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SCHEDA ARTICOLO N. «00842»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: UGO CORTESI
TITOLO: YESUHA BEN JOSEPH, DETTO GESÙ
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TESTO ARTICOLO

Yesuha ben Joseph, detto Gesù

(di Ugo Cortesi)

Per non allarmare nessuno o scandalizzare i credenti, premetto che Marx e
Lenin nulla hanno a che fare con Yeshua (Yehoshuah) ben Joseph, da tutti
conosciuto come Gesù. Premetto pure che, essendo fermamente laico, rispetto
tutte quelle religioni che operano per il bene dell'umanità intera e che
quindi le mie ricerche sono scevre da qualsivoglia preconcetto verso
chicchessia, ma fortemente animate dalla ricerca di verità.

Il ritrovamento dei manoscritti di Qumrân, più conosciuti come "i rotoli del
Mar Morto" (scoperti nel 1947), ha dato conferma a quanto asserito da ormai
lungo tempo dagli studiosi della vita di Gesù e da quanto rivelarono i
Templari, nel periodo che va dal 1115 al 1120, ai papi Pasquale II, Gelasio
II e Callisto II, nonché a Bernardo di Chiaravalle. Callisto II trovò lo
"strumento" per tramandare ai papi successivi quanto gli era stato rivelato
dai Templari. Sta di fatto che i Templari trovarono un qualcosa (ed è ciò
che sembra debba essere rivelato ufficialmente dal successore di Voityla)
che documentava che INRI non vuol dire "Iesus Nazarenus Rex Iudeorum", ma
"Iesus Nazoreus..".Non si tratta certo di un qualcosa che stravolge il mondo
e la religione.

L'iscrizione INRI con la N rovesciata (?) appare, non solo a Rennes le
Château, ma in altre chiese d'origine templare. La N rovesciata sta,
infatti, ad indicare che il termine ufficiale della N (Nazarenus), dato
dalla chiesa, è sbagliato. Infatti, la N rovesciata sta ad indicare che il
termine reale è "Nazoreus".

Nel "Nazoreo" il templarismo (da non confondere con i crociati) ed il
neotemplarismo riconoscono Gesù quale Maestro Perfetto, primo fra i giusti,
portatore di solidarietà e speranza, ostile alle prevaricazioni dell'uomo
sull'uomo, profeta, ma non Dio.

La storia in breve. Non c'è alcun dubbio che Gesù è stato un ebreo esseno,
come del resto lo era la massima parte degli ebrei a quel tempo. Gli Esseni
erano una comunità religiosa che, diversi ricercatori, fanno derivare da una
delle dodici tribù d'Israele, forse da quella dei discendenti di Beniamino,
tramite Saul e David. E infatti Giuseppe, padre di Gesù, era discendente
della famiglia di David. Alcuni storici antichi, fra i quali anche
Solanius, li definiscono "una razza particolare, più interessante di tante
altre" e li considerano "i più antichi iniziati che ricevono il loro
insegnamento dall'Asia centrale". Gli Esseni erano appunto coloro che hanno
scritto i rotoli del Mar Morto.

I rotoli rappresentano non solamente un atto religioso e quindi un documento
di fede, ma una vera e propria ricchezza storica di comportamento e di
cronaca. Questi documenti sono databili in un tempo che va dal IV secolo
a.C. fino ad un periodo che può stabilirsi fra il 70 ed il 132 d.C.

Gli Esseni si attenevano a due Regole principali, La Regola della Comunità e
la Regola della Guerra, i cui testi, quasi integrali, si trovano fra i
rotoli di Qumrân, e sono già stati, in gran parte, tradotti e pubblicati.
Da ciò deriva che gli Esseni, che erano portatori del verbo del Signore, di
Abramo e di Mosè, non erano poi così propensi a porgere l'altra guancia,
sebbene in maggioranza fossero religiosamente miti e politicamente moderati.
Facevano parte di una frangia degli esseni, gli zeloti, ossia gli zelanti
della legge sia divina che umana.

Addirittura lo storico romano Giuseppe Flavio, enumerando le correnti del
periodo ebraico, mette gli Zeloti al quarto posto dopo i Sadducei, i Farisei
e gli stessi Esseni, di cui appunto gli Zeloti erano una derivazione e che
quindi pure loro seguivano le regole della Comunità e della Guerra. Come
riferisce lo storico e studioso C. Roth, gli Zeloti costituivano un partito
di gelosi e feroci custodi della legge e dell'indipendenza politica degli
Ebrei. Gli zeloti erano apertamente antagonisti dei romani e non avrebbero
mai accettato la pace con gli stessi, poiché li ritenevano usurpatori del
loro territorio e del loro popolo. A loro interno, gli Zeloti, avevano una
frangia estremista, quella dei Nazorei o Nazirei (da Nazor il Maestro di
Giustizia) che si rifiutavano di pagare le tasse ai romani, manifestando il
diritto di uccidere chiunque, non ebreo, oltrepassasse i limiti dei cortili
del Tempio.

I manoscritti di Qumrân sono la trascrizione di ciò che veniva tramandato
oralmente da secoli e che fino ad allora rappresentava un uso e consuetudine
circa problemi che riguardavano la vita sociale e comunitaria ed un "dogma"
per quanto atteneva alla vita religiosa.

Molto importante è la datazione dei vari documenti, poiché fino al 31 a.C.
le sole tribù essene (esseni, zeloti e nazorei) hanno abitato Qumrân . Dopo
il terremoto del 31 a.C., abbandonarono la città. Solo nel 4 - 6 d.C. ci fu
un ritorno a Qumrân degli zeloti in massima parte ed in minima parte
d'esseni e nazorei. Questi vi rimasero fino al 73 d.C. per poi abbandonare
definitivamente la città, che continuò ad essere abitata da piccoli nuclei
famigliari fino a circa il 300 d.C. Nel periodo di splendore il Maestro di
Giustizia era lo zelota-nazoreo Menahem, figlio di Giuda il Galileo.
Diciamo quindi che la comunità Qumranica, quindi quella de comunismo nazoreo
termina nel III secolo d.C. Comunismo perché si atteneva fermamente alla
Regola della Comunità, basata prima di tutto su principi e valori che
ponevano la comunità stessa in primo piano.

Tornando alla datazione dei testi principali, rileviamo che sono stati
scritti nel periodo di massima attività zelota-nazorea vale a dire nel
periodo di datazione del Nuovo testamento.

La Regola della Comunità fu scritta in un periodo che va dal 46 al 50 d.C.,
mentre la Regola della Guerra verso l'85. Cito solamente questi due
documenti che ritengo i più importanti, all'interno dei quali è indicato,
nella narrativa trascorsa, Gesù quale Maestro di Giustizia e Paolo quale
Sacerdote Empio. Per capire bene le due figure, il Maestro di Giustizia era
colui che presiedeva alla vita politica della comunità, faceva sì che le
regole e gli usi fossero seguiti da tutti, era responsabile delle attività
umane, decideva il da farsi, era giudice e comminava le pene. Per la sua
"attività" si atteneva alle decisioni del Consiglio poiché le facoltà
personali erano molto limitate. Il Sacerdote Empio, invece, presiedeva alla
vita religiosa della comunità, faceva proposte, ma non aveva facoltà di
intervenire nelle attività sociali. Quindi fra Paolo e Gesù, il più "mite"
era il primo.

Alcuni hanno ritenuto, forse per questioni di parte e religiose, di
attribuire i testi al cristianesimo-primitivo, ma diversi studiosi, fra i
quali Margoliout e Fitzmyer ritengono i testi, anche quelli scritti
successivamente (come il Documento di Damasco) d'origine zelota, nazorea ed
ebionita, almeno fino al 300 d.C. quando la maggior parte dei seguaci di
questi gruppi, divenuti ex-ebraici, confluisce in quel movimento più
propriamente chiamato cristianesimo che, secondo me, inizia da Papa
Alessandro I (105-115), da non confondersi quindi con il citato
cristianesimo-primitivo anche detto cristianesimo delle origini che data
appunto il primo secolo.

Questo preambolo sulla letteratura qumranica serve per individuare il
contesto storico cui si riferiscono i testi, periodo che copre completamente
la vita di Gesù che può essere datata, secondo l'attuale calendario, dal 2-3
d.C. fino al 34-35. La vita di Gesù è di circa 32-33 anni e cioè 2-3 anni
dopo il periodo di pieno sacerdozio voluto dalle Regole.

Parlando della comunità esseno-zelota, del proprio spirito più che sociale e
nello stesso tempo di severità, rivolta al lavoro (la prima forma di vero
"laburismo" popolare, lungi dalle mille contraddizioni dell'attuale
laburismo politico e sindacale), sono essenziali almeno 5 citazioni di
Filone, storico, filosofo e scrittore vissuto in quel periodo, morto circa
nel 45 d.C. Nella sua importante opera "Quod omniis probus sit liber",
Filone cita testualmente:

A) ... Tra loro, alcuni lavorano la terra, altri esercitano mestieri diversi
che cooperano alla pace rendendosi utili a se stessi e al loro prossimo. Non
accumulano argento e oro, né si appropriano di vaste tenute con il desiderio
di trarne vantaggi, ma semplicemente per procurarsi il fabbisogno essenziale
per la vita. [par.76]

B) Mentre in tutta l'umanità sono pressoché gli unici a vivere senza beni e
senza possedimenti, per la libera elezione e non per un rovescio di fortuna,
si giudicano straordinariamente ricchi, giacché ritengono che la frugalità
con la gioia sia, come in realtà è, un sovrabbondante benessere. [par.77]

C) Fra di loro non v'è neppure uno schiavo: tutti sono liberi e si aiutano
l'un l'altro. Non solo condannano i padroni come ingiusti in quanto ledono
l'uguaglianza, ma anche come empi poiché violano la legge naturale che ha
generato e nutrito tutti gli uomini allo stesso modo, come una madre,
facendone veramente dei fratelli, non di nome, ma in realtà.. [par.79]

D) A proposito della filosofia, essi lasciano anzi tutto la logica ai
giocolieri di parole, dato che è inutile per l'acquisizione della virtù, la
fisica ai visionari ciarlatani, dato che supera le capacità dell'umana
natura, salvo però quanto essa insegna sulla essenza divina e sulla natura
dell'universo... [par.80]

E) Imparano la pietà, la santità, la giustizia, le virtù domestiche e le
civiche, la conoscenza di ciò che è veramente bene o male o indifferente, la
scelta di ciò che si deve fare e di ciò che si deve evitare. In questo si
servono di queste tre norme basilari: l'amore di Dio, l'amore della virtù,
l'amore degli uomini. [par.83]
Sarebbero molto interessanti tante altre citazioni di questo "cronista", ma
anche solamente queste sono sufficienti per fare un quadro del momento e del
contesto socio-ambientale in cui viveva Gesù. Contesto ambientale che può
essere definito "comunista".

Sarebbe però riduttivo soffermarsi solamente su queste, anche perché molti
detrattori della storia umana, potrebbero fare il solito discorso dicendo
che si tratta dell'affermazione di una sola persona.

Per questo voglio citare un altro "cronista" dell'epoca, forse il più famoso
se non altro per la documentazione tramandataci, per la sua onestà
intellettuale ed imparzialità che ha dimostrato anche rispetto a fatti ed
avvenimenti, non solo criticabili, ma pure da lui non condivisi. Si tratta
di Giuseppe Flavio, morto verso il 90 d.C. Scrive infatti Flavio:

"..Gli Esseni in particolare hanno fama di praticare la santità. Ebrei di
nascita, sono più degli altri legati da mutuo affetto. ... Respingono i
piaceri come un male, mentre guardano come virtù la temperanza e il non
cedere alle passioni. .Dispregiatori della ricchezza, presso di loro è
ammirevole la vita comunitaria: invano si cercherebbe tra di loro qualcuno
che possegga più degli altri. . . fra di loro non comprano né vendono
alcunché, bensì ciascuno cede il suo a chi ne ha bisogno. Sono equi
dispensatori dell'ira, moderatori delle passioni, patroni della fedeltà,
promotori della pace."

Prestiamo poi molta attenzione a questa citazione sempre di G.Flavio: "..
Quando compiono viaggi non portano con sé assolutamente nulla, sono però
armati a motivo dei briganti...".

Ritengo questo sufficiente per aver un quadro preciso di chi era Gesù e la
sua la gente, ma se qualcuno volesse aver maggiori conferme potrebbe anche
leggersi le opere di Plinio il Vecchio, di Solino e di Eusebio di Cesarea.

Ciò a dimostrazione della società comunista esseno-nazorea tornata alla
ribalta con i ritrovamenti di Qumrân, già "individuata" dai Templari che,
forse per questa ragione, fra le altre cose, furono perseguitati e
annientati dagli allora poteri temporali religiosi e politici (ma questo è
un altro argomento).

Come era rito templare terminare i lavori di magione, invito tutti, senza
timore alcuno, ad uscire in pace a riveder le stelle.

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