La danza di Ying e Yang Stefano Vettori
I concetti di Ying e Yang sono ormai conosciuti in Occidente; tutti hanno visto il simbolo del Tao e sanno più o meno che cosa rappresenta. Voglio qui esaminare questi concetti in modo più ampio, senza peraltro avere la pretesa di esaurire l'argomento, molto vasto e soprattutto profondo sotto molti punti di vista. Iniziamo con l'esaminare una serie di caratteristiche usualmente attribuite a Ying e Yang:
Yang Ying Sole Luna Giorno Notte Maschile Femminile Luce Ombra Attivo Passivo Positivo Negativo Estate Inverno
Il primo commento che sorge spontaneo è che questi due concetti sono stati interpretati, quando sono stati esportati in Occidente. Interpretati in base ad assunti inconsapevoli, che hanno poi condizionato tutto lo studio delle discipline orientali in genere. Storicamente noi occidentali siamo stati abituati a ragionare per opposti: il bene è opposto al male; cattivo opposto al buono; luce opposta ad ombra e così via.
Questa visione dualistica della vita, in generale, ha portato grandi squilibri. Ci è stato insegnato, infatti, che una delle due polarità è buona e preferibile (nel nostro caso, quella associata allo Yang), mentre l'altra è deprecabile e va evitata il più possibile. Quale soddisfazione, quindi, scoprire che anche in una civiltà così lontana dalla nostra, si palesano le stesse polarità, le stesso coppie di concetti! Anche presso i Cinesi, la donna è passiva ed associata alla malvagità! Detto e fatto, questa è l'interpretazione passata come buona fino a pochi (molto pochi!) anni fa, ed ha poi condizionato una serie innumerevole di testi sull'Oriente e sulla sua civiltà.
In realtà, non si è trattato d'altro che di un'interpretazione frettolosa ed in malafede. Del resto non avrebbe potuto essere diversamente, vista la mentalità occidentale invasiva e predatrice. Perciò un primo, grande, errore di fondo sta nell'attribuire ad una polarità delle caratteristiche preferibili all'altra. In questo modo la traduzione del termine "ricettivo" (caratteristica dello Ying) è diventata "passivo": una differenza sottile ma fondamentale.
Nella visione orientale, l'immagine più citata per spiegare la polarità Ying-Yang è quella del Cielo e della Terra. La Terra, femminile, ricettiva, nutre e offre sostentamento ed appoggio alle piante ed agli altri esseri. Il Cielo, maschile, attivo, offre energie più sottili: la luce e l'aria, che stimolano la vita e la crescita dei vegetali, e facilitano la loro evoluzione e riproduzione. Tuttavia, senza la Terra una pianta non ha nulla da cui trarre nutrimento, anche se riceve le energie celesti; e senza luce e aria, la pianta muore anche se ha il nutrimento fornito dalla Madre Terra. Dunque è scorretto affermare che una polarità sia preferibile all'altra: entrambe sono necessarie per la vita.
Inoltre bisogna notare che questi termini sono utilizzati nelle arti marziali classiche cinesi: quando si parla di tecniche Yang si fa riferimento a tecniche di entrata nella guardia dell'avversario, colpi portati al corpo e movimenti in avanti; Ying invece è più correlato a movimenti di uscita, di deviazione delle tecniche, o di guidare la forza dell'avversario. Questa è la corretta interpretazione di Ying: "ricettivo" nei confronti dell'opponente. Ben diverso è il significato di "passivo"! Chi è passivo, in un combattimento, è un morto sicuro...
Dunque, prima osservazione fondamentale: tra Ying e Yang non esiste uno preferibile; tutti e due sono ugualmente necessari. Un altro condizionamento che ci è stato inculcato è che gli opposti si combattono tra loro: il bene contro il male, il buono contro il cattivo e così via. Ma, nell'accezione che consideriamo noi, Ying e Yang non sono opposti (come qualcuno si ostina a scrivere...) bensì complementari: cooperano armoniosamente insieme, ognuno riempiendo i vuoti che l'altro lascia, come il simbolo del Tao lascia ben intendere. Il giorno viene utilizzato per le attività, ma la notte è necessaria per riposarsi e ristorare il corpo. Maschio e femmina sono destinati a cooperare, integrarsi e sostenersi a vicenda, non a combattersi.
Arriviamo così alla seconda osservazione: Ying e Yang sono complementari e non opposti. Al di là di queste necessarie precisazioni, Ying e Yang (ed il simbolo del Tao) hanno una tale profondità e molteplicità di interpretazioni da poter essere applicati a qualsiasi situazione. A livello generale rappresentano la continua dualità con cui veniamo in contatto in questo mondo: la scelta tra qualcosa ed il suo opposto, caratteristica di questa vita; la dualità tra spirito e materia (sottolineo che nelle più alte tradizioni esoteriche occidentali non si parla di esaltare lo spirito e mortificare il corpo ma di un incontro di queste due forme; il corpo è il tempio dello spirito ed il mezzo per l'evoluzione personale, come nel Taoismo).
Ancora più sottilmente rappresentano la dualità causata dalla mente perché insita nel suo stesso funzionamento. La mente funziona, infatti, con il pensiero, e spesso i pensieri sono giudizi su situazioni, fatti, idee, oggetti. Esprimendo un giudizio automaticamente creiamo una dualità: se una cosa è "bella", significa che qualcos'altro sarà "non bello" cioè brutto; se una situazione è "buona", nello stesso istante ho creato milioni di situazioni "cattive", e così via.
Ma la dualità non esiste nella Natura, è creata dal processo mentale quando esamina la Natura. Dunque il Tao rappresenta un concetto aprioristico sul pensiero, che non ha nemmeno sfiorato la mentalità razionale occidentale. Conoscere praticamente (cioè avere sperimentato personalmente) il Tao permette, infatti, di entrare in contatto con livelli di influenza molto sottili e profondi. Infine, Ying e Yang sono un simbolo che riassume in sé tutte le infinite polarità che si manifestano nella vita. Intesi, però, non solo come simbolo, ma come un "a priori" che informa la realtà ad ogni livello di organizzazione o struttura.
Come si dovrebbe dunque porre l'uomo nei confronti della vita, secondo questa visione? Il saggio taoista si rifà al "non giudizio", che non è una mera negazione di qualsiasi tipo di valutazione, ma è un'azione attiva dello spirito che impedisce alla mente di "muoversi", cioè attaccarsi alle cose ed alle situazioni, emettendo giudizi che generano un circolo vizioso, in quanto fonte di altri giudizi e così via. Mi spiego con un esempio.
Tra l'osservare un tramonto ed emettere il giudizio "questo tramonto è molto bello" corre un oceano di differenza. Il giudizio non è necessario; non solo, è anche ciò che ci fa perdere la bellezza del tramonto. Per giudicare, infatti, mi devo distaccare dal fenomeno perché solo così posso vederlo "da fuori". Ma così facendo creo una divisione in me stesso: ho creato un "Sé" che giudica un "non Sé", cioè qualcosa che sta al di fuori di lui. E creo anche una divisione tra il fenomeno e l'osservatore, perdendo tutta la magia del presente.
A livello esoterico, questo è il peccato di Adamo, "avere mangiato il frutto dall'albero del bene e del male" (Genesi 3, vers. 4-5: "Il serpente disse alla donna: No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come dèi, avendo la conoscenza del bene e del male"), cioè decidere di giudicare, o "muovere la mente". Alcuni Maestri affermano che occorre essere in un "centro immobile" e non lasciarsi trascinare in periferia (vale a dire, nell'eterna giostra della dualità, la Maya, illusione, degli Indù).
Del resto la "mistica unione" del percepiente con il percepito non è altro che l'assenza attiva della mente che perciò non si frappone ad una percezione "totale". Cito alcuni pezzi del Tao Te Ching di Lao Tzu:
Quando la gente dice che una cosa è bella, altre cose diventano brutte. Quando la gente dice che alcune cose sono buone, altre diventano cattive. Essere e non-essere si creano a vicenda. Difficile e facile si sostengono l'un l'altro. Il lungo definisce il corto, il corto definisce il lungo. Alto e basso dipendono uno dall'altro, prima e dopo si susseguono in circolo. Perciò il Maestro agisce senza fare nulla insegna senza spiegare. Le cose succedono ed il Maestro le lascia venire; le cose spariscono ed il Maestro le lascia andare. Il Maestro ha ma non possiede nulla, agisce ma non si aspetta niente. (2)
Noi uniamo i raggi nel centro di una ruota, ma è il vuoto al centro che fa muovere il carro. Diamo forma all'argilla creando una tazza, ma è il vuoto all'interno che contiene qualsiasi cosa vogliamo. (11)
Vi sarebbe molto altro di cui parlare, ma torniamo al Tao. Dalla semplice osservazione di questo simbolo possiamo recuperare altri significati, meno evidenti ma non per questo meno importanti. Evidenziamone alcuni:
- il simbolo del Tao è dinamico: lo Ying si trasforma continuamente nello Yang, dopo aver raggiunto il suo apice, e viceversa. Ad esempio, il giorno nasce, arriva al suo apice a mezzodì, e decresce d'intensità, finche non si trasforma nella notte
- al suo massimo, lo Ying contiene già in sé il germe dello Yang nascente (rappresentato dal pallino bianco) e viceversa. Infatti, il momento di massimo splendore (mezzodì) è anche il momento in cui inizia il declino. Contiene quindi l'informazione del recedere, ritirarsi, diminuire (il germoglio dello Ying)
- Ying e Yang si ricercano vicendevolmente per completarsi. Quindi, il Cielo e la Terra sono ugualmente necessari: per gli Orientali il Cielo feconda la Terra. Maschio e femmina si ricercano, luce ed ombra vanno insieme.
- lo Ying genera lo Yang e viceversa. Ad esempio, lo Yang genera lo Ying non solo cronologicamente (nel senso che al giorno segue la notte e viceversa), ma anche fattualmente in ogni istante: la luce genera continuamente l'ombra, e non vi può essere luce senza ombra che l'accompagni.
La pace (Yang) genera la guerra (Ying) non solo nel senso che ad un periodo di pace segue necessariamente un periodo di guerra, ma anche nel senso che in ogni momento, nel periodo di pace, si stanno ponendo i germi per la futura guerra (ad esempio con l'eccessivo accumulo di ricchezza, l'indebolimento del carattere e così via).
Altrimenti, da cosa potrebbe nascere una guerra, se non dalle scelte che sono state fatte nel periodo di pace? Si tratta quindi non solo di una semplice successione cronologica, ma di un concetto fondamentale: Ying e Yang vanno sempre insieme
- Ying e Yang si completano a vicenda. Per esempio, lo spazio che non è illuminato, è occupato dall'ombra; il maschio completa la femmina (fisicamente ed energeticamente); maschio e femmina si cercano l'un l'altro; la luce inonda la terra e l'aria occupa tutto la spazio su di essa
Esaminando questi concetti si potrebbe procedere a lungo, tuttavia questo articolo vuole solo portare il lettore ad una più profonda riflessione, e non fornire un "manuale". Del resto, sono conoscenze che vanno vissute quotidianamente per diventare sensazioni quasi a livello fisico; ritengo, infatti, che non sia possibile affrontare questi argomenti solo a livello manualistico.
Alla base di tutto il Feng Shui vi è la corretta comprensione della "danza di Ying e Yang". Chi non ne ha una corretta visione può conoscere quante tecniche vuole, ma non sa quando vanno applicate e nemmeno il loro significato... Master Chan Kun Wah dice che ".il Feng Shui non è altro che riconoscere Ying e Yang".
Osservando quanto l'argomento è approfondito su un libro, potete valutare la vera esperienza di chi lo ha scritto, e la validità del testo. Provate. Dal mio punto di vista, Ying e Yang non sono solo concetti fine a se stessi, ma una conoscenza fondamentale cui fare riferimento in ogni fase di una consulenza; nei seminari che tengo, tutto è riportato al Tao, anzi posso dire che impiego diciotto ore... esclusivamente per spiegare il Tao!
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