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SCHEDA ARTICOLO N. «00805»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: ANONIMI
TITOLO: REIKI, STORIA E SINTESI DEL METODO : DI ANONIMO
SPAZIATORE bianco

TESTO ARTICOLO

REIKI

> REIKI termine di origine giapponese nato dall'unione di Rei intesa come
> energia cosmica universale e Ki che della stessa energia costituisce la
> manifestazione individuale presente in ogni essere vivente.
>
> Come per gli orientali l'uomo è il tramite tra Cielo e Terra, così chi
> pratica Reiki diventa un ponte tra l'energia universale e il soggetto con
> il
> quale si stabilisce un contatto attraverso il tocco delle mani.
>
> Il Reiki è una forma antichissima di conoscenza che risale al V° secolo
> a.C., e dopo un lungo periodo di oblio è ritornato alla luce intorno al
> XIX°
> secolo grazie al monaco dott. Mikao Usui.
>
> Rientra nei metodi di medicina alternativa dolce e permette di trovare una
> buona armonia tra mente e corpo raggiungendo una forma di benessere. Non
> solo, ma andando a lavorare in profondità aumenta la propria sicurezza e
> fiducia in sé riducendo lo stress e situazioni di ansia.
>
> E' interessante notare che anche la medicina ufficiale ammette oramai
> l'origine psicosomatica di alcune malattie. Per il Reiki tutto parte
> dall'interiore, e il problema viene risolto attraverso un riequilibrio del
> Ki con il Rei.
>
> Questo metodo di guarigione naturale, se praticata in maniera corretta e
> continuativa da risultati sorprendenti.
> Precisiamo che il Reiki non è una religione e soprattutto non ha
> controindicazioni, e anche in assenza di problemi fisici ha ugualmente
> effetti positivi perché disintossica l'organismo, riattiva la
> circolazione,
> rigenera i tessuti e induce uno stato di rilassamento generale
> (quest'ultimo
> fondamentale per una positiva ripresa).
>
> Principi del Reiki:
>
> - Per oggi non preoccuparti
> - Per oggi non arrabbiarti
> - Onora i tuoi genitori i maestri e anziani
> - Sii onesto nei tuoi guadagni
> - Sii grato verso ogni essere vivente
>
>
> LA STORIA DI REIKI
>
> Il Mito di Usui
>
> Mikao Usui era un Monaco Cristiano e come ogni domenica, si apprestava a
> officiare la regolare cerimonia nella cappella del collegio maschile di
> cui
> era anche il rettore. Uno degli studenti si alzò in piedi, chiese il
> permesso di parlare e quando gli fu accordato disse:
>
> "Parlo in nome degli studenti che hanno concluso gli studi e lasceranno la
> scuola per andare nel mondo. Noi siamo giovani e abbiamo tutta la vita
> davanti a noi, ma abbiamo anche molti dubbi e timori e vorremmo delle
> rassicurazioni. Per anni abbiamo studiato in questo collegio e conosciamo
> la
> Bibbia, sappiamo che Gesù Cristo operava miracoli perché le persone
> credessero in lui. Ma noi non abbiamo mai assistito ad alcun miracolo e ci
> chiediamo che cosa significa credere in Dio. In tutti questi anni, Dottor
> Usui, Lei è stato il nostro insegnante e la nostra guida, conosciamo la
> Sua
> fede profonda nelle Sacre Scritture, ma noi non abbiamo la Sua fede. Per
> favore, la preghiamo di darci una dimostrazione che ciò che è scritto
> corrisponde a verità."
>
> Usui disse che era vero, che era un buon Cristiano e che aveva una
> assoluta
> fiducia che ciò che si diceva del Cristo fosse pura verità e che
> esistevano
> testimonianze storiche e opere teologiche che dimostravano le capacità
> taumaturgiche del Cristo e l'esistenza dei miracoli.
>
> Ma lo studente continuò: "Noi la onoriamo e la rispettiamo come nostro
> Maestro, ma tra poco noi saremo fuori di qui e ce la dovremo cavare da
> soli.
> Noi le chiediamo di farci vedere come si fa a restituire la vista a un
> cieco
> o a guarire un lebbroso o a resuscitare un morto."
>
> Usui rispose che questo non poteva farlo, perché nessuno glielo aveva
> insegnato.
>
> E lo studente riprese a parlare con un velo di amarezza nella voce: "Noi
> la
> ringraziamo per tutto quello che ci ha insegnato, ma ora sappiamo che la
> Sua
> fede è una fede cieca e noi non vogliamo credere ciecamente a qualcosa,
> vogliamo fatti e dimostrazioni tangibili, vogliamo essere certi che quello
> che facciamo o diciamo esiste davvero. Lei ha ricevuto in dono questa fede
> assoluta e ha vissuto a lungo per rafforzarla, ma questo riguarda la Sua
> vita. Noi stiamo iniziando la nostra e abbiamo bisogno almeno di una
> dimostrazione per continuare a credere in Lei e nei Suoi insegnamenti e
> avere un giorno la Sua stessa fede."
>
> Usui disse che non poteva mostrare alcuna guarigione in quel momento, e
> non
> volle proseguire oltre quella discussione. Ma le parole dello studente lo
> avevano profondamente colpito e dopo un lungo silenzio aggiunse: "Bene,
> dunque. Io non posso dimostrarvi nulla, in questo momento, ma un giorno ve
> lo proverò. E per fare questo fin da ora rassegno le mie dimissioni da
> ogni
> incarico e parto alla ricerca del segreto della guarigione. E quando lo
> troverò, ritornerò e vi farò vedere una dimostrazione."
>
> E così Mikao Usui, non più giovanissimo, partì alla ricerca di come poter
> guarire gli ammalati e ridare la vista ai ciechi. Per sette anni
> approfondì
> i suoi studi sul Cristianesimo e sulla Bibbia ma non trovò alcuna
> spiegazione né alcuna formula sulla guarigione. Studiò altre Religioni e
> Filosofie e quando giunse al Buddismo scoprì che anche il Buddha conosceva
> l'arte di guarire i ciechi e i lebbrosi. Si recò dunque nei monasteri
> chiedendo ai monaci se fosse vero che nei Sutra si parlava del potere di
> guarire le malattie, ma la risposta era quasi sempre la stessa:
>
> "Si, certo, è scritto che il Buddha guariva i lebbrosi appoggiando le mani
> sul loro corpo, ma noi monaci buddisti riteniamo che tutto dipende dalla
> mente e non possiamo dedicare molto tempo al corpo. Certo è importante
> mangiare e bere moderatamente e occuparsi di essere in salute e rispettosi
> della vita, ma quello che ci preme innanzi tutto è la salute dello
> Spirito.
> Per questo noi trascorriamo lunghe ore immobili nella meditazione o
> recitando preghiere, per trascendere il corpo e sviluppare le facoltà
> della
> mente."
>
> E ogni volta Usui faceva un inchino, ringraziava e andava nel monastero
> successivo. Trascorsero mesi e mesi di infruttuose ricerche, tutti
> sembravano troppo occupati con la mente per interessarsi del corpo, e Usui
> era molto depresso; ma non mollava e ogni volta diceva a se stesso che
> evidentemente doveva esserci un altro posto in cui cercare. E finalmente
> incontrò un Tempio Zen, fu accolto con benevolenza, gli fu accordato il
> permesso di leggere i Sutra e di partecipare alle sedute di meditazione
> con
> i monaci. Passarono altri tre anni ed era sempre più chiaro per Usui che
> le
> ricerche sarebbero durate ancora molto tempo. Egli comprese che molte
> trascrizioni erano originariamente scritte in Cinese e per leggerle imparò
> il Cinese, poi pensò che Buddha era nato in India e che sicuramente molte
> delle scritture non erano state ancora tradotte. E fu proprio in quei
> Sutra
> scritti nell'antica lingua Sanscrita che Usui alla fine trovò la formula.
> Niente di complicato, semplice e chiara. Come due più due fa quattro e tre
> più tre fa sei. Ma la formula era stata scritta 2.500 anni prima. Doveva
> essere interpretata correttamente. Avrebbe funzionato o lo avrebbe ucciso?
>
> Usui parlò con il monaco che dirigeva il monastero Zen: "Andrò sul monte
> Koriyama e mi sottoporrò alla prova per 21 giorni. Digiunerò e mediterò.
> Arrivato a questo punto non posso tirarmi indietro. Se il ventiduesimo
> giorno non sarò ritornato, mandate a cercare il mio corpo perché vorrà
> dire
> che sono morto." E partì.
> Scelse un luogo vicino a un corso d'acqua, si sedette sotto un grande
> cedro
> e iniziò la meditazione. Collocò davanti a sé ventun sassolini, e ogni
> giorno che passava ne toglieva uno. Egli sapeva che doveva aspettare che
> accadesse qualcosa, ma non sapeva cosa.
>
> E nel frattempo leggeva le scritture, recitava i Sutra, meditava e beveva
> solo acqua. Stava per sopraggiungere l'alba del ventunesimo giorno, la
> notte
> era ancora scura, senza luna, senza stelle. Quella era l'ultima
> meditazione.
> Quando aprì gli occhi vide in lontananza una piccola luce tremolante, come
> la fiamma di una candela. La luce si avvicinava verso di lui, puntando
> diritta alla fronte. Ne ebbe paura, pensò che era ancora in tempo per
> evitarla o per chiudere gli occhi, ma sapeva che quella era la prova che
> stava aspettando e rimase a fissarla. In un attimo la luce lo colpì in
> mezzo
> alla fronte e l'impatto fu così forte che Usui cadde all'indietro. Quando
> cominciò a guardarsi intorno, ancora stordito dal colpo, vide milioni e
> milioni di sfere di luce agitarsi, muoversi, danzare davanti a lui.
> Avevano
> tutti i colori dell'arcobaleno, tutti e sette.
>
> Una grande luce apparve davanti a lui e come su uno schermo egli vide
> passare in lettere dorate ciò che aveva appreso quando leggeva il testo
> Sanscrito. Le parole pulsavano davanti ai suoi occhi come dicendo:
> "Ricordati, Ricordati. E' Così. Ricordati". E Usui non sentiva più dolore,
> né paura, né fame né stanchezza e sentì che aveva ricevuto una
> benedizione,
> quel giorno.
>
> "Ora posso aprire gli occhi e gettare l'ultimo sasso" disse. Si alzò e
> riprendendo il cammino di ritorno si accorse che le sue gambe erano forti
> e
> i piedi stabili, come se avesse pranzato. "Questo è il primo miracolo!"
> pensò, "Mi sento sazio e riposato".
>
> Scendendo dalla montagna, inciampò in una roccia e si ferì un dito del
> piede, l'unghia era staccata, la ferita sanguinava e doleva molto.
> Istintivamente afferrò il dito con la mano e poco dopo sentì un profondo
> calore che entrava nella ferita. Il dolore scomparve e il sangue cessò di
> uscire. "Questo è il secondo miracolo", pensò.
>
> E continuò il cammino.
>
> Dopo un po' incontrò una locanda e si fermò per riposare e per mangiare
> qualcosa. La figlia del padrone aveva un terribile mal di denti e da
> settimane piangeva dal dolore. Usui mise le mani sulle sue guance e in
> breve
> il male svanì. La ragazza incredula e felice saltava qua e là ringraziando
> e
> dicendo a tutta la famiglia che quello non era un monaco normale, ma che
> aveva qualcosa di magico nelle sue mani. Il padrone della locanda per
> sdebitarsi offrì un'abbondante colazione al suo inatteso ospite, non
> nascondendo il timore che dopo tanti giorni di digiuno potesse arrecargli
> danno. Dopo essersi saziato Usui pensò che erano accaduti altri due
> miracoli: la ragazza non aveva più il mal di denti e lui non aveva fatto
> indigestione.
>
> Verso sera fu di ritorno al monastero e come prima cosa voleva vedere il
> monaco per raccontargli ogni cosa, ma il monaco soffriva di artrite ed era
> in preda ad un violento attacco di mal di schiena. Usui andò a trovarlo
> nella sua piccola stanza e mentre raccontava teneva appoggiate le sue mani
> sulla schiena del povero malato. E disse del digiuno, della lunga attesa,
> della luce e di come era andata la giornata. Terminato il racconto Usui
> fece
> per congedarsi, ma il monaco dopo un attimo di stupore disse: "Il dolore
> non
> c'è più, potrò dormire finalmente! Mi sento meravigliosamente e pieno di
> energia! Così è questo che tu chiami Reiki! Domani parleremo ancora".
>
> E così decisero che il modo migliore per usare il segreto della guarigione
> era portarlo dove più ce ne era bisogno, ovvero nei sobborghi di Kyoto,
> nel
> quartiere dei mendicanti. E infatti Usui vi si stabilì per diversi anni,
> perfezionando la tecnica della guarigione: scoprì che i giovani guarivano
> più in fretta, bastavano pochi giorni di trattamento, mentre i più vecchi
> necessitavano di settimane, a volte mesi di applicazioni di Reiki. Egli
> lavorava instancabilmente e poco a poco tutti o quasi avevano potuto
> guarire
> le loro malattie, recarsi in città, trovare un lavoro e diventare
> cittadini
> rispettabili.
>
> Ma un brutto giorno, mentre Usui girava per il sobborgo per vedere quanto
> lavoro restava ancora da fare, incontrò una faccia conosciuta, e poi
> un'altra e un'altra ancora. Le persone che aveva curato e che avevano
> cambiato vita stavano ritornando indietro, volevano fare di nuovo i
> mendicanti. Usui ebbe un violento accesso di collera, vide il lavoro di
> anni
> vanificarsi in un attimo e gridava queste parole: "Cosa ho fatto? Cosa ho
> fatto? Io non ho salvato una sola anima! Dunque avevano ragione che la
> mente
> è più importante del corpo. Ho dunque fallito, completamente fallito? Se
> avessi pensato prima di tutto a guarire il loro spirito e poi il corpo
> forse
> non sarebbe andata così".
>
> Ed era davvero deluso e amareggiato e se la prendeva con se stesso. E
> quando
> chiese ai mendicanti perché fossero tornati, uno rispose: "Chiedere
> l'elemosina è un mestiere molto più facile di tutti quelli che ho trovato
> là
> fuori. E' più facile trovare qualcosa da mangiare e un posto dove dormire
> che lavorare tutto il giorno. Fare il mendicante è un buon lavoro, mi
> riempio la pancia e non devo stressarmi più di tanto." Le ultime parole di
> Usui furono: "Ingrati, siete avidi e ingrati, volete tutto per voi e non
> siete disposti a dare nulla in cambio: ecco perché siete di nuovo in mezzo
> al fango. I mendicanti restano mendicanti, siete solo capaci di chiedere,
> ma
> non conoscete gratitudine né generosità. Basta Reiki, basta mendicanti!"
>
> Ma gli anni di lavoro nel quartiere non erano stati vani: ora egli sapeva
> che non bastava guarire il corpo, ma occorreva anche insegnare agli uomini
> a
> essere grati per la vita, a essere onesti e generosi, a ringraziare Dio
> per
> i doni di ogni giorno. E così nacquero i Princìpi di Reiki: solamente per
> oggi, non arrabbiarti. Solamente per oggi, non preoccuparti. Terremo conto
> di tutte le benedizioni e onoreremo i nostri genitori, i nostri insegnanti
> e
> i nostri vicini. Onoreremo il cibo, non lo sprecheremo, perché anche il
> cibo
> è un dono di Dio. Vivremo onestamente, ci guadagneremo da vivere in modo
> dignitoso e infine saremo pieni di amore e di compassione verso tutto ciò
> che ha vita.
>
> Usui trascorse il resto della sua vita viaggiando a piedi per tutto il
> Giappone. Egli andava nei mercati affollati di gente e vagava su e giù con
> una lampada accesa in mano in pieno giorno. E quando qualcuno gli faceva
> notare rispettosamente, poiché era un monaco conosciuto e stimato, che se
> cercava qualcosa non c'era bisogno di quella luce, perché era giorno e si
> vedeva benissimo, egli rispondeva: "Quello che sto cercando io non si vede
> alla luce del sole. Il mondo è pieno di gente triste chiusa e arrabbiata.
> Io
> cerco qualcuno che abbia voglia di far luce nel suo cuore e guarire da
> ogni
> sofferenza, e rendere puri e forti la mente, il carattere e il corpo. Se
> vuoi ascoltare questa lezione, seguimi."
>
> - La Vita di Usui -
>
> Mikao Usui Sensei nacque il 15 Agosto 1865 a Yago, un villaggio nel
> distretto Yamagata, nella prefettura Gifu, sua moglie si chiamava Sadako e
> aveva due figli. Usui diresse inizialmente una impresa familiare ma poichè
> non ebbe molta fortuna si dedicò ad una intensa attività spirituale.
>
> Visitò molti conventi buddhisti e studiò testi antichi imparando il
> sanscrito, il cinese e il tibetano. Si diresse in Cina, in India, in Nepal
> e
> nel Tibet dove rimase per sette anni presso un Lama.
>
> Un giorno decise di salire sul Sacro Monte Sukurama e di meditare fintanto
> che non fosse riuscito a svelare il Segreto della Guarigione. Dopo molti
> giorni di digiuno fu istruito su come ricevere e trasmettere l'energia di
> Reiki.
>
> In seguito divenne monaco viandante Unsui dell'ordine Mikkyo. Durante
> questo
> periodo iniziò a Reiki oltre 2000 persone. Nel 1921 aprì una Scuola Reiki
> a
> Harajuki, Aoyama, Tokyo. Nel 1923 in occasione del disastroso terremoto di
> Tokyo Usui Sensei si prodigò per dare aiuto con Reiki. Qualche anno dopo
> aprì un'altra clinica, più grande, fuori città, a Nakano.
>
> Usui Sensei fondò l'Usui Shiki Ryoho, ovvero il Sistema Usui di Guarigione
> Naturale, di cui fu presidente fino alla morte, avvenuta il 9 Marzo 1926.
> Da
> allora ci sono stati sei presidenti: il Signor Ushida, il Signor Taketomi,
> il Signor Watanabe, il Signor Wanami, la Signora Kimiko Koyama e l'attuale
> presidente Signor Kondo.
>
> Nel Tempio Saihoji che si trova nel Distretto Suginami di Tokyo esiste un
> monumento commemorativo di Usui Sensei, costituito da un monolito di due
> metri per quattro e collocato vicino alla tomba contenente le ceneri di
> Usui, della moglie e del figlio. Contiene iscrizioni firmate dal Signor
> Ushida che parlano della vita di Usui e di come i principi di Reiki
> provengano dagli scritti dell'Imperatore Meiji. Il memoriale fu costruito
> pochi mesi dopo la morte di Usui e mantenuto fino ad oggi dalla Usui Shiki
> Reiki Ryoho Giapponese.
>
> Note
>
> Secondo antichi documenti nel 770 d.C. un monaco di nome Gantei scalò il
> monte Kurama e ricevette l'illuminazione. Egli vi fondò un monastero
> Buddista che attraverso i secoli fu ampliato e che attualmente contiene
> numerosi templi e pagode. In uno di questi esiste un santuario con la
> rappresentazione del Sonten, il Dio Supremo, e della sua triplice
> emanazione
> di Amore, Luce e Potere. Da immagini e fotografie risulta chiaro che il
> simbolo dell'Amore è molto simile al 2° simbolo di Reiki, il simbolo della
> Luce è in Sanscrito e il simbolo del Potere è una antica versione del
> simbolo OM. Negli scritti conservati nel Tempio del Monte Kurama il
> significato di Sonten è espresso usando il quarto simbolo di Reiki, che è
> scritto e pronunciato in Giapponese Kanji e viene normalmente cantato dai
> monaci durante la preghiera nel Tempio Hondon.
>
> Reiki ai giorni nostri
>
> Per quanto riguarda Reiki in occidente, occorre risalire all'incontro di
> Usui con Chujiro Hayashi, ufficiale di Marina in congedo, che avvenne in
> uno
> dei mercati in cui Usui vagava con la torcia in mano. Hayashi fu
> affascinato
> dalla verità e dalla convinzione di Usui e decise di seguirlo. Fu
> probabilmente lui a creare un metodo più organizzato per il trattamento di
> Reiki e le posizioni delle mani, i tre livelli di iniziazione, le
> cerimonie
> di attivazione e l'opportunità di pagare un prezzo in cambio di Reiki.
> Hayashi morì il 10 Maggio 1940, proprio quando l'entrata del Giappone
> nella
> II Guerra Mondiale appariva ormai inevitabile.
>
> Hawayo Takata conobbe Hayashi alle Hawaii nel Novembre del 1936. Fu
> proprio
> lei a portare Reiki nel mondo Occidentale quando si trasferì in
> California.
> Era nata il 24 Dicembre 1900 e morì nel 1980, lasciando 22 Maestri di
> Reiki,
> molti dei quali americani: George Araki, Dorothy Baba, Ursula Baylow, Rick
> Bockner, Patricia Bowling, Barbara Brown, Fran Brown, Phyllis Furumoto,
> Beth
> Gray, John Gray, Iris Ishikuro, Harry Kuboi, Ethel Lombardi, Barbara
> McCullough, Mary McFayden, Paul Mitchell, Bethel Phaigh, Shinobu Saito,
> Virginia Samdahl, Wanja Twan, Barbara Weber Ray, Kay Yamashita
>
> Da questi Maestri ebbe origine il Reiki Occidentale, in meno di 20 anni
> Reiki si è diffuso in tutto il mondo ed è attualmente praticato da decine
> di
> milioni di persone. Migliaia di Maestri operano in ogni paese spargendo
> nuovi semi. Ci auguriamo che un giorno tutti possano conoscere i benefici
> di
> Reiki. Quel giorno non esisteranno più le guerre.
>
> I Princìpi Etici di Reiki
>
> Come abbiamo potuto constatare leggendo la Storia di Reiki, non sempre è
> sufficiente l'amore e la buona volontà di chi offre Reiki per ottenere
> risultati graditi. La vicenda di Usui nel campo dei mendicanti (o durante
> il
> terremoto di Tokyo) è una lezione contemplata anche nel Vangelo, quando si
> dice che è inutile dare le perle ai porci perché si sprecano le perle e si
> irritano i porci. Non basta nemmeno ricevere Reiki se non si è veramente
> disposti a guarire, se non si vuole vedere o sentire qualcosa che ci
> riguarda a fondo ma che tutto sommato è più comodo tenere nascosto. I
> princìpi di Reiki ci aiutano a comprendere sempre più a fondo il concetto
> di
> guarigione, che non può prescindere da norme di comportamento che portino
> luce e armonia nei vari aspetti della nostra vita.
>
> L'INIZIAZIONE
>
> L'Iniziazione è una cerimonia sacra e segreta trasmessa oralmente di
> Maestro
> in Maestro. E' la condizione necessaria e sufficiente per l'apertura dei
> canali energetici e mette in condizioni lo studente di canalizzare
> l'energia
> di Reiki e di applicarla attraverso le mani.
>
> L'iniziazione al primo livello si divide in quattro cerimonie, per il
> secondo livello l'iniziazione è una e così anche per il terzo livello. La
> durata della cerimonia è di pochi minuti e solo un Maestro di Reiki può
> farla. E' bene spendere qualche parola sul concetto di "iniziazione".
> Questa
> parola può evocare in una persona che non abbia dimestichezza con i
> percorsi
> di crescita spirituale qualcosa di esoterico e misterioso se non
> addirittura
> di doloroso o pericoloso. Si pensa a coloriti rituali di lontane tribù o a
> complesse e magiche pratiche di sette segrete e così via. Nulla di tutto
> ciò. In ogni percorso di crescita e di apprendimento si incontrano vari
> passaggi, tappe successive che via via propongono allo studente nuove
> informazioni e presuppongono nuove abilità. Nella vita di tutti i giorni
> assistiamo con frequenza o viviamo situazioni di "passaggio". Il primo
> giorno di scuola, la prima fidanzata, la prima vacanza da soli, il primo
> giorno di lavoro in un nuovo ufficio, la prima comunione, il battesimo, la
> cresima, la pubertà, il matrimonio, la nascita di un figlio, un esame
> all'università etc. Tutte queste sono "iniziazioni", sono passaggi che ci
> conducono da un livello di esperienza ad uno successivo, in quel continuo
> processo di avvenimenti che chiamiamo Vita.
>
> L'iniziazione corrisponde in definitiva a un nuovo livello di coscienza
> che
> si instaura nell'individuo e la cerimonia serve a dare un contenuto
> sociale,
> un riconoscimento formale che fissi e determini la responsabilità che
> consegue alla scelta. Quando mi sposo, assumo l'impegno di rispettare
> determinati principi come la fedeltà e la convivenza; quando vengo
> ordinato
> sacerdote il rituale a cui mi sottopongo formalizza la mia volontà di
> servire Dio e nello stesso tempo mi investe di poteri e doveri che variano
> a
> seconda della religione a cui appartengo.
>
> Quando prendo la Laurea, non sono più quello di prima, ho concluso un
> ciclo,
> sono abilitato a svolgere una nuova e diversa attività, in particolare non
> sono più uno studente di medicina, sono un medico. E gli esempi potrebbero
> continuare all'infinito. Vediamo quindi che nel concetto di passaggio da
> uno
> stato all'altro si manifesta un altro aspetto fondamentale: la fine,
> l'esaurimento, la morte simbolica di una vecchia identità e la nascita di
> una nuova coscienza. Se indaghiamo a fondo, il timore legato al concetto
> di
> iniziazione è legato alla consapevolezza di non poter più essere quello di
> prima e alla paura di dover affrontare qualcosa di nuovo e sconosciuto.
>
>
>
> IL TRATTAMENTO
>
> Introduzione
>
> Reiki è una tecnica di Guarigione naturale che utilizza come fondamentale
> strumento le mani. Esistono vari tipi di trattamento, vediamoli uno per
> uno.
>
> Trattamenti di I livello
>
> Autotrattamento
>
> Serve per dare Reiki a se stessi, lavora principalmente sui Chakras. Si
> appoggiano le mani sulla testa, sulla fronte, sulla gola, sul cuore, sullo
> stomaco, sul ventre e sui genitali. Serve come pratica personale
> quotidiana,
> la sera prima di addormentarsi o la mattina appena svegli, quando si ha un
> po' di tempo da dedicare a se stessi. Consigliato nei casi di malattie
> gravi
> o per supportare momenti di passaggio dolorosi o delicati. Una forma assai
> efficace di autotrattamento è la posizione sul cuore prolungata a piacere.
>
> Trattamento veloce
>
> Si fa con un partner, le posizioni riguardano i Chakras e sono le stesse
> dell'autotrattamento. Si fa dall'alto in basso perché in questo modo la
> nostra energia si radica a terra e ci dà forza e presenza. E' indicato in
> casi di shock o di attacchi di panico e può durare anche pochi minuti. Si
> fa
> in piedi o seduti.
>
> Trattamento di base
>
> E' il trattamento più completo, detto anche "La Fondazione" perché
> attraverso le posizioni delle mani va a dare energia alle ghiandole, agli
> organi interni e a quelli di senso, alle articolazioni, ai gangli
> linfatici
> e a tutti i punti più importanti del corpo umano. Le posizioni sono 22 e
> dura circa due ore. Particolarmente consigliato il ciclo dei quattro
> trattamenti, che serve a ristabilire velocemente l'organismo da qualsiasi
> grave malattia e a produrre un profondo processo di purificazione.
>
> Trattamento dei cinque organi
>
> Non è un trattamento esplicitamente contemplato dalla tradizione, serve a
> dare energia ai cinque principali organi della Medicina Tradizionale
> Cinese
> e avviare un processo di guarigione soprattutto sul piano emozionale. Dura
> circa mezz'ora.
>
> Equilibratura dei Chakras
>
> Altro trattamento non contemplato dalla tradizione, è simile al
> trattamento
> veloce ma si riceve da sdraiati e attraverso una particolare procedura
> serve
> a sintonizzare i Chakras sull'energia del cuore.
>
> Trattamento a piante e animali
>
> E' possibile dare ReiKi a qualsiasi organismo vivente che necessita di
> energia per migliorare le condizioni di salute. Notevoli risultati si
> riscontrano con piante e animali, non vi sono particolari modalità.
>
> Trattamento a medicinali
>
> Se dobbiamo assumere farmaci, qualche minuto di ReiKi elimina gli effetti
> collaterali. Occorre però sapere che ReiKi può eliminare gli effetti
> stessi,
> qualora la persona non necessiti realmente della medicina.
>
> Trattamenti di II livello
>
> Trattamento mentale
>
> Serve a portare ReiKi profondamente all'interno del sistema
> Mentale/Emozionale, e dare energia direttamente all'essenza
> dell'individuo.
> La chiave di accesso è rappresentata dal II simbolo e dura una ventina di
> minuti
>
> Trattamento a distanza
>
> Utilizzando il III simbolo possiamo effettuare un trattamento a persone
> che
> non sono presenti fisicamente o a situazioni della nostra vita che
> necessitano di energia. E' sempre bene informare la persona a cui si manda
> il trattamento a distanza o assicurarsi che sia consenziente. Poiché il
> trattamento induce uno stato di profondo rilassamento è bene effettuarlo
> quando la persona è nelle migliori condizioni per riceverlo.
>
> Purificazione degli ambienti
>
> E' possibile trattare i luoghi in cui soggiorniamo attraverso un
> particolare
> procedimento che vede coinvolti il I e III simbolo. Serve ad eliminare
> energie naturali o umane dannose per l'equilibrio delle persone che ci
> vivono o lavorano. Nodi di Hartmann e campi elettromagnetici sono causa di
> vari disturbi. Con la purificazione vengono eliminate influenze negative
> per
> un periodo di due-tre settimane.
>
> I simboli del Reiki
>
> I simboli del Secondo Livello.
>
> Come abbiamo visto, il Secondo Livello si serve di tre simboli che vengono
> utilizzati nei vari trattamenti. Si tratta di alcuni dei simboli ritrovati
> da Usui nella sua ricerca sui testi protobuddhisti, e successivamente
> visualizzati nella sua esperienza sulla montagna sacra. Ne vedremo ora
> insieme le caratteristiche essenziali; ometteremo dalla nostra trattazione
> tanto l'aspetto esteriore di tali simboli quanto il loro nome, del quale
> ci
> limiteremo a fornire la traduzione in italiano. L'essenza di tali simboli
> è
> infatti sacra, e secondo gli insegnamenti del Reiki essi non devono mai
> essere rappresentati graficamente o pronunciati a vanvera; ciò non
> risponde
> ai dettami di un sistema di fede religiosa, ma tra le altre cose è un
> principio generale dell'esoterismo e dell'Ermetismo: i simboli più legati
> agli archetipi della realtà possiedono una carica energetica estremamente
> forte, ed utilizzarli nel modo sbagliato, oltre che essere inutile,
> rischia
> di mettere in moto energie che non si è magari in grado di indirizzare in
> maniera appropriata. Per questo motivo, il loro insegnamento è riservato
> ad
> un rapporto diretto con i Maestri di Reiki, nell'ambito dei seminari
> relativi.
>
> Il primo simbolo.
>
> La traduzione in italiano del nome del primo simbolo del Reiki significa
> "comando all'energia vitale universale" (il significato pratico di questo
> simbolo è: "energia, vieni qui"). Serve per richiamare l'energia e
> concentrarla dove vogliamo. È il sigillo di qualsiasi tecnica mentale del
> Reiki. Utilizzato in congiunzione con i trattamenti del Primo Livello,
> conferisce loro una potenza ed un'efficacia molto maggiore. Per fare ciò,
> tracciate il simbolo sul corpo del paziente, oppure su ogni posizione del
> trattamento, ripetendo mentalmente per tre volte il nome del simbolo
> stesso.
> Attenzione: data la sacralità di questi simboli, essi devono essere
> tracciati fisicamente solo se si è ben sicuri che nessuno vi guardi,
> tranne
> coloro che a loro volta possiedono il Secondo Livello. Il soggetto del
> trattamento deve avere anche per questo motivo gli occhi chiusi. In
> alternativa, in questo come in ogni altro casi di utilizzo dei simboli,
> sarà
> sufficiente visualizzarli mentalmente.
>
> Al di là del suo impiego nelle tecniche di Secondo Livello,il primo
> simbolo
> può essere utilizzato in molti modi. Vediamo alcuni esempi.
>
> . Se vogliamo inviare energia ad una persona, anche magari ad un passante
> che ci sembra debole od esaurito, possiamo visualizzare una serie di
> simboli
> che lo raggiungono partendo dai nostri occhi. In molti casi, vedremo un
> effetto immediato: la persona trattata raddrizzerà la schiena, assumerà un
> atteggiamento somatico diverso, più positivo e ricco di energie.
>
> . Tracciando il simbolo ai quattro angoli di una stanza, la si ripulisce
> dalle energie negative (e spesso dagli effetti dell'inquinamento
> elettromagnetico provocato dagli elettrodomestici).
>
> . Tracciando intorno a voi una "gabbia di simboli" (davanti, dietro, ai
> lati, sopra e sotto), potete mettervi al riparo da influenze od energie
> negative rivolte contro di voi.
>
> . Tracciato sull'acqua, riduce l'effetto nocivo di eventuali agenti
> chimici
> presenti in essa.
>
> . Tracciandolo su una lettera od un biglietto, porterà un po' della nostra
> energia positiva al destinatario della missiva. Tracciato su un tessuto
> (specialmente se costituito da fibre naturali) e ponendo poi tale tessuto
> su
> una parte dolorante od una ferita, ne facilita la guarigione.
>
> II secondo simbolo.
>
> La traduzione in italiano del nome del secondo simbolo del Reiki significa
> "lo ho la chiave".
>
> Questo simbolo permette di stabilire un collegamento diretto con il
> subconscio della persona sulla quale viene tracciato (o con il proprio nel
> caso dell'autotrattamento), e costituisce quindi I'essenza del trattamento
> mentale.
>
> A differenza di tutto quanto detto, in questo caso si stabilisce una
> connessione concreta tra chi utilizza il simbolo ed il soggetto del
> trattamento, per cui è essenziale non utilizzarlo se non ci si trova in
> una
> condizione mentale positiva e costruttiva. Se avete problemi emotivi di
> qualsiasi tipo e sentite di non riuscire ad astrarvene completamente, è
> meglio che rimandiate il trattamento ad un momento più propizio.
> Altrimenti,
> invece dell'armonia apportata dal Reiki il soggetto potrebbe ricevere una
> parte del vostro lavorio mentale.
>
> Il fine di questo simbolo è quello di rilassare la mente cosciente, in
> modo
> da consentire ai ricordi inconsci di riaffiorare per facilitare il
> processo
> di guarigione.
>
> Il terzo simbolo.
>
> La traduzione in italiano del nome del terzo simbolo del Reiki significa
> "Il
> Buddha che è in me entra in contatto con il Buddha che è in te".
> È il simbolo fondamentale per i trattamenti a distanza, e serve a
> stabilire
> il contatto con il soggetto da trattare.

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