro» è l'espressione usata dai chela per
indicare il Sé superiore; ed equivale ad Avalokiteshvara, e ad Àdi-Buddha
degli occultisti buddisti, lo Àtmà dei Bramani, e il Christos degli antichi
Gnostici.

5) Anima qui è usato per indicare l'Ego umano o Manas,
quello che nella nostra divisione settenaria occulta è chiamato Anima umana
per distinguerlo dall'Anima spirituale e dall'Anima animale.

6) Mahà-Màyà, la Grande Illusione, l'Universo
oggettivo.

7) Sakkàyaditthi, l'illusione della personalità.

8) Attavàda, l'eresia della credenza nell'Anima o
piuttosto nella separazione dell'Anima o Sé dall'universale ed infinito Sé
Uno.

Questa terra, o Discepolo ignaro, è soltanto il vestibolo tenebroso che
conduce a quel crepuscolo che precede la valle di vera luce - quella luce
che vento non può estinguere, che arde senza lucignolo e senza alimento.

Dice la Grande Legge: «Per diventare il conoscitore del SÉ UNIVERSALE 9),
devi prima essere il conoscitore del Sé, devi abbandonare il sé al non-sé,
l'essere al non-essere, e allora potrai riposare tra le ali del Grande
Uccello. Dolce invero è riposare tra le ali di quello che non è nato, né
muore, ma è l'AUM 10) attraverso eterne età 11).

9) II Tàttvajnanì è colui che conosce e distingue i
principi nella natura e nell'uomo; e l'Àtmàjnàni è il conoscitore di Àtmà,
ossia dei Sé Uno Universale.

10) Kàla Hamsa, l'Uccello, o Cigno. Dice il
Nàdavìn-dùpanishad (Rig Veda), tradotto dalla Società Teosofica di
Kumbakonam: «La lettera A è considerata come l'ala destra dell'uccello
Hamsa, la U come la sinistra, la M come la coda, e l'Ardhamàtrà [mezzo
metro] come la sua testa».

11) Eternità ha per gli orientali un significato affatto
diverso che per noi. Generalmente indica i 100 anni o «età» di Brahmà, la
durata di un Kalpa, ossia un periodo di 4.320.000.000 di anni

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