DEFINIZIONE:
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Termine derivato dal greco anacwrew, ritirarsi, che definisce l’uomo
il quale, abbandonato il consorzio sociale, si ritira in luogo solitario per
darsi alla vita ascetica. Nella storia del Monachesimo (v.), gli A.
costituiscono uno stadio intermedio fra l’ascetismo individuale e la vita
cenobitica o conventuale. Caratteristiche dell’anacoretismo sono l’isolamento
assoluto o relativo, ove quest’ultimo si riferisce a vari A. riuniti in celle
separate, la preghiera, il lavoro manuale necessario per il proprio
sostentamento, la massima austerità, e l’assenza di una regola e di un superiore
religioso. Gli A. si diffusero in Oriente nel corso del III e IV secolo,
specialmente in Egitto, Siria, Palestina e Tebaide. Notissimi A. furono San
Paolo di Tebe (234-347), Sant’Antonio eremita (251-356) e Macario il Grande
(300-391), comuni tra loro nella longevità. Nel IV secolo l’Anacoretismo si
diffuse anche in occidente: San Benedetto stesso iniziò la vita religiosa come
A. Nell’XI secolo furono istituite varie congregazioni eremitiche con la regola
benedettina, come a Fonteavellana, a Camaldoli ed in Vallombrosa. Nel 1256
Alessandro IV approvò l’ordine degli Eremitani di Sant’Agostino (v.).
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