RAMA RISUSCITA DA MORTE:
> (da "Autobiografia di uno Yoghi" - cap. XXXII - pag. 272) > > (omissis..)
> Sri Yukteswar continuo' a leggere la meravigliosa storia della > resurrezione > di Lazzaro. Dopo aver terminato, il Maestro piombo' in un profondo > silenzio, > con il sacro libro aperto sulle ginocchia. > > "Anch'io ho avuto il privilegio di assistere ad un simile miracolo" - > disse > alla fine il Guru in tono solenne." Lahiri Mahasaya risuscito' da morte > uno > dei miei amici". > > I ragazzi che mi stavano accanto sorridevano, interessatissimi. In me vi > era > ancora tanto spirito infantile da farmi godere, non solo della filosofia, > ma > di qualsiasi storia che potevo indurre Sri Yukteswar a narrare sulle > mirabili esperienze da lui avute con il suo Guru. > > " Il mio amico Rama ed io eravamo inseparabili", comincio' il Maestro." > Egli > era timido e schivo, percio' preferiva visitare il nostro Guru Lahiri > Mahasaya solo durante le ore dalla mezzanotte all'alba, quando la folla > dei > discepoli che lo visitavano durante il giorno era assente. Come intimo > amico > di Rama, raccoglievo le confidenze riguardo a profonde sue esperienze > spirituali. La sua ideale amicizia era per me elemento d'ispirazione". Il > viso del mio Guru si addolci' nei ricordi. > > "Rama fu improvvisamente sottoposto a una dura prova: fu colpito dal > colera > asiatico. Poiche' il Maestro mai si opponeva a che fosse chiamato un > medico > in casi gravi, furono convocati due specialisti. Mentre essi si > affannavano > a curare il poveretto, io pregavo ardentemente Lahiri Mahasaya per > ottenere > il suo aiuto. Corsi a casa sua e fra i singhiozzi gli raccontai tutto. > > "- I dottori curano Rama. Egli guarira', - disse il mio Guru, sorridendo > giovialmente. > > "Ritornai accanto al letto del mio amico col cuore leggero, ma lo trovai > moribondo. > > " Non puo' durare piu' di un'ora o due - mi disse uno dei medici con gesto > di sconforto. Corsi di nuovo da Lahiri Mahasaya. > > " I dottori sono uomini coscienziosi. Sono certo che guarira'. - E il > Maestro mi congedo' allegramente. > > " A casa di Rama trovai che i due medici se n'erano andati. Uno di essi mi > aveva lasciato questo breve messaggio scritto:" Abbiamo fatto del nostro > meglio, ma il caso e' disperato". > > " Il mio amico offriva veramente il quadro d'un uomo che muore. Non > comprendevo come le parole di Lahiri Mahasaya potessero non avverarsi, > eppure la vista di Rama che rapidamente si avvicinava alla fine continuava > a > suscitare in me questo pensiero:" Ormai, tutto e' finito". > > Dibattuto cosi' fra alterne tempeste di fede e di dubbio angoscioso, > assistetti il mio amico meglio che potevo. Egli si sollevo' e grido': > > " Yukteswar, corri dal Maestro e digli che me ne sono andato. Chiedigli di > benedire il mio corpo prima degli ultimi riti. - Con queste parole Rama > esalo' un profondo respiro e rese l'anima a Dio. > "Piansi per un'ora accanto alla cara spoglia. Aveva sempre amato la quiete > e > ora aveva raggiunto la pace assoluta della morte. Un altro discepolo > entro', > gli chiesi di rimanere finche' io non fossi tornato. Mezzo intontito, mi > trascinai dal mio Guru. > > "Come sta Rama adesso? - Il viso di Lahiri Mahasaya era tutto un sorriso. > > "Maestro, ben presto vedrete come sta, - esclamai tutto agitato. - Fra > qualche ora vedrete il suo corpo prima che sia trasportato alla > cremazione. > > "Non ressi piu' e scoppiai in lagrime. > > "- Yukteswar, controllati. Siedi in tutta calma e medita." > > " Il mio Guru si ritiro' nel samadhi. Quel pomeriggio e quella notte > passarono in silenzio ininterrotto. Lottavo invano per ritrovare la mia > tranquillita' interiore. > > " All'alba Lahiri Mahasaya mi fisso' con uno sguardo consolante. > > " Mi avvedo che sei ancora turbato. Perche' ieri non mi hai spiegato che > desideravi ch'io dessi a Rama un aiuto tangibile, sotto forma di > medicina?" > > "" E il Maestro indico' una lampada a forma di coppa che conteneva puro > olio > di ricino: > > " Riempi una bottiglietta con l'olio della lampada e mettine sette gocce > nella bocca di Rama." > > " Maestro, - protestai, - e' morto ieri a mezzogiorno. A che cosa può > servire quest'olio?" > > " Non preoccuparti. Fai quello che ti dico." > > " L'allegria del mio Guru era per me incomprensibile. Soffrivo ancora l' > insostenibile angoscia della separazione. Prendendo con me un po' d'olio, > tornai alla casa di Rama. > > " Trovai il corpo del mio amico irrigidito nella morte. Non facendo caso > alla sua spaventosa condizione, gli aprii le labbra con l'indice destro, e > con la mano sinistra e l'aiuto del tappo riuscii a far cadere l'olio a > goccia a goccia tra i suoi denti serrati. Quando la settima goccia tocco' > le > sue gelide labbra, Rama fu scosso da un brivido violento, i suoi muscoli > vibrarono dalla testa ai piedi, mentre, stupito, si alzava a sedere sul > letto. > > " Ho visto Lahiri Mahasaya in un fulgore di luce, - mi disse. - Brillava > come il sole. " Alzati. Abbandona il tuo sonno", mi comando'. Vieni con > Yukteswar a vedermi". > > Quasi non potevo credere ai miei occhi quando Rama si vesti', e dopo > quella > malattia fatale trovo' la forza sufficiente per camminare fino alla casa > del > nostro Guru. La' si getto' ai piedi di Lahiri Mahasaya, versando lagrime > di > gratitudine. > > " Il maestro impazziva d'ilarità; i suoi occhi scintillavano > maliziosamente. > > " Yukteswar - disse - certamente d'ora in poi non mancherai di portare con > te una bottiglietta d'olio di ricino. Dovunque vedrai un cadavere darai l' > olio. E che! Sette gocce d'olio devono ben distruggere il potere di Yama > (nota: Dio della Morte)." > > " - Guruji, vi prendete gioco di me! Non comprendo! Per piacere, > chiaritemi > la natura del mio errore." > > " Ti dissi due volte che Rama sarebbe guarito; eppure, non mi hai creduto. > Non intendevo dire che i dottori lo avrebbero potuto risanare; dissi solo > che lo assistevano. Non vi era nessun rapporto causale fra le mie due > dichiarazioni. Non volevo intralciare i dottori; anch'essi hanno il > diritto > di vivere." > > E con una nota che vibrava di gioia il mio Guru aggiunse: > > " Ricordati sempre che l'inesauribile Paramatman puo' guarire chiunque, > con > o senza dottori." > > " Vedo il mio errore - riconobbi, pieno di rimorsi. - So adesso che la > vostra semplice parola impegna il cosmo intero." > > Quando Sri Yukteswar termino' questa storia straordinaria, uno dei ragazzi > di Ranchi oso' fare una domanda che, da parte di un bambino, era > doppiamente > comprensibile: > > " Maestro, perche' mai il vostro Guru fece uso dell'olio di ricino?" > > " Ragazzo mio, l'olio non aveva altro significato che quello di darmi, > come > desideravo, un mezzo materiale, e Lahiri Mahasaya scelse l'olio che gli > era > vicino, come simbolo per risvegliare in me una fede piu' forte. Il Maestro > permise a Rama di morire perche' io avevo parzialmente dubitato. Ma il mio > Guru divino sapeva che, avendo detto che il suo discepolo sarebbe guarito, > cio' sarebbe avvenuto anche se avesse dovuto guarire Rama dalla morte; un > male, questo, di solito, definitivo!"
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