IL CONTROLLO MENTALE
(dr. Mario Rizzi)
(Essere, o non essere, questo è il problema Se sia più nobile per la mente soffrire Per i colpi e le ferite del destino avverso O armarsi per lottare contro un mare di guai E con la lotta annullarli per sempre? Amleto, principe di Danimarca)
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Analizzare il comportamento della propria mente è certamente uno dei compiti più complessi che l'uomo possa affrontare.
Diversamente dall'indagine scientifica, fatta su un oggetto esterno, che può essere sempre condotta con un certo rigore, l'analisi della propria mente, portata avanti con l'ausilio della stessa mente, crea una serie di problematiche. L'osservatore e l'osservato non occupano più due posizioni spazialmente separate ma coesistono sia nel tempo che nello spazio, ciò, ovviamente, non permette quella obiettività di osservazione che sarebbe altamente auspicabile.
Per questi motivi, da millenni vi sono stati uomini che hanno pensato, parlato e scritto sul modo in cui essi interpretavano i processi mentali. Di certo il più antico trattato sull'argomento è la Bhagavad Gita (1), fu compilata in India e tratta di fatti risalenti al periodo anteriore di mille anni alla nascita di Gesù Cristo. In questo trattato si racconta di una battaglia, dei protagonisti e delle varie problematiche che essi incontrano. La battaglia, però, non è condotta verso nemici esterni ma verso quelli Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. (vizi, passioni, desideri, ecc.), che ostacolano ed a volte impediscono una normale evoluzione della natura umana.
La Baghavad Gita inizia così:
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