Buon giorno! oggi è Venerdì 26 Aprile 2024 ore 4 : 53 - Visite 1479443 -

BENVENUTI SUL SITO WWW.ECROS.IT
Logo di Ecros.it con scritta a fuoco
divisore giallo animato
TestataYoga-510x151.jpg
MENU NAVIGAZIONE
SPAZIATORE bianco
Lineablu

SEZIONE: « ARCHIVIO ARTICOLI »

Lineablu
SPAZIATORE bianco

SCHEDA ARTICOLO N. «01268»

CLASSIFICAZIONE: 3
TIPOLOGIA: YOGA
AUTORE: MRINALINI MATA
TITOLO: IL RAPPORTO GURU DISCEPOLO
SPAZIATORE bianco

TESTO ARTICOLO

Tratto da:



(di Mrinalini Mata:

diretta discepola di Paramahansa Yogananda,
membro dell'Ordine Monastico della
Self-Realization Fellowship dal 1946 e
vicepresidente della società dal 1946)

(Conferenza tenuta dal vice-presidente della Self-realization
Fellowship/Yogoda Satsanga
society per la Convocazione del cinquantesimo anniversario 7 luglio 1970)

Dio ci ha mandati in questo mondo per recitare una parte nel dramma divino.
Essendo noi
immagini individualizzate dello stesso Signore, le nostre vite hanno uno
scopo individuale:
quello d'imparare e, imparando, crescere e, attraverso la continua crescita
esprimere, alla
fine, la nostra vera natura ritornando al nostro stato originario di unità
con Dio.

Quando iniziamo la nostra avventura terrena come anime bambine, acquistiamo
conoscenza,
per prima cosa, attraverso esperienze di prove e di errori. compiamo
un'azione e, se questa ci
dà buoni risultati, la ripetiamo. Quando, invece, un'azione particolare ci
procura dolore, ci
sforziamo di evitarla in seguito.

In un secondo tempo impariamo a trarre profitto dall'esempio degli altri.
Osserviamo il
comportamento dei nostri famigliari, dei nostri amici e vicini di casa,
traendo beneficio
dall'analisi dei loro errori e dei loro successi.

Le nostre esperienze ci portano sempre ad avanzare in cerca di un
significato più
profondo da dare alla nostra vita terrena, finché giunge, per ciascuno di
noi, il momento in
cui iniziamo seriamente la ricerca della Verità. L'uomo la cui coscienza si
è evoluta fino a
questo punto si chiede:

"Che cos'è la vita? Che cosa sono io? da dove sono venuto?" Il Signore
risponde a tale ricercatore attirandolo verso un maestro, o verso libri
religiosi o filosofici
che soddisfino questa iniziale sete di sapere. Man mano ch'egli s'imbeve
della conoscenza
altrui, la sua capacità di comprendere si evolve e la sua crescita
spirituale ne viene
accelerata. Egli si avvicina di un piccolo passo alla Verità, o Dio.

Alla fine, anche questa conoscenza diventa insufficiente. Egli viene preso
dalla brama
di realizzare personalmente la Verità. L'anima, in lui, lo spinge a pensare:
"Questo mondo non
è certo la mia casa! Io non posso essere soltanto questo corpo fisico; Esso
non può essere che
una gabbia provvisoria. In questa vita dev'esserci qualcosa di più di
quello che i miei sensi
percepiscono ora, qualcosa che esiste al di là della morte. Ho letto della
verità, ne ho
sentito parlare; adesso devo sapere!".

In risposta al grido angoscioso del Suo figlio, il compassionevole Signore
gli manda un
Maestro illuminato, uno che ha realizzato il Sè, che conosce il Sè quale
Spirito: cioè un vero
Guru. La vita di tale Guru è una pura espressione del Divino.

- Definizione di un vero Guru -

Lo Swami Shankara* ha descritto il Guru in questo modo: "Nulla, nei tre
mondi, può
essere paragonato a un vero Guru. Assumendo che la pietra filosofale sia
veramente tale, essa
potrebbe solo mutare il ferro in oro e non in un'altra pietra filosofale. Il
venerato Maestro,
invece, crea l'eguaglianza con se stesso, nel discepolo che prende rifugio
ai suoi piedi. Il
Guru è perciò impareggiabile, anzi trascendentale".

Paramahansa Yogananda, Guru-fondatore della Self-Realization Fellowship, ha
detto: "Il
Guru è il Dio risvegliato che risveglia il Dio dormiente nel discepolo.
Attraverso la
compassione e la visione profonda, un vero Guru vede il Signore stesso
soffrire in coloro che
sono psichicamente, mentalmente e spiritualmente poveri. Ecco perché egli
sente il gioioso
dovere di assisterli. Egli tenta di nutrire il Dio affamato nel povero, di
stimolare il Dio
addormentato in colui che non sa, di amare nel nemico il Dio inconsapevole e
di svegliare il
Dio semidesto nel devoto che ha brama di conoscere. con un gentile tocco
d'amore egli sveglia,
all'istante, il Dio quasi interamente desto nel ricercatore avanzato. Il
Guru è, fra tutti gli
uomini, colui che dà di più . Come il Signore stesso, la sua generosità non
conosce limiti".

Paramahansa Yogananda ha così descritto l'infinita comprensione, l'infinito
amore,
l'onnipresente coscienza universale di un vero Guru. Quei chela* (discepoli)
privilegiati che
hanno conosciuto Paramahansaji, hanno veduto questi attributi perfettamente
manifestati in lui.

- Il rapporto Guru-discepolo -

Questo universo creato da Dio è regolato ordinatamente da una legge
cosmica, e il
rapporto Guru-discepolo è radicato in quella legge. E' ordine divino che,
chi cerca Dio, sia
portato a Lui da un vero Guru. Quando un devoto desidera sinceramente
conoscere Dio, il suo
Guru arriva. Solo colui che conosce Dio può promettere al discepolo: "Ti
porterò a Lui". Un
vero Guru ha già trovato la via che porta a Dio, perciò può dire al chela:
"Prendi la mia mano.
Ti mostrerò il cammino".

Il rapporto Guru-discepolo comprende la disciplina e i principi di giusta
azione che il
discepolo deve seguire per prepararsi a conoscere Dio. Quando il discepolo,
con l'aiuto del
Guru, perfeziona se stesso, si adempie la legge divina e il Guru lo porta
alla presenza di Dio.

- Lealtà al Guru e ai suoi insegnamenti -

Il primo principio che sta alla base del patto fra Guru e discepolo è la
lealtà.

L'ego, coscienza e auto-affermazione del piccolo "io", è ciò che ci tiene
lontani da
Dio. Annullato l'ego, il devoto realizza all'istante di essere, com'è sempre
stato e sempre
sarà, uno con Dio. L'ego è una nube d'illusione che avvolge l'anima,
velandola e cospargendo la
sua pura coscienza di innumerevoli idee errate sulla propria natura e su
quella del mondo. Uno
degli effetti dell'illusione dell'ego è l'incostanza. Quando il ricercatore
della Verità
incomincia a manifestare le divine qualità dell'anima, allontana questa
tendenza della natura
umana, sulla quale non si può fare affidamento, e diventa una persona leale
e comprensiva.

La lealtà al Guru è uno dei più importanti passi del discepolato. Molti
esseri umani
non hanno perfezionato la qualità della lealtà neppure verso i propri
consanguinei, o verso il
coniuge o verso gli amici. Per questa ragione il concetto di lealtà al Guru
non è compreso sino
in fondo. Per essere un vero discepolo, il chela deve essere leale al Guru
mandatogli da Dio:
deve uniformarsi, fedelmente e con estrema attenzione, agli insegnamenti del
suo Guru.

Lealtà non è ristrettezza mentale. Il cuore leale verso Dio e i Suoi
rappresentanti è
magnanimo, comprensivo e compassionevole verso tutti gli esseri. Rimanendo
ancorato ad una
lealtà incondizionata e assoluta verso il proprio Guru e i suoi
insegnamenti, tale devoto vede
nella giusta prospettiva tutte le altre manifestazioni della Verità,
accordando loro il dovuto
rispetto e apprezzamento.

Paramahansaji parlo molte volte di questo argomento. Egli diceva: "Molti
temono di
diventare persone dalle idee ristrette, prima di avere imparato ad essere
equilibrati. Nel loro
desiderio di dimostrare una mente aperta, i ricercatori superficiali
assorbono in maniera
indiscriminata idee diverse, senza avere prima distillato in sè l'essenza
della verità per
mezzo della realizzazione. Ne risulta una coscienza spiritualmente debole e
diluita. Sebbene io
consideri con amore tutti i veri sentieri religiosi e tutti i veri Maestri
spirituali, voi
vedete che sono assolutamente fedele ai miei;".

Egli diceva inoltre: "Tutte le vere religioni conducono a Dio. Cercate fino
a quando
avrete trovato l'insegnamento spirituale che attrae e soddisfa pienamente il
vostro cuore; una
volta trovato, non permettete più ad alcuna cosa di scalfire la vostra
fedeltà. Date a quel
sentiero tutta la vostra attenzione. Ponetevi tutta la vostra coscienza, e
avrete i risultati
che cercavate".

Quando parlava della lealtà, Gurudeva* Paramahansaji portava, a volte,
questo paragone:

"Se avete una malattia, voi andate dal dottore ed egli vi dà una medicina
per curarvi. Portate
a casa la medicina e la usate secondo le istruzioni del medico. Quando,
ricevendo degli amici,
questi vengono a sapere la natura della vostra malattia, ciascuno di essi
esclama: "Io so tutto
di questo male! Hai senz'altro bisogno di questo o quel rimedio". Se dieci
persone vi dessero
dieci medicine diverse e voi le provaste tutte, le possibilità di guarire
sarebbero per voi
assai dubbie. Lo stesso principio spiega l'importanza della fedeltà
all'insegnamento del Guru.
Non mescolate i rimedi spirituali!".

Divina lealtà significa raccogliere la propria attenzione instabile,
l'emozione e lo
sforzo concentrandoli in maniera esclusiva sulla Meta spirituale. Il
discepolo leale viaggia
veloce sul sentiero di Dio. Paramahansaji spiegava così il ruolo di un Guru:

"Io posso aiutarvi molto di più se voi non diluite le vostre forze. La
sintonia con un Guru si crea dando il cento per cento della propria lealtà a
lui, ai suoi associati e alle sue attività; viene attraverso la volonteroso
obbedienza al suo consiglio (si tratti di istruzioni verbali oppure scritte)
e visualizzandolo nell'occhio spirituale; si crea, infine, attraverso
l'incondizionata devozione... Nelle anime di coloro che sono in sintonia con
lui, il Guru può erigere un tempio di Dio". Solo la lealtà rende possibile
concentrare gli sforzi in modo efficace sulla ricerca di Dio. La coscienza
leale di un discepolo viene magnetizzata dall'amore divino ed egli viene
irresistibilmente attirato da Dio.

L'obbedienza sviluppa la discriminazione

L'obbedienza, cioè l'affidarsi completamente alla guida del Guru, è un
altro principio
essenziale del rapporto Guru-discepolo. Perché questo divino imperativo?
L'uomo deve imparare a
ubbidire a una saggezza più alta per superare l'ostacolo costituito
dall'ego e dalle illusioni
create da esso. Attraverso innumerevoli incarnazioni -fin dal tempo in cui
eravamo i più
ignoranti del genere umano - l'ego l'ha sempre avuta vinta. Attraverso le
emozioni e
l'attaccamento ai sensi, esso ci ha imposto il nostro comportamento, le
nostre opinioni,
simpatie e antipatie. L'ego rende schiava la volontà e lega la coscienza a
una limitata forma
umana. Stati d'animo oscillanti, onde di emozioni, simpatie e avversioni in
continuo mutamento
colpiscono costantemente la coscienza dell'uomo con questo o quel tipo di
sensazioni. Una
persona, oggi, è attirata in modo particolare da una cosa; domani la vede
sotto un altro
aspetto e insegue qualcosa di diverso. Questo oscillante stato di coscienza
rende l'uomo cieco
alla percezione della Verità.

SPAZIATORE bianco

Manina indica Giù Spaziatore Manina indica Giù
Spaziatore