Il destino e la vita universale
Tratto da:
- Il destino nella vita dell'uomo - (di Amadeus Voldben)
Ed. Mediterranee
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Esiste un Piano Divino per la Vita Universale, ma non si deve credere che tutto sia ferreamente stabilito senza possibilità alcuna per l'uomo.
Vi è un Piano Superiore per la Vita Universale stabilito dall'Intelligenza Suprema, ma vi e certamente anche quello che dipende da noi, nell'ambito della nostra libertà relativa. L'uomo può progettare, volere, ideare e agire, ma nell'ambito della sua capacità evolutivo, nel mondo a lui sottostante e in armonia con i progetti superiori, secondo la legge di vita che opera nella gerarchia dei piani.
L'artefice del grande Disegno è chiamato con tanti nomi Dio, Allah, Jahvé, Brahama, l'Intelligenza Suprema eccetera.
L'uomo non può cogliere la grandiosa vastità di questo Piano, né la vede; ma, come piccolo artefice del suo piccolo mondo, ha il compito di operare nella maniera migliore. Al di sotto dell'uomo, come al di sopra di lui, quasi in una scala graduale fino all'infinito, altri esseri, personalizzati o no, operano, a mano a mano, a un quadro dalle dimensioni sempre più vaste, fino a una misura che l'uomo non può concepire, ma appena intuire. Se la vita infinita dipendesse dalla stoltezza umana, sarebbe già da tempo finita nella distruzione. Nella vita infinita tutto tende al bene superiore: è questo il fine di ciò che avviene e tutto è trasformato in bene, anche gli accadimenti apparentemente più negativi.
Dal fango e dal letame crescono più vigorose le piante. Quest'alchimia misteriosa agisce per legge divina, per sopperire a quello che l'uomo, nella cecità, rivolgerebbe in danno e distruzione. Cosi, l'uomo è libero di agire, anche violando le leggi della natura. Ma, poi, dovrà necessariamente subirne le conseguenze, perché le leggi violate tendono naturalmente a ristabilire l'equilibrio infranto. L'uomo, quindi, non è punito da un Dio vendicatore, come è stato insegnato, ma dalle sue stesse azioni che tornano a lui, perché sia ristabilito l'Equilibrio.
La vita dell'uomo si deve sviluppare in una certa libertà, senza costrizione. Chi guida con saggezza, avverte, ammonisce, ma non obbliga, perché ogni interferenza si risolverebbe in danno. Infatti, l'imposizione, la dittatura, la tirannia, ritardano l'evoluzione, anziché favorirla. Se in apparenza sembrano ottenere risultati di maggiore ordine, di obbedienza, di disciplina, nella realtà bloccano il naturale cammino evolutivo degli uomini e delle cose, limitandone le esperienze con risultati effettivamente negativi.
La libertà dei meno evoluti, come tutte le cose nel mondo del dualismo, ha pure i suoi inconvenienti: proprio per questo, la convivenza umana è spesso tanto faticosa. Sta a ciascuno conformarsi o meno a queste leggi. Ma dalla violazione scaturisce per lui ciò ch'egli chiama guai, mali, danni, ingiustizie, che ricadono su di lui, come dal rispetto di esse ne vengono benefici e gioie. Attraverso queste esperienze l'uomo impara ed evolve. Dio non punisce, ma ha messo nelle leggi stesse il premio o la punizione. Se l'uomo favorisse l'evoluzione, anziché contrastarla, non soffrirebbe. A lui è permesso muoversi nella sua libertà relativa, ma entro il Piano divino. Quando tenta di uscire al di fuori, è spinto dal dolore a rientrare entro il Piano stesso.
La vera libertà è la libertà dalle passioni, degli istinti e da tutte le forze del mondo inferiore. In questo senso può essere libero anche chi è in catene o in prigione, perché la vera è soltanto quella dello spirito, affrancato dalle forze interiore. La nostra vita deve poter dipendere non dagli altri, dalle cose o dagli avvenimenti esterni, ma soltanto da noi stessi, dalla nostra coscienza. Questa è la prima libertà da conquistare.
Sei tu l'artefice del tuo destino. Tu solo e non altri, puoi conquistare questa libertà che ti farà libero e sereno.
Vi è una libertà umana che nessuno potrà mai soffocare: la libertà interiore dell'uomo che sa come questo sia il bene più prezioso.
La condizione di vita sulla terra, quella che l'uomo chiama impropriamente destino, dipende dal comportamento che ha nei riguardi delle leggi che governano la vita, la prima delle quali è la legge dell'Amore. La più grande saggezza è conformarsi alla volontà divina, agendo nel bene che è progresso sulla via dell'evoluzione, perché l'uomo allora non sbaglierà mai.
Quando l'uomo si persuade di essere lui l'artefice in bene o in male del proprio destino, è spinto naturalmente ad agire rettamente. Quando sa che a lui ritornerà ciò che da lui è partito, e che raccoglierà soltanto ciò che ha seminato, non sarà tanto cieco da continuare ad agire in modo negativo. La liberazione dalle catene che determino l'uomo, avviene man mano che egli progredisce. Allora si può veramente affermare pienamente: il tuo destino sei tu!!!
In ogni esistenza vi è come un misterioso orologio biologico, caricato su determinate ore. Scocca nel momento giusto, non prima, né poi. Prima che arrivi il momento segnato, è impossibile che accada quello che non deve accadere, perché è stabilito il suo tempo in una concatenazione che l'uomo ignora. É pure vana l'attesa perché l'ora giusta giunge da sola e nessuno e niente può ritardarla, affrettarla o cancellarla.
Questo è il segreto della vita.
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