Questa notte ho avuto una visione e tutte le parole del mio essere si dischiudevano balzando di qua e di là e tutto il divenire voleva imparare.
Ma dove mi trovavo sembrava vano qualsiasi discorso.
Forse che la saggezza è tacere e passare oltre?
Mi trovavo fra tanta gente e tutti volevo comprendere e avrei dovuto toccare e guardare tutto, ma le mie mani però erano troppo pulite e così pure i miei occhi.
In quel luogo tutti parlavano e nessuno faceva attenzione, il mio animo si esprimeva attraverso la saggezza, ma sul mercato sembrava bastasse il tintinnio del denaro per sovrastare il tutto.
Tutti parlavano e nessuno era capace di intendere, tutto veniva logorato a forza di parole e veniva messo in piazza.
E ciò che un tempo chiamavano intimità di anime profonde veniva strombazzato per le strade.
Bizzarra natura degli uomini; mi accorsi che il pericolo più grande era risparmiare sempre gli altri e averne una grande compassione.
Il mio cuore era infatuato, ricco di disponibilità verso il prossimo.
Così vivevo in mezzo a loro, travestita e disposta a disconoscere me stessa per stare ad aiutarli e ripetendo sempre:
Folle, tu forse non conosci gli uomini, troppo e in tanti uomini vi è solo facciata. A che servono loro in fondo, occhi che mirano e cercano oltre?
Si potrebbe rischiare di disimparare da queste miserie umane.
Come punzecchiata da molte gocce d'invidia, stavo in mezzo a loro con la mia innocenza.
Nascondere me stessa fu forse la mia ricchezza infondo i piccoli non hanno colpa della loro piccolezza.
In mezzo a questo frastuono di ricercatori e sperimentatori imparai a scambiare le parole.
In sogno mi trovai su un promontorio al di là del mondo e tenevo in mano una bilancia come se volessi pesare il mondo e così la mia visione trovò il mondo.
Fu forse la mia saggezza a parlarmi in gran segreto:
Dove vi è forza e coraggio anche i numeri diventano preghiere. All'improvviso fu un albero che mi fece cenno, un albero dai rami lunghi di forte volontà e come piegato da chi è stanco dopo un lungo cammino mi suggerì una cosa umanamente buona.
Come è buono il mondo di cui tanto male si dice. Oggi, sono riconoscente a quella visione e di aver pesato ogni giorno del mio tempo in questo tempo.
Misi sulla bilancia i miei pensieri percorrendo l'oggi per giungere al domani, costrinsi me stessa a stare nella bassura per giungere all'altezza.
Nella culla ci vengono date pesanti parole: "bene e male", grazie ad esse ci viene perdonato di vivere e se ci inzuppiamo di fatica allora ci dicono:
Eh, la vita è un grande fardello! Invece è l'uomo che è per se stesso un pesante fardello e questo perché si trascina sulle spalle troppe cose estranee.
In verità ho imparato col tempo l'arte di attendere, attendere soltanto me stessa.
E sopra ogni cosa ho imparato a camminare, a saltare, a danzare e ad arrampicarmi.
Ad arrampicarmi tra gli occhi della gente a palpitare come una fiammella nei cuori della gente.
Ma chi vuole imparare un giorno a volare, deve prima di tutto imparare a stare con se stesso, a camminare, a saltare, a danzare e ad arrampicarsi.
Questo dunque è il mio cammino e il vostro qual'è?
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