[Da Sri Aurobindo - La sintesi dello Yoga - Ubaldini editore]
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La conoscenza [la via del Jnana Yoga] e' la base di una costante esistenza nel Divino, perche' la coscienza e' la base di ogni esistenza e di ogni essere. La conoscenza e' l'azione della coscienza, la luce mediante la quale questa conosce se stessa e la sua realta', i poteri mediante i quali, partendo dall'azione, siamo capaci di afferrare i risultati interiori del nostro pensiero e dei nostri atti e di far crescere solidamente il nostro essere cosciente per fargli raggiungere, grazie all'unione, il suo compimento nell'infinita' dell'Essere Divino. Il Divino ci viene incontro sotto molti aspetti e, per ciascuno di essi, la conoscenza e' la chiave, cosi' precisa e sicura, mediante la quale possiamo entrare nell'Infinito e possedere il Divino in tutti i Suoi modi d'essere, nello stesso modo che Lo riceviamo e siamo da Lui posseduti in tutti i nostri modi d'essere. Senza la conoscenza viviamo in Lui ciecamente con la stessa cecita' del potere della Natura assorta nelle sue opere, dimentichi della nostra origine e, di conseguenza, senza vivere divinamente, privi della piena e vera felicita' del nostro essere. Mediante la conoscenza arriviamo all'unita' cosciente con cio' che conosciamo (la vera coscienza e' possibile solamente per identita' sanando cosi' la divisione e abolendo la causa delle nostre limitazioni, delle nostre discordie, delle nostre debolezze e del nostro malcontento.
Ma la conoscenza non e' completa senza le opere, [la via del Karma Yoga] in quanto Dio non e' solamente l'Essere puro o l'esistenza silenziosa e autocosciente, ma anche la volota' d'essere; e se le opere trovano la loro sommita' nella conoscenza, la conoscenza si completa nelle opere.
L'amore [la via del Bhakti Yoga] e' il coronamento della conoscenza, perche' e' felicita' d'unione, e quest'unione dev'essere cosciente della gioia dell'unita' per scoprire tutte le ricchezze della propria felicita'. In verita' la perfetta conoscenza conduce all'amore perfetto, e la conoscenza integrale possiede una ricchezza di amore infinitamente varia e schietta. , dice la Gita (non solamente come un'immobile unita' o come un movimento divino delle innumerevoli anime, ma come Colui che e' superiore all'uno e aall'altro, ed in cui ambedue sono divinamente contenuti), attraverso l'amore in tutti i suoi modi d'essere>.
Tale e' la trinita' dei nostri poteri e la triplice unione con Dio a cui perveniamo quando facciamo della conoscenza il nostro punto di partenza.
Essendo l'unione di questi tre poteri [Bhakti, Jnana, Karma Yoga] la base della nostra perfezione, il ricercatore di un integrale compimento di se' nel Divino deve eliminare in se', se ne ha, le incomprensioni e gli atteggiamenti sdegnosi che si riscontrano spesso tra gli adepti di queste tre vie.
Coloro che hanno il culto della conoscenza [Jnana] sembrano spesso se non disprezzare, almeno guardare dalla cuspide della loro eminenza vertiginosa, la via della devozione [Bhakti], come se fosse una cosa inferiore, ignorante, buona solamente per le anime non ancora pronte per le cime della verita'.
E' vero che la devozione senza la conoscenza e' spesso rozza, rudimentale, cieca e pericolosa, come hanno dimostrato gli errori, i crimini e le follie delle religioni. Ma cio' succede perche' la devozione non ha trovato la giusta via ne' il vero principio, e cercando di trovarli alla cieca si trova ancora sul sentiero laterale da cui, prima o poi, finira' per uscire ed imbucare la via principale.
Ma anche la conoscenza a quello stadio, e' tanto imperfetta quanto la devozione. E' dogmatica, settaria, intollerante, rinchiusa nella limitazione di principi unici ed esclusivi, quasi sempre imperfettamente compresi
Quando l'adepto della devozione ha potuto afferrare il potere che lo eleva, quando si e' veramente impadronito dell'amore, si purifica e si allarga tanto efficacemente quento potrebbe farlo mediante la via della conoscenza.
... Da parte sua l'adepto della devozione ha la tendenza a guardare dall'alto in basso una conoscenza esclusiva, che gli sembra arida come la segatura. E' vero che la filosofia in se', senza l'estasi dell'esperienza spirituale, e' una cosa tantos ecca quanto chiara, che non puo darci tutta la soddisfazione che cerchiamo..
La Gita distingue tre preliminari generi di Bhakti: quella che cerca rifugio nel Divino contro i dolori del mondo (arta); quella che mossa dal desiderio, avvicina il Divino come il dispensatore del suo bene (artharthi) e quella che, attirata da cio' che ama senza conoscerlo, e' assetata di conoscere il Divino Sconosciuto, (jijnasu); ma la Gita concede la palma alla bhakti che possiede la conoscenza. Evidentemente l'intensita' della passione che proclama: "Non comprendo, amo" e chi amando non si preoccupa di comprendere non e' certamente l'espressione piu' perfetta dell'amore e nemmeno ha la piu' elevata intensita'.
A mano a mano che la conoscenza del Divino aumenta, anche la felicita' nel Divino e l'amore per Lui devono aumentare. La sola estasi non e' un appoggio sicuro senza la base della conoscenza; vivere in cio' che amiamo ci da' sicurezza, ma vivere nell'Amato significa unirsi a Lui nella coscienza, e l'unita' nella coscienza e' la perfetta condizione della conoscenza.
Se l'incomprensione tra questi due poteri [Jnana e Bhakti yoga] e' ignoranza, la loro tendenza a guardare dall'alto in basso la via delle opere [karma yoga], come inferiore allo loro piu' eccelsa vetta spirituale, e' un'ignoranza non meno grande. Davanti all'intensita' dell'amore e della conoscenza le opere sembrano qualcosa di esteriore e di dispersivo. Ma esse appaiono cosi' finche' non abbiamo trovato l'unita' della volonta' e della coscienza col Supremo. Quando questa unita' e' raggiunta le opere divengono lo stesso potere della conoscenza ed una sorgente d'amore.
Se la conoscenza rappresenta lo stato di unita' e l'amore la sua beatitudine, le opere divine sono il potere della Sua luce e della Sua dolcezza.
In questa conoscenza deve vivere uno Yoga integrale. Dobbiamo incominciare la nostra ascesa verso Dio mediante i poteri della mente, dell'intelletto, della volonta' e del cuore. Le limitazioni della mente e gli esclusivismi non mancheranno agli inizi del cammino e saranno presenti durante molto tempo.
Puo' incominciare con la via dell'amore [Bhakti Yoga], con quella della conoscenza [Jnana Yoga] o quella delle opere [karma Yoga]; ma la gioia del compimento incomincera' nel momento in cui esse confluiranno.
Non si puo' mancare di trovare l'amore anche se non si incomincia con l'amore; perche' l'amore e' il coronamento delle opere e lo sbocciare della conoscenza.
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