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SCHEDA ARTICOLO N. «01605»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: GEMMA
TITOLO: REBIRTHING: L'ARTE DI RESPIRARE
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TESTO ARTICOLO



(di Gemma - libera professionista ed ora rebirther 47 anni)

Parlare e, ancor più, scrivere del Rebirthing è per me molto
difficile: sono confusa e la mente non mi suggerisce parole e concetti
chiari. Ho l'impressione che il linguaggio verbale sia riduttivo, o
meglio sono io che non ho ancora trovato il modo per raccontare di
questa mia esperienza fisica, spirituale, emotiva, mentale.

Eugenio me lo ha chiesto e per lui e per tutti noi mi sono decisa a
superare questa mia difficoltà.

Tutti noi respiriamo, è una di quelle attività automatiche, ma
fondamentali per la nostra sopravvivenza e il primo passo è stato
diventarne cosciente, essere attenta a ogni mia inspirazione ed
espirazione: lasciare che l'aria-energia entrasse nel mio corpo e
piacevolmente lo abbandonasse in un ritmo calmo, appagante,
rilassante.

L'inspiro colma il senso di vuoto, le mie lacune e l'espiro porta via
con sé le mie paure, le ansie, le aspettative, il dolore.

È per me un'esperienza di crescita profonda, che si rinnova ogni volta
e se all'inizio mi spaventava ritrovare emozioni, sensazioni, pensieri
dolorosi, che credevo di aver superato, ora sono consapevole che li
ritrovo in una dimensione nuova e che il Rebirthing mi dà
l'opportunità di vederli e viverli, ogni volta, in una luce diversa.

Io, che desideravo risolvere, concludere ogni situazione in tempi
brevi, sto imparando a non avere tempo, sto sperimentando la pazienza.

Ricordo che quando presi i primi contatti con il Rebirthing ero
affascinata dal fatto che in 10 sedute di respirazione avrei risolto i
miei problemi e trovato la pace interiore, il benessere fisico, il
riconoscimento sociale, l'amore incondizionato.

In realtà le prime 10 sedute sono state l'inizio di un viaggio alla
scoperta di me e dell'universo e ogni respirazione è una tappa verso
la consapevolezza e l'infinito.

In effetti, erano più di 40 anni che vivevo ripetendo schemi di
comportamento e di pensiero che mi avevano procurato dolore,
insicurezze, difficoltà, senso di inadeguatezza, paure, ansia,
rabbia... e qualche soddisfazione.

Alcuni mesi di pratica non potevano certo eliminare tutto questo
bagaglio, ma mi hanno resa consapevole che esisteva una realtà a me
ancora sconosciuta, che avevo potenzialità ancora inutilizzate, che il
mondo che io ero in grado di "vedere" era una briciola nell'universo
dell'esistenza e che la mia percezione del tempo e dello spazio era
limitata e limitante.

Il viaggio, l'avventura sono appena incominciati; il piacere, la
serenità, l'amore, la vita sono tutti da scoprire nelle loro
innumerevoli sfaccettature. Sto sperimentando la potenza del pensiero
creativo: sto diventando consapevole dei pensieri che mi rendono
prigioniera, limitata, paurosa, ansiosa, pericolosa... e sto imparando
a trasformarli e con loro si trasformano il mio sentire e il mio
agire.

Sono riuscita a rompere alcuni schemi ripetitivi; uno, molto frequente
nella mia vita, è quello della fuga. Di fronte alle difficoltà, al
dolore, nel passato reagivo scappando, allontanandomi dalla situazione
e dalle persone che ritenevo esserne la causa.

Adesso mi fermo, ascolto le mie emozioni, cerco dentro di me l'origine
del mio malessere, non è più colpa degli altri o del fato. Sto
imparando a vivere le difficoltà come un'opportunità di esperienza,
anziché come una manifestazione della mia inettitudine.

Sto verificando che gli altri mi fanno da specchio e ciò che in loro
mi irrita è un aspetto di me che nego, che non mi piace, di cui mi
vergogno. E allora lo cerco, lo guardo e mi perdono.

Più volte ho scritto la "dieta del perdono" e penso che la scriverò ancora:
- non avere colpa, né io né gli altri, è per me fonte di un profondo
senso di sollievo.

Ho incominciato a dire NO alle proposte che non mi piacciono, ad
ascoltare e decodificare le mie intuizioni, ad accettare i miei limiti
e gli impedimenti esterni per superarli, a non vergognarmi per
l'impeto delle mie emozioni.

Soffro ancora, ma non mi dispero più e soprattutto sto lasciando
andare l'atteggiamento di vittimismo nei confronti degli altri e del
destino.

Grazie al Rebirthing ho iniziato un processo di consapevolezza e di
trasformazione profonda, sto conoscendo persone meravigliose e
contattando realtà affascinanti.

Concludo la mia condivisione rendendomi conto di essere stata capace
di trovare le parole per raccontarvi la mia esperienza e ricordando
che ognuno di noi può molto di più di quanto creda.

Con affetto, Gemma

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