Nota al testo:
Nel 1889 Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) pubblicò "La Voce del Silenzio, contenente brani estratti e tradotti da un testo sacro orientale: Il libro dei precetti d'oro, testo occulto dalla mistica d'oriente che essa aveva imparato a memoria durante il suo addestramento in Oriente. La Blavatsky ha sempre dichiarato che l'opera non è stata scritta da lei bensì dai Maestri. Ella si definiva il loro portavoce e, pertanto, parlava, scriveva ed agiva, sotto la loro direzione.
LA VOCE DEL SILENZIO
Queste istruzioni sono per coloro che ignorano i pericoli degli Iddhi inferiori 1). Chi vuole udire e comprendere la voce di Nàda 2), il tacito Suono, deve prima conoscere la natura di Dhàranà 3).
1) La voce pàli Iddhi equivale alla sanscrita Siddhi, ossia facoltà psichiche, poteri anormali dell'uomo. Vi sono due generi di Siddhi: un gruppo che contiene le energie psichiche e mentali inferiori e grossolane, ed un altro che esige il più alto sviluppo dei poteri spirituali. Dice Krishna nella Shrimad Bhagavat: «Chi è occupato nel compimento del Yoga, chi ha sottomesso i suoi sensi e concentrato la sua mente in me [Krishna], tal Yogi tutti i Siddhi son pronti a servire».
2) La Voce senza Suono, ossia la «Voce del Silenzio». Forse letteralmente questa espressione potrebbe leggersi: «Voce nel suono spirituale», poiché Nàda è l'equivalente sanscrito del termine senzar.
3) Dhàranà è la concentrazione intensa e perfetta del la mente sopra qualche oggetto interiore, accompagnata dalla assoluta astrazione da tutto ciò che appartiene all'universo esterno, al mondo dei sensi.
Deve il discepolo, divenuto indifferente agli oggetti della percezione, cercare il Rajah dei sensi, il produttore del pensiero, quello che sveglia l'illusione. La Mente è la grande Distruttrice del Reale. Distrugga il Discepolo la Distruttrice.
Poiché, quando la sua propria forma gli apparirà irreale, come nella veglia tutte le forme vedute nel sogno; quando avrà cessato di udire i molti, egli potrà discernere l'Uno - il suono interno che uccide l'esterno.
Allora soltanto, non prima, abbandonerà egli la regione di Asat, il falso, per entrare nel reame di Sat, il vero.
Prima che l'Anima possa vedere, deve raggiungere l'Armonia interna, e gli occhi della carne devono essere resi ciechi ad ogni illusione.
Prima che l'Anima possa udire, l'immagine (l'uomo) deve diventare sorda ai rumori come ai mormorii, al selvaggio barrito degli elefanti come all'argentino ronzare della lucciola d'oro.
Prima che l'Anima possa comprendere e ricordare, deve essere unita a Colui che parla in Silenzio, così, come alla mente del vasaio è unita la forma secondo la quale sarà modellata l'argilla.
Poiché allora l'Anima udrà e ricorderà. E allora all'interno orecchio parlerà La Voce del Silenzio, e dirà:
Se la tua Anima sorride immersa nella Luce Solare della tua Vita; se la tua Anima canta entro la sua crisalide di carne e di materia; se la tua Anima piange entro il suo castello d'illusioni; se la tua Anima lotta per spezzare l'argenteo filo che la unisce al Maestro 4), sappi, o Discepolo, la tua Anima è di questa terra.
Quando la tua Anima che si dischiude 5) da ascolto al tumulto del Mondo; quando la tua Anima risponde alla voce ruggente della Grande Illusione 6), quando sbigottita nel vedere le cocenti lacrime di dolore, assordata dalle grida d'angoscia, la tua Anima si ritrae come la pavida tartaruga nel guscio dell'Egoismo, sappilo, o Discepolo, tempio indegno è la tua Anima del suo Dio Silente.
Quando, cresciute le sue forze, la tua Anima si arrischia fuori del suo sicuro asilo, e, staccatasi dall'involucro protettore, tende l'argenteo suo filo e si spinge in alto; quando, scorgendo la sua immagine sulle onde dello Spazio, essa mormora: «Questa sono Io», confessa, o Discepolo, che la tua anima è presa nelle reti dell'illusione 7).
Questa terra, o Discepolo, è la stanza del Dolore, dove lungo il Sentiero delle dure prove sono sparse insidie per avvolgere il tuo Ego nell'illusione detta la «Grande Eresia» 8).
4) «Grande Maestro» è l'espressione usata dai chela per indicare il Sé superiore; ed equivale ad Avalokiteshvara, e ad Àdi-Buddha degli occultisti buddisti, lo Àtmà dei Bramani, e il Christos degli antichi Gnostici.
5) Anima qui è usato per indicare l'Ego umano o Manas, quello che nella nostra divisione settenaria occulta è chiamato Anima umana per distinguerlo dall'Anima spirituale e dall'Anima animale.
6) Mahà-Màyà, la Grande Illusione, l'Universo oggettivo.
7) Sakkàyaditthi, l'illusione della personalità.
8) Attavàda, l'eresia della credenza nell'Anima o piuttosto nella separazione dell'Anima o Sé dall'universale ed infinito Sé Uno.
Questa terra, o Discepolo ignaro, è soltanto il vestibolo tenebroso che conduce a quel crepuscolo che precede la valle di vera luce - quella luce che vento non può estinguere, che arde senza lucignolo e senza alimento.
Dice la Grande Legge: «Per diventare il conoscitore del SÉ UNIVERSALE 9), devi prima essere il conoscitore del Sé, devi abbandonare il sé al non-sé, l'essere al non-essere, e allora potrai riposare tra le ali del Grande Uccello. Dolce invero è riposare tra le ali di quello che non è nato, né muore, ma è l'AUM 10) attraverso eterne età 11).
9) II Tàttvajnanì è colui che conosce e distingue i principi nella natura e nell'uomo; e l'Àtmàjnàni è il conoscitore di Àtmà, ossia dei Sé Uno Universale.
10) Kàla Hamsa, l'Uccello, o Cigno. Dice il Nàdavìn-dùpanishad (Rig Veda), tradotto dalla Società Teosofica di Kumbakonam: «La lettera A è considerata come l'ala destra dell'uccello Hamsa, la U come la sinistra, la M come la coda, e l'Ardhamàtrà [mezzo metro] come la sua testa».
11) Eternità ha per gli orientali un significato affatto diverso che per noi. Generalmente indica i 100 anni o «età» di Brahmà, la durata di un Kalpa, ossia un periodo di 4.320.000.000 di anni
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