(di Gemma - libera professionista ed ora rebirther 47 anni)
Parlare e, ancor più, scrivere del Rebirthing è per me molto difficile: sono confusa e la mente non mi suggerisce parole e concetti chiari. Ho l'impressione che il linguaggio verbale sia riduttivo, o meglio sono io che non ho ancora trovato il modo per raccontare di questa mia esperienza fisica, spirituale, emotiva, mentale.
Eugenio me lo ha chiesto e per lui e per tutti noi mi sono decisa a superare questa mia difficoltà.
Tutti noi respiriamo, è una di quelle attività automatiche, ma fondamentali per la nostra sopravvivenza e il primo passo è stato diventarne cosciente, essere attenta a ogni mia inspirazione ed espirazione: lasciare che l'aria-energia entrasse nel mio corpo e piacevolmente lo abbandonasse in un ritmo calmo, appagante, rilassante.
L'inspiro colma il senso di vuoto, le mie lacune e l'espiro porta via con sé le mie paure, le ansie, le aspettative, il dolore.
È per me un'esperienza di crescita profonda, che si rinnova ogni volta e se all'inizio mi spaventava ritrovare emozioni, sensazioni, pensieri dolorosi, che credevo di aver superato, ora sono consapevole che li ritrovo in una dimensione nuova e che il Rebirthing mi dà l'opportunità di vederli e viverli, ogni volta, in una luce diversa.
Io, che desideravo risolvere, concludere ogni situazione in tempi brevi, sto imparando a non avere tempo, sto sperimentando la pazienza.
Ricordo che quando presi i primi contatti con il Rebirthing ero affascinata dal fatto che in 10 sedute di respirazione avrei risolto i miei problemi e trovato la pace interiore, il benessere fisico, il riconoscimento sociale, l'amore incondizionato.
In realtà le prime 10 sedute sono state l'inizio di un viaggio alla scoperta di me e dell'universo e ogni respirazione è una tappa verso la consapevolezza e l'infinito.
In effetti, erano più di 40 anni che vivevo ripetendo schemi di comportamento e di pensiero che mi avevano procurato dolore, insicurezze, difficoltà, senso di inadeguatezza, paure, ansia, rabbia... e qualche soddisfazione.
Alcuni mesi di pratica non potevano certo eliminare tutto questo bagaglio, ma mi hanno resa consapevole che esisteva una realtà a me ancora sconosciuta, che avevo potenzialità ancora inutilizzate, che il mondo che io ero in grado di "vedere" era una briciola nell'universo dell'esistenza e che la mia percezione del tempo e dello spazio era limitata e limitante.
Il viaggio, l'avventura sono appena incominciati; il piacere, la serenità, l'amore, la vita sono tutti da scoprire nelle loro innumerevoli sfaccettature. Sto sperimentando la potenza del pensiero creativo: sto diventando consapevole dei pensieri che mi rendono prigioniera, limitata, paurosa, ansiosa, pericolosa... e sto imparando a trasformarli e con loro si trasformano il mio sentire e il mio agire.
Sono riuscita a rompere alcuni schemi ripetitivi; uno, molto frequente nella mia vita, è quello della fuga. Di fronte alle difficoltà, al dolore, nel passato reagivo scappando, allontanandomi dalla situazione e dalle persone che ritenevo esserne la causa.
Adesso mi fermo, ascolto le mie emozioni, cerco dentro di me l'origine del mio malessere, non è più colpa degli altri o del fato. Sto imparando a vivere le difficoltà come un'opportunità di esperienza, anziché come una manifestazione della mia inettitudine.
Sto verificando che gli altri mi fanno da specchio e ciò che in loro mi irrita è un aspetto di me che nego, che non mi piace, di cui mi vergogno. E allora lo cerco, lo guardo e mi perdono.
Più volte ho scritto la "dieta del perdono" e penso che la scriverò ancora: - non avere colpa, né io né gli altri, è per me fonte di un profondo senso di sollievo.
Ho incominciato a dire NO alle proposte che non mi piacciono, ad ascoltare e decodificare le mie intuizioni, ad accettare i miei limiti e gli impedimenti esterni per superarli, a non vergognarmi per l'impeto delle mie emozioni.
Soffro ancora, ma non mi dispero più e soprattutto sto lasciando andare l'atteggiamento di vittimismo nei confronti degli altri e del destino.
Grazie al Rebirthing ho iniziato un processo di consapevolezza e di trasformazione profonda, sto conoscendo persone meravigliose e contattando realtà affascinanti.
Concludo la mia condivisione rendendomi conto di essere stata capace di trovare le parole per raccontarvi la mia esperienza e ricordando che ognuno di noi può molto di più di quanto creda.
Con affetto, Gemma
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