(Brahma Kumaris World Spiritual University)
C'è un solo nemico nella vita, è il nostro vecchio amico ego!
Può essere stimolante vedere e capire come l'ego si forma, come noi lo sosteniamo e l'effetto preciso che ha su tutto ciò che pensiamo, sentiamo e facciamo.
Molte scuole di psicologia insegnano ancora che l'ego è un elemento trainante nella nostra vita. Dal punto di vista spirituale è sempre la causa di tutte le separazioni, i conflitti (interni ed esterni) e perciò di tutte le sofferenze.
L'errore che permette all'ego di formarsi è quello di credere che noi siamo la mente. La mente è uno strumento dell'anima, il sé, per creare pensieri sotto forma di idee, concetti, ecc. E' come una tela su cui creiamo molte forme di pensiero. Ma è facile cadere in errore quando si perde il senso del sé identificandosi in ciò che si crea.
Per esempio, è naturale che ogni tanto ci ricordiamo della nostra auto e quindi portiamo l'immagine dell'auto nella nostra coscienza e la mettiamo sullo schermo della nostra mente. Ma se perdiamo il nostro 'senso del sé' nell'immagine dell'auto, quando qualcuno la danneggia è come se danneggiasse noi; tu mi graffi l'auto e io provo dolore, come se tu graffiassi me. In quel momento penso di essere un'auto. Ho perso il senso di me nell'immagine dell'auto nella mia mente. Ecco perché l'ego si può definire come "un attaccamento all'immagine errata di me stesso o di ciò che credo di essere".
L'ego è attaccamento e qualsiasi cosa a cui ci attacchiamo diventa la base della nostra identità, da pochi secondi a una vita intera. Tutti impariamo a creare questo genere di identificazioni sbagliate, centinaia di volte al giorno, dal momento che ci attacchiamo alle immagini mentali di cose esterne come i nostri averi, la posizione e altre persone. Ci attacchiamo anche a cose interne, sia coscientemente che in maniera subconscia, come i ricordi e le credenze.
L'abitudine all'errore di identità è l'origine di tutta la sofferenza che, a livello emotivo viene 'percepito' come tristezza, rabbia e paura. Queste emozioni, poi, danno forma ai nostri pensieri e comportamenti. Può accadere nello spazio di mezzo secondo, ma prosciuga la nostra energia e nel tempo influenza anche la nostra salute fisica. La consapevolezza di sé diventa un esercizio vitale e costante. Ogni giorno ci attaccheremo a qualcosa o a qualcuno creandoci sofferenza emotiva, ma, nel momento in cui diventiamo consapevoli di ciò che stiamo facendo ci apriamo a nuove scelte.
Ecco perché il distacco diventa importante. Distacco non vuol dire perdere qualcosa, o provare disinteresse. Non significa smettere di interagire con gli altri. Distacco significa solo smettere di perdere il senso di sé, la propria identità, nell'immagine di qualcosa che è altro da sé. Paradossalmente, la pratica del distacco ti permette di rapportarsi agli altri e al mondo con maggiore chiarezza e comprensione.
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Domanda - Che tipo di attaccamento tende a causare conflitti tra colleghi di lavoro, tra i membri della famiglia, tra le nazioni, tra le società e tra religioni?
Riflessione - Tutti i tuoi attaccamenti hanno origine nella mente.
Azioni - Tra tutte le cose a cui ti sei attaccato, osserva interiormente e vedi: qual è la più facile da lasciar andare, quale la più difficile e quale la più sottile da cogliere?
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