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SCHEDA ARTICOLO N. «00820»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: CLAUDIO CAPOLINO
TITOLO: MEGLIO DI NIENTE
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TESTO ARTICOLO

Meglio di niente
di Claudio Capolino

Penso spesso alle cose che potrebbero aiutarci in questo percorso
atto ad avvicinarci alla grande meta.

Espansione di coscienza... iniziazioni... samadhi... o come ognuno
preferisce chiamarla.

Dimenticandomi spesso che questo nostro viaggio sul sentiero
dell'apprendimento è come una maratona: non ci arrivano gli aspiranti
più veloci ma bensì coloro che fanno affidamento alla loro capacità
di resistenza.

A volte mi chiedo senza nessun cenno di ansietà -e sono sicuro che
anche molti di voi si pongono il quesito- com'è possibile che dopo
aver sostenuto rigidamente quanto letto, seguito le istruzioni che i
saggi ci hanno lasciato, meditato regolarmente o nei posti e gli
orari più impensabili quando gli impegni del momento non consentivano
la presenza tranquillizzante del proprio rifugio... ma, oltretutto,
per fedeltà al Maestro di riferimento e all'impegno solenne preso
inizialmente.
Ecco: com'è possibile che dopo tanto sforzo non si noti un certo
progresso a distanza di tempo.

Ve lo siete mai chiesto?

Ci sono degli aspetti connessi. Per esempio: perché quando noi
vediamo le nostro foto di tempo addietro quasi non ci riconosciamo.
Possiamo soltanto cambiare esternamente?

Si sa che le nostre cellule si rinnovano in continuazione e ogni
sette anni la rigenerazione viene completata;
e così anche il nostro aspetto fisico ne manifesta le conseguenze.

Questo succede parecchie volte nell'arco di una vita la cui
fisionomia è di esclusivo appannaggio di prakriti, quindi il nostro
corpo deve sottostare alle leggi regolatrici della materia.

Ci sarà un'analogia con purusha, le leggi dei piani superiori?

L'unica cosa che sappiamo nella nostra approssimativa liceità è che
il ciclo delle morti e rinascite, non può essere misurato con gli
stessi parametri.

Allora il così detto progresso spirituale bisognerebbe misurarlo, se
ci è consentito il termine (anche per
l' assenza di uno strumento) in tempi dalla durata immane:
centinaia, milioni di anni, forse di eoni...

E qui mi perdo. Comincio a sentire nella mia testa un aggrovigliarsi
di neuroni impazziti. Un terribile cortocircuito prodotto dal
blackout dei semafori posti agli incroci tra le sinapsi.

Nel mezzo di questo scoramento sono proteso a pensare che questa
evoluzione viene spalmata (termine orrendo!!!) su diverse vite.

Ebbene, chi ha la capacità di ricordarsele?

senza inizio. Non è dato un punto iniziale, un'origine temporale. Per
quanto possiamo procedere a ritroso nel tempo, troveremo sempre
esseri viventi, noi stessi nelle vite precedenti, che peregrinano da
una vita all'altra.> (*)

Ritornando alla domanda iniziale... confesso che rinuncio a ogni
risposta.

Salvo che, per non sentirmi impantanato del tutto e togliermi
l'emicrania d'addosso, mi ripeto a me stesso una frase di Socrate:
"Non temere di percorrere una lunga strada, se sei diretto verso
coloro che hanno qualcosa da insegnarti".

Non è la risposta che proprio ci aspettiamo.

Ma comunque... è pur sempre meglio di niente.

-

(*) da "Il Nobile Ottuplice Sentiero" di Bhikkhu Bodhi

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