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SCHEDA ARTICOLO N. «01029»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: OMRAAM MIKHAËL AÏVANHOV
TITOLO: LE RIVELAZIONI DEL FUOCO E DELL'ACQUA (MONOGRAFIA LUNGA)
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TESTO ARTICOLO

tratto da :"Le rivelazioni del fuoco e dell'acqua"

Omraam Mikhal Avanhov

- L'ACQUA Ε IL FUOCO - PRINCIPI DELLA CREAZIONE -



Il libro della Genesi inizia con la narrazione della creazione del
mondo. Ma prima di descrivere come sono apparsi tutti gli elementi
dell'universo: il sole, la luna, le stelle, la vegetazione, gli
animali, l'uomo... Mosè scrive una frase di cui solo gli Iniziati
possono comprendere il significato e la profondità: «Ε lo spirito di
Dio aleggiava sulle acque.» Perché sulle acque? Perché l'acqua
rappresenta la materia cosmica originaria che lo spirito di Dio, il
fuoco primordiale, ha penetrato per fecondarla. Al contrario di ciò
che si crede in generale, non è la terra l'elemento che esprime e
manifesta al meglio le qualità e le proprietà della materia, bensì
l'acqua. Queste qualità sono: la ricettività, l'adattabilità, la
malleabilità. L'acqua è dunque il simbolo della materia primordiale
che ha ricevuto i germi fecondatori dello spirito: è la matrice della
vita. La vita è uscita dall'acqua grazie al principio del fuoco che ha
messo in movimento la materia. Senza l'azione del fuoco, la vita non è
possibile. Da sé stessa l'acqua, la materia, non ha vita: è il fuoco
che gliela infonde. Anche la vita sulla terra è nata dall'azione del
fuoco sull'acqua.

Ι primi germi di vita, portati dai raggi del sole, sono scesi sulla
terra, hanno viaggiato fino a raggiungere l'acqua degli oceani, che li
ha accolti come una madre piena d'amore e li ha fatti crescere grazie
alla luce e al calore del sole.

Dal momento in cui si comprende che l'acqua è il simbolo della materia
universale, a partire dalla quale l'universo è stato creato, è più
facile interpretare i seguenti versetti della Genesi, nei quali Mosè
descrive come Dio separò le acque che sono in basso da quelle che sono
in alto: «Dio disse: Che vi sia uno spazio tra le acque, e che esso
separi le acque dalle acque. Ε Dio fece lo spazio e separò le acque
che sono al di sotto da quelle che sono al di sopra. Ε così fu; Dio
chiamò lo spazio cielo.» Le acque che sono in alto, che la Scienza
iniziatica chiama anche «luce astrale», «agente magico», rappresentano
l'oceano primordiale nel quale tutte le creature sono immerse e
trovano il loro nutrimento. D'altra parte si può dire che è per
ricordare queste acque primordiali se il bambino, quando è ancora nel
seno della madre, si trova immerso in un ambiente liquido. Noi viviamo
nell'immensità del cosmo esattamente come i pesci nel mare, ma spesso
le impurità che, ostruiscono le nostre aperture interiori, ci
impediscono di essere nutriti e vivificati da quest'acqua che
tutt'intorno ci avvolge.

L'acqua e il fuoco rappresentano quindi i due principi della creazione
. La loro attività nell'universo è simboleggiata dalla croce, immagine
colma di significato che si ritrova presso tutte le civiltà. La linea
orizzontale della croce rappresenta l'attività del principio
femminile, l'acqua, che tende sempre a estendersi, a espandersi sulla
superficie del suolo occupando più spazio possibile, cercando persino
interstizi per infiltrarsi sotto terra e sparire. La linea verticale
rappresenta il principio maschile, il fuoco, che al contrario tende a
concentrarsi slanciandosi verso l'alto. Quindi l'acqua è legata alla
profondità, alla superficie, e il fuoco all'altezza. Le due direzioni
inverse, orizzontale e verticale, sintetizzate nella croce, sono la
miglior rappresentazione della attività dei due principi maschile e
femminile nella creazione e nelle creature. L'universo è pieno di
questo simbolo.

La maggioranza dei cristiani vede nella croce solo il ricordo della
morte di Gesù, senza rendersi conto che in tal modo ne limita il
significato, lo depaupera. Non si può negare che la morte di Gesù su
una croce sia stata un evento notevole nella storia dell'umanità. Ma,
come simbolo la croce supera di molto questo avvenimento e chi si
sforza d'approfondirne lo studio, alla luce dell'insegnamento dei due
principi: l'acqua e il fuoco, entra in contatto con i più grandi
misteri della creazione. In ogni caso io posso dirvi che nulla ha
avuto più importanza nella mia vita dell'acqua e del fuoco, e anche le
immagini, che dall'infanzia mi hanno segnato di più, sono legate
all'acqua e al fuoco.

Sono nato in un villaggio della Macedonia, ai piedi del Babuna Planina
(che significa «montagna della nonna ») la cui cima è il monte
Pelister. Mi rimangono dei ricordi degli anni trascorsi in quel
villaggio, in particolare la scoperta che feci a quattro ο cinque anni
di un posto vicino a casa mia dove un filo d'acqua sgorgava dalla
terra.

Ero così affascinato dall'acqua che sgorgava limpida e trasparente,
che restavo a guardarla per ore intere. Quell'immagine si è impressa
molto profondamente nella mia memoria, e ancora oggi mi capita di
rivivere la sensazione di meraviglia che provavo di fronte a quella
sorgente. Tante volte mi sono posto la domanda: Piccolo com'ero che
cosa mai avrò visto in quell'acqua? ...Ε non solo nell'acqua, ma anche
nel fuoco, perché ero ugualmente affascinato dal fuoco. Soltanto che
il fuoco era più pericoloso, perché per ammirarlo, spesso lo accendevo
per cui non si dovevano lasciare dei fiammiferi alla mia portata!

Sì, perché l'acqua e il fuoco? ...Perché in natura essi sono
l'espressione più bella, più potente, più significativa dei due grandi
principi cosmici, il maschile e il femminile sul quali in seguito
avrei dovuto lavorare tutta la vita. D'altra parte, se si studia
dettagliatamente la vita di certe persone si potrà constatare che, le
loro preoccupazioni e i soggetti su cui avrebbero lavorato in seguito,
erano già stati indicati in certe impressioni, esperienze ο
comportamenti dell'infanzia.

Voi penserete: «Νοn si è mai sentito dire che l'acqua e il fuoco
fossero così importanti!» ebbene, non avete mai letto attentamente i
Vangeli, e in particolare il Vangelo di San Giovanni, in cui è
riportata la conversazione di Gesù con Nicodemo. Nicodemo era dottore
d'Israele e una notte venne a trovare Gesù per intrattenersi con lui.
Ed è a lui che Gesù diede quella risposta sulla quale moltissimi
teologi si sono interrogati: «In verità, in verità ti dico: Se un uomo
non nasce dall'acqua e dallo spirito, non potrà entrare nel Regno di
Dio.» In questo versetto vi sono delle corrispondenze con il versetto
della Genesi che ho citato prima: « Ε lo spirito di Dio aleggiava al
di sopra delle acque.» In entrambi i casi, è lo stesso fenomeno a
essere evocato, la nascita: nascita dell'universo e nascita spirituale
dell'uomo, per le quali si ritrovano gli stessi elementi: il fuoco (lo
spirito) e l'acqua (la materia).

Così come l'universo è nato dal fuoco e dall'acqua, per entrare in
questo stato di coscienza superiore chiamato Regno di Dio anche
l'essere umano deve nascere dal fuoco e dall'acqua, poiché trasferiti
sul piano spirituale: il fuoco è la saggezza e l'acqua è l'amore.
Attraverso le brevi parole della risposta data a Nicodemo, Gesù ha
dimostrato di possedere lui pure la scienza dell'acqua e del fuoco,
che è quella dei due grandi principi cosmici maschile e femminile.

L'acqua e il fuoco come abbiamo già visto, hanno orientamento opposto:
il fuoco sale e salendo si concentra, ogni sua fiamma converge in un
punto; mentre l'acqua scende e scendendo tende a espandersi . Per ciò
quando si osserva bene il movimento dell'uno e dell'altra, ci si rende
conto che in realtà esiste fra loro una certa somiglianza. Avete
notato come la caduta di una cascata ο di un torrente somigli a un
fuoco capovolto? Un fuoco che divampa somiglia a una cascata che
risale verso la sorgente. Qualche anno fa, una sorella mi offrì un
film che aveva girato e che riguardava le cascate; quando lo proiettai
per mostrarlo ai fratelli e alle sorelle, a un certo momento lo feci
tornare indietro, così per vedere ...Ε scopersi una cosa
straordinaria: il moto dell'acqua era esattamente quello del fuoco!
Fate voi stessi l'esperienza se ne avete l'occasione e vedrete ...È
come se l'acqua fosse fuoco condensato che scende nelle profondità
della terra, e il fuoco, acqua ardente che si slancia verso l'alto. Si
direbbe che l'acqua e il fuoco siano la stessa sostanza che si
presenta sotto due aspetti diversi.

Del resto questi due aspetti sono molto istruttivi in quanto ci
informano per esempio sui due metodi della conoscenza: il metodo
orizzontale, che consiste nel fare delle indagini sulla superficie e
il metodo verticale che consiste nello staccarsi dalla superficie per
cercare la verità in alto. Il primo metodo è quello dell'acqua, il
secondo quello del fuoco.

Chi sceglie il metodo dell'acqua deve prepararsi ad un lungo, penoso
apprendistato. Conoscete le avventure dell'acqua: attraversando
terreni di tutti i tipi, si carica di depositi e di impurità,
sprofonda nella terra dove subisce forti pressioni nell'oscurità. Sì,
la sorte dell'acqua sulla superficie e sotto la terra non è sempre da
invidiare. Chi segue questo cammino va incontro a difficoltà è urtato,
maltrattato, schiacciato dagli eventi, e soffre. Quando alla fine
giunge a dire: « Ho capito, ho ricevuto una lezione da tutte queste
peregrinazioni » , talvolta è proprio malridotto. Ma alla fine ne
deriva un bene: ha capito, quindi il metodo dell'acqua ha del buono.
Però il metodo del fuoco è preferibile, perché vi strappa dalle
condizioni della terra e vi proietta verso l'alto: così entrerete
nella luce che vi svelerà istantaneamente tutto il sapere.

Quando Gesù diceva:«Siate prudenti, come il serpente e semplici come
la colomba » , intendeva dire che bisogna saper agire coi due metodi:
quello dell'acqua, del serpente di cui Mosè nella Genesi diceva che
era il più intelligente degli animali dei campi, e quello del fuoco,
della colomba. Ecco le due strade della conoscenza: il serpente che
striscia sulla terra è l'acqua che avanza sinuosamente; la colomba che
vola in cielo è il fuoco che sale. La conoscenza della colomba è la
conoscenza del fuoco, quella dello Spirito Santo: essa vi illumina.

Ora, come il fuoco e l'acqua sono contrari quanto a direzione, così
sono contrari quanto a natura. Infatti, se si cerca di unire l'acqua e
il fuoco, essi si distruggono a vicenda. In apparenza sono dei nemici:
l'acqua che produce vita è capace di spegnere il fuoco e il fuoco che
produce lui pure vita, è capace di far sparire l'acqua trasformandola
in vapore. Perché possano compiere un lavoro insieme, non si deve
gettare l'acqua sul fuoco, si deve trovare un artifizio, un modo di
conciliare le loro forze. Come?

Ebbene, mettete l'acqua in un recipiente e ponete il recipiente sul
fuoco. L'acqua comincia ad agitarsi nella pentola, si gonfia, bolle,
protesta e reclama uno spazio più grande, vuole uscire, spinge contro
le pareti che la imprigionano. Una forza si libera dunque dall'acqua.
Dov'era questa forza? Da dove viene? Dall'acqua stessa, ed è il fuoco
che l'ha suscitata. Quindi quando il fuoco si tiene a una «rispettosa
distanza» dall'acqua, non la uccide, al contrario la esalta e fa
uscire da essa tutte le forze che, da quel momento, possono essere
utilizzate.

In realtà l'acqua e il fuoco non sono nemici, si amano tanto... ma
separati da una parete, altrimenti si detestano. Il fuoco dice
all'acqua: «Non ti avvicinare, mi spegnerai!» e l'acqua gli risponde:
«Ε tu, mi ridurrai in vapore, vattene!» Ma se si pone una separazione
tra loro, li si può sentire parlare, scambiarsi parole d'amore. Sono
tanto gradevoli le conversazioni tra l'acqua e il fuoco, l'avete
notato? Trovate il tempo, qualche volta, di ascoltare il rumore
dell'acqua che bolle.

Quanti inventori, ingegneri, meccanici fanno lavorare l'acqua!
Costruiscono macchine nelle quali il fuoco mette in azione la potenza
dell'acqua. Sì, ma se a livello fisico sanno utilizzare benissimo il
fuoco e l'acqua, nelle cucine ο nelle officine, nella loro vita
personale è diverso non sanno far esaltare l'acqua per mezzo del
fuoco, spesso li mescolano e così perdono tutto.

È ciò che si verifica per esempio, nelle coppie: l'uomo rappresenta il
fuoco, la donna l'acqua; e poiché sono ignoranti e non sanno che
devono frapporre una parete (è un'immagine) fra loro, ecco che il
marito si spegne e la moglie evapora. Vi chiederete: Ma cos'è questa
parete? È innanzitutto la coscienza che si è insieme non per il
piacere, ma per compiere un lavoro in vista di un ideale comune. È
unicamente a questa condizione che l'unione tra uomo e donna sarà
creatrice, altrimenti, una volta ο l'altra, i due finiranno per
consumarsi a vicenda. Ε sì, non basta osservare e utilizzare
tecnicamente le trasformazioni dell'acqua, bisogna trarne delle
lezioni utili alla nostra vita personale e soprattutto a quella
spirituale.

Conosciamo l'acqua sotto diversi stati: solido (ghiaccio), liquido,
gassoso (vapore). Ed è il fuoco, con la maggiore ο minore quantità di
calore, a determinare i diversi stati dell'acqua. Il fuoco che
trasforma l'acqua in vapore è simbolicamente lo spirito che agisce
sulla materia per renderla più leggera, sottile e pura. Per questo si
può dire anche che l'essere umano è paragonabile a una pentola d'acqua
riscaldata da un fuoco, con la differenza che, invece di essere al di
sotto, il fuoco, lo spirito, è al di sopra; ma il risultato è lo
stesso. Se vi è vita nella pentola, è grazie allo spirito. Ε quando
l'uomo muore, la pentola è ancora lì, ma il fuoco se n'è andato, e
allora più nulla si muove! Come trovate questo paragone? Eccellente,
non è vero? ...ο piuttosto succulento, dato che si parla di pentole!

Il fuoco è il simbolo dello spirito, del principio maschile che opera
sull'acqua, la materia. Noi tutti abbiamo questo fuoco. Ecco perché
possiamo applicare questa legge a noi stessi: esporre le nostre
debolezze, i nostri difetti al fuoco del sole spirituale, affinché
questa materia opaca, grossolana, cominci a fondere, a disgregarsi. Ε
anche questa è scienza alchemica.

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