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SCHEDA ARTICOLO N. «00419»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: ELENA MISSORI
TITOLO: UN GURU MODERNO, RAIMON PANIKKAR
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TESTO ARTICOLO

Un guru moderno: Raimon Panikkar

(di Elena Missori)

Quando parla i suoi occhi ridono. E chi lo ascolta rimane ipnotizzato. È un
sacerdote di 86 anni che ha insegnato nelle maggiori università del mondo.
Una grande guida spirituale. Dice verità profonde e semplici. Come solo i
saggi sanno fare.

I suoi scritti sono impegnativi, pieni di parole difficili. Ma lui, di
persona, sembra un angelo caduto dal cielo. La figura esile e al tempo
stesso vigorosa, lo sguardo sorridente e profondo irradiano luce e serenità.
Con la sua ironia apre la mente e penetra nel cuore. È così che Raimon
Panikkar - nato a Barcellona nel 1918 e sacerdote cattolico dal 1946 - si è
conquistato la fama di guida spirituale. Capace di ipnotizzare con la sua
sola presenza le platee di ogni Paese e di ogni età. Da sempre sostiene con
passione l'idea del dialogo tra le fedi e della fratellanza tra gli uomini.
Lui, erede di culture così diverse e vero cittadino del mondo, è figlio di
un grande "sogno d'amore". Quello che da Tolstoi a Karol Wojtyla, dal poeta
Khalil Gibran al Dalai Lama attraversa tutto il Novecento, superando gli
orrori delle guerre e dei genocidi. E che ha avuto in due indiani, il poeta
Tagore e il Mahatma Gandhi, i suoi rappresentanti più famosi.

Reverendo Panikkar, oggi siamo testimoni di un grande cambiamento a livello
mondiale: razze e culture escono dai loro confini e si mescolano.

Ho avuto la fortuna di avere una madre spagnola e cattolica e un padre
indiano e induista. Per me è stato un meraviglioso arricchimento. Mi ha
insegnato a guardare ogni realtà con l'occhio dell'apertura e dell'amore. Io
sono un sacerdote cattolico, ma che cosa sarebbe il mio sacerdozio, se
pensassi di appartenere esclusivamente a una setta religiosa nata solo
duemila anni fa?

Ogni uomo è il punto in cui si incontrano il divino e il creato. Ma oggi
molti giovani respingono o ignorano il messaggio cristiano perchè in realtà
non sanno che cos'è. "Beati i poveri in spirito, perchè di essi è il regno
dei cieli. Beati gli afflitti, perchè saranno consolati. Beati i miti,
perchè erediteranno la terra... Beati gli operatori di pace, perchè saranno
chiamati figli di Dio...": queste sono le parole dette da Gesù nel Sermone
della montagna. Basta ripeterle ai giovani ed ecco che loro scoprono le
radici e il significato eternamente valido del messaggio cristiano.

Ma forse i giovani fanno fatica ad accogliere l'insegnamento religioso
perchè la Chiesa difende posizioni un po' antiquate. Per esempio, nei
confronti delle donne.
È vero. Ma non possiamo dimenticare che nella cultura occidentale è ben
radicata l'idea che la donna sia la radice del male. Per gli induisti è il
dio Indra che genera il male. Per loro la fonte del peccato è maschile, non
femminile. Forse noi cattolici dovremmo ripensare la figura di Maria: è la
madre di Dio, e questo fatto, probabilmente, non è stato capito ancora fino
in fondo in tutta la sua portata rivoluzionaria. Anche per quanto riguarda
il celibato dei sacerdoti, la posizione della Chiesa viene giudicata
superata. San Pietro non era celibe e gli apostoli nemmeno. In molte chiese
cristiane i preti si possono sposare. Dare un bacio con amore è come dare
pace a tutto il mondo.

Che cos'è il male?

È una sfida. E in quanto tale è qualcosa di utile, che ci aiuta a
progredire, ad aprire gli occhi. Noi oggi con questa idea ossessiva del
comfort, della sicurezza, della vita facile, stiamo cercando invano di
sottrarci ad una sfida che invece è necessaria e fatale. Alla domanda: "C'è
qualcosa di peggio dell'inferno?" Santa Caterina da Genova risponde: "Sì,
che non ci sia".

E il peccato, che cos'è?

È perdere la visione dell'invisibile, perdere la speranza. Per questo il
peggiore dei peccati è la tristezza, la malinconia che può trasformarsi
nelle forme patologiche della depressione. Un male che tanto affligge il
mondo contemporaneo.

D'accordo, ma qual è il rimedio?

Liberarsi dall'egocentrismo. Liberarsi dalla prigione dell'Io.

Sì, oggi siamo tutti chiusi in noi stessi e nei nostri mondi. Forse è per
questo che anche l'Islam ci fa paura?

C'è un proverbio spagnolo che dice: "Del enemigo el consejo". E cioè:
"Dobbiamo trarre consiglio dal nemico". In questo modo il nemico non è più
nemico. Io credo che oggi l'Islam sia più occasione di crescita che di
rischio. Non dimentichiamo che è sempre esistito un fondamentalismo
cristiano, forse ancora più potente e pericoloso di quello islamico. In
generale, la regola di base dovrebbe essere quella di considerare il diverso
non come "alius" ma come "alter": alius è lo straniero visto come nemico,
alter è invece il diverso visto come l'altra parte di noi stessi.

Lei è un maestro e una guida spirituale. Ci regali un pensiero per aiutarci
a vivere meglio.

Non dire mai una sola parola che non sia nata dalla nostra viva esperienza e
sofferenza. Nel 1922 il Mahatma Gandhi viveva in un ashram indiano, dove
s'era accollato il compito di pulire le latrine. Tutti sapevano che era un
saggio. Un giorno una madre lo pregò di dire a sua figlia di non mangiare
troppi dolci. Lui non rispose. Dopo una settimana la madre tornò a
chiedergli la stessa cosa. Lui confessò di non avere parlato per nulla con
la ragazza, per il semplice fatto che lui stesso amava i dolci. Lo ha detto
anche Gesù: "Vi sarà chiesta ragione di ogni parola oziosa".

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