Rodolfo Signifredi
LA COSCIENZA PLANETARIA Estratto dal Manifesto nello Spirito della Coscienza Planetaria
"Abbiamo raggiunto un punto di cruciale importanza nella nostra storia. Siamo all'inizio di un nuovo periodo di evoluzione sociale, spirituale e culturale. Stiamo evolvendo verso un sistema interconnesso, basato sull'informazione, che abbraccia l'intero pianeta. La sfida che ora dobbiamo affrontare è quella di scegliere il nostro futuro. La nostra generazione è chiamata a decidere il destino della vita su questo pianeta. A creare una società globale, pacifica e cooperante, continuando così la grande avventura della vita, dello spirito e della consapevolezza sulla Terra".
STA NASCENDO UNA NUOVA SOCIETA' GLOBALE
Stiamo assistendo alla comparsa di un nuovo esemplare di homo sapiens sapiens. Si chiama 'creativo culturale" e non è il frutto di manipolazioni genetiche, ma di una naturale gestazione avvenuta nel seno della New age. Fin dagli anni '90, infatti, il mondo della Nuova era aveva cominciato a fare chiarezza in se stesso, cacciando i mercanti dal tempio. Poi, un bel giorno, si è guardato allo specchio e ha scoperto di essere in tanti.
Questo nuovo popolo è numeroso, e lo dicono i tabulati usciti dalla prima rilevazione italiana sui Creativi Culturali (così li hanno chiamati i ricercatori americani), realizzata sull'onda di analoghe indagini sociologiche già effettuate negli Usa. Perché il fenomeno è mondiale. E i risultati hanno sorpreso gli stessi promotori, che non si aspettavano di trovare un 35% di questi innovatori nel nostro paese, pari a 15 milioni di italiani adulti. Una massa d'urto che ancora non conosce la sua potenzialità, ma che potrebbe svegliarsi.
Lo sottolinea il prof. Enrico Cheli, docente di Sociologia dei processi culturali dell'Università di Siena che ha progettato e diretto l'indagine promossa da questa Università, in collaborazione con la Regione Toscana e vari enti del settore.
Il primo a rendersene conto era stato il sociologo americano Paul Ray, autore tra il 1996 e il 1999 di una analoga ricerca negli Usa, che aveva rilevato l'esistenza di oltre 50 milioni di statunitensi "altenativi" alla cultura imperante. E li ha chiamati Creativi Culturali perché stanno creando un nuovo tipo di cultura che preannuncia notevoli trasformazioni nei valori, nelle priorità, nelle scelte personali, nello stile di vita, nel modo di lavorare, guadagnare e spendere.
Gente che sta andando avanti "silenziosamente" nel processo di transizione verso una nuova identità e un nuovo paradigma culturale. Un modo di vivere non ancora pienamente definito, perché si trova ancora nella situazione fluida dello "stato nascente", ma tale da poter essere già considerato un "modello" in fase di emersione. E c'è chi si sta occupando di dare voce e visibilità a questa popolazione, dopo avere individuato i denominatori comuni che si ritrovano nei differenti gruppi.
VERSO UNA NUOVA CULTURA
Queste ricerche stanno monitorando tutte quelle persone che, anche senza saperlo, lavorano a una nuova cultura, interessandosi di ecologia e sostenibilità, salute olistica e naturale, economia etica e consumi critici, pace e collaborazione planetaria, solidarietà e volontariato, ricerca interiore e crescita personale, espansione di coscienza e spiritualità. È il New age del nuovo Millennio.
Ma questo "nuovo" New age non ha più le scorie del vecchio. Ed è una cultura scaturita da gruppi diversificati, che si aggregano attorno ad uno o più di questi aspetti, avendo in comune il rifiuto del materialismo e dell'esibizionismo sociale. L'essere e non l'apparire è il filo conduttore di questo movimento spontaneo. Ecco perché gli esemplari del nuovo homo sapiens sapiens non hanno tanta visibilità e hanno potuto proliferare senza inquietare l'establishement. Ma è tempo che escano allo scoperto. Perché sono i precursori del nuovo mondo che verrà.
Un mondo preannunciato da voci profetiche come quelle di scienziati, filosofi e premi Nobel che fanno parte del Club di Budapest, fautore di questa nuova cultura. "Abbiamo sette anni per evitare il collasso globale: nel 2012 arriveremo a un punto di irreversibilità che può essere catastrofico, ma può anche far nascere una nuova civiltà, con nuovi valori" ha puntualizzato il fondatore del Club di Budapest e filosofo della scienza Ervin Laszlo.
I Creativi Culturali stanno emergendo, infatti, in concomitanza con il crescere dei segnali che avvertono il pericolo verso cui sta correndo il pianeta. Questa scadenza viene individuata dal convergere delle predizioni di differenti tradizioni con i dati scientifici sull'andamento del globo terrestre, sottaciuti a livello ufficiale. Il principio olistico, che ormai non è più messo in discussione, rivela la stretta connessione tra il comportamento dell'uomo e la salute dela terra.
Ervin Laszlo è stato uno dei primi, nell'area della filosofia dei sistemi e della teoria generale dell'evoluzione, ad aver visto in anticipo i rischi del nostro tempo ma anche le possibilità di cambiamento. E un uomo come lui, insieme ad altri personaggi del suo livello, vede nei Creativi Culturali riuniti in una Rete olistica, la risorsa provvidenziale per determinare la svolta.
"I risultati dell'indagine sono un indice immunologico dell'umanità, - ha commentato Ervin Laszlo, - Abbiamo ancora la possibilità di sopravvivere, perché il pianeta è affidato alla creatività e alla volontà di cambiamento della popolazione dei paesi industrializzati. Questa popolazione può fare scelte importanti per quanto riguarda il produrre, il consumare, il comunicare. Io sono ottimista, credo che la possibilità di cambiare ci sia, ma bisogna agire ora".
IL CAMBIAMENTO GLOBALE
Il sondaggio italiano sarà seguito prossimamente da altri in Olanda, Germania, Giappone. E tutto questo è un passo concreto in direzione di ciò che viene chiamato Macroshift, ossia "il cambiamento globale" di pensiero e di vita, che una gran parte degli uomini sta affrontando e che l'intera umanità dovrà scegliere sempre più consapevolmente nell'immediato futuro.
"Dagli anni '60 a questa parte la civiltà occidentale sta attraversando una fase di continua trasformazione socioculturale ed economica caratterizzata da una profonda crisi dei valori riconducibili alle culture sinora dominanti, e da una trasformazione degli stili di vita e dei modelli socio-relazionali." Con questa premessa i ricercatori italiani delineano la cornice entro la quale ci muoviamo anche noi, attori e spettatori di queste vicende.
E se le principali istituzioni sociali, scientifiche, culturali sono ancora imperniate su una visione "modernista" della realtà, una parte consistente della popolazione occidentale sta transitando verso una cultura che alcuni autori definiscono post-moderna o trans-moderna, caratterizzata da una messa in discussione dell'ideologia materialista tecnocratica e dall'emergere di nuove visioni del mondo e nuovi valori: dalla sostenibilità ecologica all'interculturalità, dalla pace alla crescita personale, dalle nuove forme di spiritualità all'economia etica.
Ma a che punto del guado ci troviamo e quanto è distante l'altra riva? Quali sono i nuovi valori e stili di vita che più di altri riscuotono consenso da parte delle persone? Quali sono le convergenze e divergenze tra questi nuovi movimenti culturali? Tali valori e stili di vita sono episodici e settoriali o sta emergendo un nuovo paradigma che li interconnette? È proprio questo che ci viene raccontato dall'indagine da cui siamo partiti.
I CREATIVI CULTURALI ITALIANI
Dal questionario, condotto su 1800 adulti dal Nord al Sud d'Italia, emergono, come si è detto, dati sorprendenti: per il 95% degli intervistati i partiti politici dovrebbero dimostrare più impegno a favore dell'ecologia, per il 97,5% si dovrebbe lavorare attivamente per la pace e quasi l'80% del campione pensa che la medicina alternativa dovrebbe essere presa in seria considerazione.
Ben il 66,5%, inoltre, concorda con la necessità di tornare a un modo di vivere più semplice e meno consumistico per salvaguardare ambiente e salute. Dai principi ai fatti, i risultati non cambiano di molto: il 23% del campione ha seguito incontri o corsi dedicati alla crescita personale, psicologica e spirituale, il 37% ha fatto uso di medicine alternative, dall'agopuntura alla naturopatia.
Mettendo a confronto tutte le risposte, la ricerca è arrivata a quantificare nel 35% la percentuale dei "creativi", ossia coloro che, in coerenza, abbracciano a livello di valori tutti i campi, e in un 55% i sensibili coerenti. Questa massa è più femminile che maschile, ma non presenta differenze a livello di fasce sociali, età, distribuzioni sul territorio e titolo di studio.
L'UNIONE FA LA FORZA
Questa massa di dati dice che c'è una sensibilità diffusa, ma parla anche di un fenomeno sottostimato, forse perchè spesso si confondono i militanti con i simpatizzanti. Tuttavia è prevalsa finora una logica di separazione, e le persone si riconoscono nell'una o nell'altra area tematica, nell'uno o nell'altro movimento, ma non colgono la loro interconnessione sistemica. Si creano numerosi aggregati e movimenti, ciascuno imperniato su uno specifico campo di interesse, che però restano tra loro per lo più scollegati se non addirittura antagonisti.
Quando ai creativi è stato chiesto se ritenessero le loro idee largamente condivise, in pochi hanno risposto affermativamente. I creativi pensano di essere isolati, e sbagliano perché sono una popolazione trasversale che non si vede, ma proprio per questo ha bisogno di emergere. Anche tra gli studiosi permane un analogo atteggiamento di settorializzazione.
Uno degli scopi di questa ricerca è dunque di rendere evidenti nessi e convergenze tra i diversi campi e movimenti, ipotizzando che rappresentino sfaccettature differenti di un'unico fenomeno. Questi milioni di persone non sanno di essere una massa critica, capace di incidere su poteri che li ignorano, su eventi che li ostacolano. E in tempi di indici che puntano in basso è davvero una buona notizia!
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