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SCHEDA ARTICOLO N. «01452»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: PAOLO COELHO
TITOLO: PERCHE' HO SOFFERTO PER TANTO TEMPO
SPAZIATORE bianco

TESTO ARTICOLO

PAULO COELHO

DELLA LUCE>

TRADUZIONE DI RITA DESTI

EDIZIONI ASSAGGI BOMPIANI

A volte, nel pieno di una battaglia che sembra non avere fine, il guerriero
ha un'idea e vince in pochi secondi.

Allora pensa: "Perché ho sofferto per tanto tempo, in un combattimento che
avrebbe potuto risolversi con la metà dell'energia che ho sprecato?"

In verità ogni problema, una volta risolto, sembra molto semplice. La grande
vittoria, che oggi appare facile, è il risultato di una serie di piccoli successi che sono
passati inosservati.

Allora il guerriero capisce ciò che è accaduto, e dorme tranquillo. Invece
di colpevolizzarsi
per il fatto di avere impiegato tanto tempo ad arrivare, gioisce sapendo che
infine è giunto alla meta.

Esistono due tipi di preghiera. Il primo è quello con cui si chiede che
accadano determinate
cose, tentando di suggerire a Dio ciò che Egli deve fare. Al Creatore non si
concede tempo né
spazio per agire. Dio, che sa benissimo ciò che è meglio per ciascuno,
continua ad agire come
Gli conviene. E colui che prega rimane con la sensazione di non essere stato
ascoltato.

Il secondo tipo di preghiera è quello in cui, anche senza comprendere i
cammini dell'Altissimo,
l'uomo lascia che nella propria vita si compiano i disegni del Creatore.
Implora che gli sia
risparmiata la sofferenza, chiede gioia nel Buon Combattimento, ma mai - in
nessun momento -
dimentica di pronunciare la formula: "Sia fatta la Tua volontà."
Il guerriero della luce prega in questa seconda maniera.

Il guerriero sa che, in tutte le lingue, le parole più importanti sono
quelle piccole: "Si", "Amore", "Dio".

Sono parole che si pronunciano con facilità, e colmano giganteschi spazi
vuoti.
Esiste tuttavia una parola, anch'essa molto piccola, che molti hanno
difficoltà a pronunciare: "No."

Chi non dice mai di no, si crede generoso, comprensivo, educato: perché il
"no" porta con se la nomea di maledetto, egoista, poco spirituale.

Il guerriero non cade in questa trappola. Ci sono momenti in cui, nel dire
"si" agli altri, potrebbe darsi che, contemporaneamente, stia dicendo "no" a se stesso.
Perciò non pronuncia mai un "si" con le labbra, se il suo cuore sta dicendo
"no".

Primo. Dio è sacrificio Soffri in questa vita e sarai felice nella prossima.

Secondo. Chi si diverte è un bambino.

Terzo. Gli altri sanno ciò che è meglio per noi, perché hanno più
esperienza.

Quarto. Nostro dovere è rendere contenti gli altri. E' necessario
gratificarli, anche se ciò comporta rinunce importanti.

Quinto. Non bisogna bere alla coppa della felicità, altrimenti potrebbe
piacerci. E non sempre l'avremo fra le mani.

Sesto. E'necessario accettare tutti i castighi. Siamo colpevoli.

Settimo. La paura è un segnale di allarme. Non correremo rischi.

Sono questi i comandamenti ai quali nessun guerriero della luce può
obbedire.

Un folto gruppo di uomini si trova in mezzo alla strada e sbarra il cammino
che conduce al Paradiso.

Il puritano domanda: "Perché i peccatori?"

E il moralista urla: "La prostituta vuole partecipare al banchetto!"

Il custode dei valori sociali grida: "Come perdonare l'adultera, se ha
peccato?"

Il penitente si strappa le vesti: "Perché guarire un cieco che pensa solo
alla propria malattia e non ringrazia neppure?

L'asceta si straccia: "Tu lasci che la donna sparga sui tuoi capelli un olio
prezioso! Perché non venderlo e comprare del cibo?"

Sorridendo, Gesù tiene la porta aperta. E i guerrieri della luce entrano,
trascurando le urla isteriche.

L'avversario è sapiente e scaltro. Appena può, afferra l'arma più facile ed
efficace:
l'intrigo. Quando se ne serve, non ha bisogno di fare grandi sforzi: perché
altri stanno
lavorando per lui. Con parole male orientate, vengono distrutti mesi di
dedizione, anni di ricerca dell'armonia.

Sovente il guerriero della luce rimane vittima di questa trappola. Non sa da
dove provenga il colpo, e non ha modo di dimostrare che l'intrigo è falso. L'intrigo non
permette il diritto alla difesa: condanna senza processo.

Allora egli sopporta le conseguenze e le punizioni commentate, poiché la
parola ha un suo potere, e il guerriero lo sa. Ma soffre in silenzio, e non usa mai
quell'arma per attaccare l'avversario.

Un guerriero della luce non è vigliacco.

"Dai allo sciocco mille intelligenze, ed egli non vorrà nell'altro se non la
tua," dice il proverbio arabo. Quando il guerriero della luce comincia a piantare il suo
giardino, nota che il vicino lo spia. A costui piace dare consigli su come seminare le azioni,
raccogliere i pensieri, irrigare le conquiste.

Se il guerriero presterà ascolto a ciò che l'uomo sta dicendo, finirà per
fare un lavoro che
non gli appartiene: il giardino a cui si sta dedicando deriverà da un'idea
del vicino.

Ma un vero guerriero della luce sa che ogni giardino ha i propri misteri,
che solo la mano
paziente del giardiniere è capace di decifrare. Perciò preferisce
concentrarsi sul sole, sulla
pioggia, sulle stagioni. Sa che lo sciocco che dà consigli sul giardino
altrui non sta badando alle proprie piante.

Per lottare, è necessario tenere sempre gli occhi aperti. E avere al proprio
fianco dei compagni fedeli.

Ma capita che, all'improvviso, quello che si batteva insieme al guerriero
della luce diventi un suo avversario.

La prima reazione è di odio. Ma il guerriero sa che un combattente accecato
è perduto nel cuore della battaglia.

Allora cerca di ricordare le belle azioni compiute dall'antico alleato nel
periodo in cui hanno
convissuto. Tenta di comprendere che cosa lo abbia spinto al repentino
cambio di atteggiamento,
quali ferite si siano accumulate nella sua anima. Cerca di scoprire che cosa
abbia portato uno dei due a rinunciare al dialogo.

"Nessuno è del tutto buono o cattivo": ecco ciò che pensa il guerriero
quando capisce di avere un nuovo avversario.

Un guerriero sa che i fini non giustificano i mezzi.

Perché i fini non esistono: ci sono solo i mezzi. La vita lo trasporta
dall'ignoto verso
l'ignoto. Ogni minuto è rivestito di questo mistero appassionante: il
guerriero non sa da dove viene né dove sta andando.

Ma non è qui per caso. E la sorpresa lo riempie di gioia, i paesaggi che non
conosce lo affascinano. Molte volte ha paura, ma questo fa parte della norma per un
guerriero.
Se egli pensasse solo alla meta, non riuscirebbe a prestare attenzione ai
segnali disseminati
lungo il cammino. Se si concentrasse su una singola domanda, perderebbe le
varie risposte che gli stanno a fianco.

Perciò il guerriero si concede.

Il guerriero sa che esiste il cosiddetto "effetto cascata".

Ha visto molto spesso qualcuno comportarsi in maniera sbagliata con chi non
aveva il coraggio
di reagire. Allora, per vigliaccheria e risentimento, questi ha riversato a
propria rabbia su
qualcun altro più debole, che l'ha scaricata su un altro ancora, in una vera
e propria catena
d'infelicità. Nessuno conosce le conseguenze delle proprie crudeltà.

Perciò il guerriero è prudente nell'uso della spada, e accetta solo un
avversario che sia degno
di lui. Nei momenti di rabbia, prende a pugni la roccia e si ferisce la
mano.

Alla fine la mano guarisce. Ma il bambino che ha finito per prenderle perché
suo padre ha perso
un combattimento sarà marchiato per il resto della vita.

Quando arriva l'ordine di trasferimento, il guerriero guarda tutti gli amici
che si è fatto
durante il cammino. Ad alcuni ha insegnato a udire le campane di un tempio
sommerso, ad altri ha raccontato storie intorno al fuoco.

Il suo cuore si rattrista, ma egli sa che la sua spada è sacra, e che deve
obbedire agli ordini di Colui al quale ha offerto la sua lotta.

Allora il guerriero della luce ringrazia i compagni di viaggio, trae un
profondo respiro e va avanti, portando con se i ricordi di un viaggio indimenticabile.

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